LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Invasione arbitraria: reato e limiti dello stato necessità

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il reato di invasione arbitraria a carico di una coppia che aveva occupato abusivamente cinque alloggi popolari. La Corte ha stabilito che lo stato di necessità non può giustificare un’occupazione prolungata per anni, configurando in tal caso un reato di natura permanente e rendendo irrilevante la particolare tenuità del fatto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Invasione Arbitraria di Immobili: Lo Stato di Necessità Non Giustifica un’Occupazione Prolungata

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta il delicato tema dell’invasione arbitraria di immobili, chiarendo i confini applicativi della scriminante dello stato di necessità. Il caso riguarda una coppia condannata per aver occupato abusivamente diversi alloggi di edilizia popolare per far fronte alle esigenze abitative della propria numerosa famiglia. La Suprema Corte, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha fornito importanti precisazioni sulla natura del reato e sull’impossibilità di invocare lo stato di necessità per giustificare una condotta illecita protratta nel tempo.

I Fatti del Caso: L’Occupazione di Edifici Popolari

Il Tribunale prima, e la Corte di Appello poi, avevano dichiarato due coniugi responsabili del reato di invasione arbitraria di edifici. In particolare, la coppia aveva occupato ben cinque appartamenti di proprietà dell’ATERP (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica) per alloggiare la propria famiglia. La difesa degli imputati si era basata principalmente sul riconoscimento dello stato di necessità, sostenendo che la loro condotta fosse l’unica soluzione possibile per garantire un tetto alla famiglia, data la situazione di bisogno e le mancate risposte alle domande di assegnazione di un alloggio.

La Decisione della Corte e la Configurazione dell’Invasione Arbitraria

La Corte di Cassazione ha rigettato le argomentazioni difensive, confermando la decisione dei giudici di merito. I ricorsi sono stati giudicati inammissibili in quanto basati su motivi manifestamente infondati, che si limitavano a riproporre censure già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato il proprio ragionamento su tre punti fondamentali.

1. Natura permanente del reato: I giudici hanno ribadito un principio consolidato secondo cui il reato di invasione arbitraria (art. 633 c.p.) può avere natura sia istantanea sia permanente. Diventa permanente quando all’introduzione abusiva nel fondo altrui segue un’occupazione ininterrotta che si protrae per un tempo superiore a quello strettamente necessario per la configurazione del delitto. In questi casi, risponde del reato a titolo di concorso anche chi, pur non avendo partecipato all’invasione iniziale, contribuisce a perpetuare la condotta criminosa. Nel caso di specie, gli imputati avevano persino forzato e sostituito le serrature, manifestando una chiara volontà di protrarre l’occupazione.

2. Inapplicabilità dello stato di necessità: La motivazione centrale della sentenza risiede nell’esclusione della scriminante dello stato di necessità (art. 54 c.p.). Secondo la Corte, un’occupazione abusiva che si protrae per diversi anni è del tutto incompatibile con i presupposti dello stato di necessità, che richiede un pericolo attuale e imminente di un danno grave alla persona. Un’esigenza abitativa cronica, per quanto reale, non può legittimare una violazione della legge duratura nel tempo.

3. Esclusione della particolare tenuità del fatto: Di conseguenza, è stata negata anche la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). L’occupazione di ben cinque alloggi, oltre a essere una condotta prolungata, ha causato un ingente pregiudizio alla parte offesa (l’ATERP) e ha leso i diritti di altri soggetti in attesa di un’assegnazione legittima, rendendo il fatto tutt’altro che tenue.

Le Conclusioni della Suprema Corte

In conclusione, la sentenza riafferma che la necessità abitativa, pur essendo un diritto fondamentale, non può essere utilizzata come giustificazione per un’invasione arbitraria che si trasforma in un’occupazione stabile e duratura. La condotta illecita prolungata nel tempo non solo integra pienamente il reato, ma impedisce l’applicazione di cause di giustificazione come lo stato di necessità. La decisione della Cassazione, dichiarando inammissibili i ricorsi, ha comportato la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa nella presentazione di un ricorso privo di fondamento.

L’occupazione di un immobile per necessità abitativa è sempre giustificata?
No. Secondo la Corte di Cassazione, lo stato di necessità può giustificare una condotta solo se volta a fronteggiare un pericolo attuale e imminente. Un’occupazione abusiva che si protrae per anni non è compatibile con questi presupposti, poiché l’esigenza abitativa diventa cronica e non più emergenziale.

Chi risponde del reato di invasione arbitraria se l’occupazione si protrae nel tempo?
Risponde del reato non solo chi compie l’invasione iniziale, ma anche chiunque contribuisca a perpetuare l’occupazione illegale. Il reato di invasione di edifici, infatti, può assumere carattere permanente se l’occupazione si protrae ininterrottamente.

Perché la Corte ha escluso la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha escluso la particolare tenuità del fatto a causa della gravità della condotta. L’occupazione non riguardava un solo alloggio, ma ben cinque, e si è protratta per un lungo periodo. Questo ha causato un danno significativo all’ente proprietario e ha leso i diritti di altre persone in lista d’attesa per un alloggio popolare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati