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Inutilizzabilità atti d’indagine: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo, stabilendo un principio fondamentale sull’inutilizzabilità degli atti d’indagine. La Corte ha chiarito che l’eccezione di inutilizzabilità di atti acquisiti oltre i termini di legge può essere sollevata in ogni nuovo e autonomo procedimento cautelare, anche se non era stata sollevata in un precedente procedimento, poi annullato. La decisione sottolinea che ogni provvedimento cautelare apre una nuova fase in cui le difese possono essere pienamente esercitate.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inutilizzabilità Atti d’Indagine: Quando l’Eccezione è Tempestiva? La Cassazione Annulla Sequestro

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30638/2024, ha affermato un principio cruciale in materia di inutilizzabilità degli atti d’indagine compiuti oltre i termini di legge. La decisione chiarisce che il diritto della difesa di eccepire l’invalidità di tali atti si rinnova in ogni procedimento autonomo, annullando un sequestro preventivo basato su una valutazione errata del Tribunale del riesame.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del capitale sociale e del patrimonio di una società a responsabilità limitata, le cui quote erano detenute da tre fratelli. Le accuse alla base del provvedimento erano di partecipazione ad associazione per delinquere e autoriciclaggio.

Secondo l’accusa, due dei fratelli, insieme ad altre persone tra cui il padre, avrebbero partecipato a un’associazione criminale finalizzata all’intestazione fittizia di società operanti nel settore della ristorazione. Uno dei fratelli, in qualità di amministratore della società sequestrata, avrebbe poi reimpiegato i profitti illeciti nell’acquisto di immobili e terreni per un progetto turistico-ricettivo.

Il Ricorso per Cassazione: Focus sull’Inutilizzabilità degli Atti d’Indagine

La difesa ha impugnato l’ordinanza del Tribunale del riesame, sollevando come motivo principale l’inutilizzabilità degli atti d’indagine posti a fondamento del sequestro. In particolare, si contestava l’utilizzabilità di un’informativa di polizia giudiziaria e di una consulenza tecnica del Pubblico Ministero, in quanto acquisite al fascicolo investigativo oltre il termine massimo di durata delle indagini preliminari previsto dall’art. 407, comma 3, c.p.p.

Il Tribunale del riesame aveva rigettato questa eccezione, considerandola tardiva. Secondo il Tribunale, la difesa avrebbe dovuto sollevare la questione in un precedente giudizio di riesame, relativo a un primo decreto di sequestro che era stato successivamente annullato. La difesa, invece, sosteneva che il momento utile per presentare l’eccezione fosse proprio il nuovo procedimento di riesame, scaturito dal secondo e autonomo provvedimento di sequestro.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della difesa, ritenendo fondato il motivo relativo all’inutilizzabilità degli atti d’indagine. La motivazione del Tribunale del riesame è stata giudicata errata.

La Cassazione ha chiarito che il giudizio di riesame promosso contro il precedente decreto di sequestro era una procedura incidentale autonoma e distinta da quella successiva. L’emissione di un nuovo provvedimento di sequestro, sebbene basato in parte sulle stesse risultanze investigative, ha dato vita a un nuovo procedimento. In questo nuovo contesto, gli atti d’indagine contestati sono stati nuovamente utilizzati per giustificare la misura cautelare.

Di conseguenza, la difesa era pienamente legittimata a eccepire la loro inutilizzabilità nel corso del nuovo incidente cautelare. È irrilevante, secondo la Corte, che la stessa eccezione non sia stata sollevata in un procedimento precedente, relativo a un provvedimento diverso e non più esistente. Ogni nuovo atto impositivo rinnova il diritto della parte interessata a difendersi pienamente, contestando la validità degli elementi posti a suo fondamento.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il procedimento al Tribunale del riesame per un nuovo giudizio. Il Tribunale dovrà ora valutare nel merito la fondatezza dell’eccezione di inutilizzabilità. Qualora accertasse che gli atti sono stati effettivamente compiuti oltre i termini di legge, dovrà verificare se i presupposti per il sequestro sussistono ancora, basandosi esclusivamente sulle acquisizioni investigative legittime e tempestive.

Questa sentenza rafforza un principio di garanzia fondamentale nel processo penale: il diritto alla prova e il rispetto dei termini per le indagini non possono essere elusi. Ogni nuovo provvedimento cautelare deve poggiare su basi giuridiche solide e verificabili, e la difesa ha sempre il diritto di contestare la legittimità degli atti posti a suo carico nel contesto specifico in cui vengono utilizzati.

Quando può essere sollevata un’eccezione di inutilizzabilità per atti di indagine compiuti fuori termine?
Secondo la Corte, l’eccezione può e deve essere sollevata nel primo momento utile all’interno del procedimento in cui tali atti vengono utilizzati per la prima volta. L’emissione di un nuovo e autonomo decreto di sequestro costituisce un nuovo procedimento, nel quale la difesa è pienamente legittimata a sollevare l’eccezione.

Se la difesa non solleva un’eccezione in un primo giudizio di riesame, può farlo in uno successivo?
Sì. La sentenza chiarisce che ogni procedura incidentale è autonoma. L’omissione di un’eccezione in un procedimento relativo a un provvedimento cautelare (poi annullato) non preclude alla difesa di sollevare la medesima eccezione in un procedimento successivo, originato da un nuovo provvedimento.

Qual è la conseguenza se un atto d’indagine viene dichiarato inutilizzabile in un procedimento di riesame?
Il Tribunale del riesame deve riesaminare la richiesta di misura cautelare senza tenere in alcun conto l’atto dichiarato inutilizzabile. Il sequestro può essere confermato solo se i restanti elementi probatori, validamente acquisiti, sono sufficienti a giustificare la misura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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