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Introduzione droga in carcere: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo accusato di introduzione di droga in carcere. La difesa sosteneva la sua inconsapevolezza, ma i giudici hanno ritenuto la sua versione dei fatti “inverosimile”, confermando la misura degli arresti domiciliari. La sentenza sottolinea i limiti del ricorso in Cassazione, che non può riesaminare i fatti, e i criteri per valutare la credibilità delle dichiarazioni dell’indagato.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

L’introduzione di droga in carcere: quando la difesa è “inverosimile”

L’introduzione di droga in carcere è un reato grave che mette a rischio la sicurezza degli istituti penitenziari. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 37529/2025) offre spunti cruciali su come i giudici valutano la credibilità della difesa di chi afferma di essere stato un corriere inconsapevole. Il caso analizzato riguarda un uomo sottoposto agli arresti domiciliari per aver tentato di consegnare un pacco contenente cocaina a un detenuto. La sua versione dei fatti è stata giudicata “inverosimile”, portando alla conferma della misura cautelare.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva arrestato e posto ai domiciliari dopo che, durante un colloquio in carcere, veniva trovato in possesso di un pacco contenente circa 34 grammi di cocaina, suddivisa in 35 involucri e abilmente occultata all’interno di un contenitore di carne. Il pacco era destinato a un detenuto, cognato dell’indagato.

La Tesi Difensiva: Un Corriere Inconsapevole

L’indagato, durante l’interrogatorio, ha sempre sostenuto la sua totale estraneità ai fatti. Ha dichiarato di essere stato semplicemente incaricato dal cognato detenuto di ritirare un pacco da una donna, a lui sconosciuta, e di consegnarglielo, senza essere a conoscenza del contenuto illecito. A sostegno della sua tesi, ha fornito il nome della donna che gli avrebbe dato il pacco.
Secondo la difesa, questa ricostruzione era plausibile e la misura degli arresti domiciliari sproporzionata. Inoltre, si sosteneva che il reato dovesse essere qualificato come fatto di lieve entità, data la quantità non eccessiva di stupefacente.

La Valutazione sull’introduzione droga in carcere della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito (GIP e Tribunale del riesame). Il punto centrale della decisione risiede nei limiti del giudizio di legittimità: la Cassazione non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici precedenti, ma può solo verificare la presenza di violazioni di legge o di vizi logici evidenti nella motivazione.
Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto che la motivazione del Tribunale del riesame fosse pienamente logica e coerente.

Le Motivazioni

La Corte ha evidenziato come il Tribunale del riesame abbia correttamente ritenuto “inverosimile” la versione dell’indagato per diverse ragioni. In primo luogo, un’operazione delicata come l’introduzione di droga in carcere presuppone un forte rapporto di fiducia tra chi ordina e chi esegue. Appare illogico che il detenuto si affidasse a una persona non di fiducia e, allo stesso tempo, che l’esecutore accettasse di ritirare un pacco da una sconosciuta per un carcerato senza porsi domande sul contenuto.
Inoltre, i giudici hanno sottolineato come le modalità di confezionamento e occultamento della cocaina (suddivisa in dosi e nascosta nel cibo) indicassero un livello di organizzazione e professionalità non compatibile con un’attività di spaccio occasionale. Questo elemento è stato decisivo per escludere l’ipotesi del reato di lieve entità (previsto dall’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90), che richiede una minima offensività della condotta in tutti i suoi aspetti.
Infine, la Corte ha ribadito che il quadro di gravità indiziaria necessario per una misura cautelare è un concetto autonomo rispetto alla prova richiesta per una condanna definitiva. Gli elementi raccolti erano più che sufficienti per giustificare gli arresti domiciliari in questa fase preliminare del procedimento.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un’importante conferma di due principi fondamentali. Primo, il ricorso in Cassazione contro le misure cautelari non è una terza istanza di merito; la difesa non può sperare di ottenere una nuova valutazione delle prove. Secondo, la valutazione della credibilità di un indagato si basa su criteri di logica e coerenza con il contesto. Affermare di essere un “corriere inconsapevole” in un’operazione criminale che richiede fiducia e cautela è una difesa difficile da sostenere, a meno che non sia supportata da solidi elementi di riscontro.

È possibile contestare una misura cautelare in Cassazione chiedendo di rivalutare i fatti?
No, il ricorso per cassazione contro le misure cautelari è ammissibile solo se si denunciano violazioni di specifiche norme di legge o una manifesta illogicità della motivazione, ma non quando si propone una diversa valutazione delle circostanze già esaminate dal giudice di merito.

Come valuta un giudice la credibilità della versione di un indagato che nega la consapevolezza di trasportare droga?
Il giudice valuta la credibilità basandosi sulla logica e sulle circostanze concrete. Nel caso esaminato, la versione è stata ritenuta “inverosimile” perché l’operazione di introdurre droga in carcere presuppone un forte rapporto di fiducia e le incongruenze nel racconto la rendono poco credibile.

Quali elementi impediscono di classificare l’introduzione di droga in carcere come un’ipotesi di “lieve entità”?
Secondo la sentenza, anche se il quantitativo non è ingente, elementi come le modalità di confezionamento e l’occultamento della sostanza possono indicare un livello di organizzazione e professionalità. Questi aspetti, se presenti, sono incompatibili con l’ipotesi lieve, che è riservata a casi di minima offensività penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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