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Interrogatorio preventivo: quando si può omettere?

Un individuo in custodia cautelare per spaccio ha presentato ricorso per la mancata applicazione dell’interrogatorio preventivo, introdotto dalla Riforma Nordio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che l’interrogatorio può essere omesso in presenza di un concreto pericolo di inquinamento probatorio. Nel caso specifico, il tentativo dell’indagato di contattare i suoi acquirenti subito dopo un sequestro è stato ritenuto una prova sufficiente di tale rischio, giustificando la misura cautelare senza un’audizione preliminare.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riforma Nordio e Interrogatorio Preventivo: La Cassazione Chiarisce le Eccezioni

La recente Riforma Nordio (legge n. 114/2024) ha introdotto un principio di garanzia fondamentale nel nostro ordinamento: l’interrogatorio preventivo. Salvo eccezioni, prima di applicare una misura cautelare personale, il giudice deve sentire l’indagato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2612/2025) fornisce un chiarimento cruciale su una di queste eccezioni: il pericolo di inquinamento delle prove. Vediamo come la Corte ha bilanciato la nuova garanzia con le esigenze investigative.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un individuo sottoposto alla misura della custodia in carcere per plurimi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti. La misura era stata disposta dal Giudice per le indagini preliminari e successivamente confermata dal Tribunale del riesame.

La difesa ha impugnato l’ordinanza davanti alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione della nuova normativa. Secondo il legale, la misura era stata applicata senza che l’indagato fosse stato prima interrogato, come invece previsto dalla Riforma Nordio. La tesi difensiva sosteneva che le ragioni addotte dai giudici per giustificare tale omissione – basate su due mancati contatti telefonici – fossero insufficienti a configurare un reale pericolo per le indagini.

La Decisione della Cassazione sull’Interrogatorio Preventivo

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della colpevolezza dell’indagato, ma si concentra esclusivamente sulla correttezza procedurale della decisione dei giudici precedenti. Secondo la Cassazione, il ricorso era generico e non si confrontava adeguatamente con le solide motivazioni del Tribunale del riesame.

Il Rischio Concreto di Inquinamento Probatorio

Il punto centrale della decisione è la valutazione del pericolo di inquinamento probatorio. Il Tribunale aveva evidenziato una circostanza specifica e concreta: subito dopo che la polizia giudiziaria aveva sequestrato dosi di stupefacente a due suoi clienti, l’indagato aveva immediatamente cercato di contattarli.

Questo comportamento è stato interpretato dai giudici non come un fatto trascurabile, ma come un “significativo indice di rischio per la genuinità delle prove da acquisire”. L’intento, secondo i giudici, era quello di indurre gli acquirenti a rendere dichiarazioni false o reticenti per ridimensionare le sue responsabilità. Di fronte a questo rischio concreto, l’esigenza di salvaguardare le indagini ha prevalso sulla nuova regola dell’interrogatorio preventivo.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del suo ruolo: non può riesaminare i fatti del processo, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione delle sentenze impugnate. In questo caso, la motivazione del Tribunale è stata ritenuta “congrua ed adeguata”.

I giudici di merito avevano spiegato in modo logico e coerente perché il tentativo di contatto da parte dell’indagato rendesse probabile un tentativo di inquinare le prove, giustificando così l’applicazione della misura cautelare senza attendere l’interrogatorio. Il ricorrente, invece, si è limitato ad affermare apoditticamente l’irrilevanza di tali contatti, senza smontare punto per punto il ragionamento del Tribunale. Questa genericità ha reso il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza offre importanti implicazioni pratiche:

1. L’interrogatorio preventivo non è assoluto: Sebbene sia diventato la regola, esistono eccezioni ben definite, come il pericolo concreto e attuale di inquinamento delle prove.
2. La motivazione è cruciale: Per derogare alla regola dell’interrogatorio, il giudice deve fornire una motivazione specifica, basata su elementi concreti (come nel caso dei tentativi di contatto) e non su mere supposizioni.
3. La genericità dei ricorsi non paga: Per avere successo in Cassazione, non è sufficiente lamentare una violazione di legge. È necessario confrontarsi in modo specifico e critico con le argomentazioni della decisione impugnata, dimostrandone l’illogicità o l’erroneità giuridica.

La Riforma Nordio ha reso l’interrogatorio preventivo sempre obbligatorio prima di una misura cautelare?
No. La legge n. 114 del 2024 ha introdotto l’interrogatorio preventivo come regola generale, ma prevede eccezioni specifiche. Una di queste è la sussistenza di esigenze cautelari come il pericolo di inquinamento delle prove, come stabilito dall’art. 274, comma 1, lettera a) del codice di procedura penale.

Cosa si intende per “pericolo di inquinamento probatorio” in questo caso?
Nel caso esaminato, il pericolo è stato ritenuto concreto perché l’indagato, subito dopo il sequestro di droga a due suoi acquirenti, ha cercato di contattarli. I giudici hanno interpretato questo gesto come un tentativo di influenzarli e alterare le future testimonianze.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile per la sua genericità. L’appellante si è limitato a riproporre le sue tesi senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni logiche e dettagliate del Tribunale, che aveva motivato in modo adeguato la decisione di non procedere all’interrogatorio preventivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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