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Interrogatorio preventivo: quando è obbligatorio?

La Corte di Cassazione chiarisce le regole sull’interrogatorio preventivo. In un caso di usura ed estorsione, il Tribunale del Riesame aveva annullato una misura cautelare per la sua omissione. La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, stabilendo che se i reati, pur non rientrando tra quelli che escludono l’interrogatorio, sono probatoriamente collegati ad altri reati ‘ostativi’ (per i quali l’interrogatorio non è previsto) contestati a coindagati nello stesso procedimento, si applica la disciplina più rigorosa. Di conseguenza, l’interrogatorio preventivo non è dovuto, in virtù del principio di attrazione processuale.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio preventivo: la Cassazione chiarisce quando può essere omesso

L’interrogatorio preventivo rappresenta una garanzia fondamentale per il diritto di difesa, un momento di confronto diretto tra l’indagato e il giudice prima che venga emessa una misura restrittiva della libertà personale. Tuttavia, la legge prevede eccezioni per reati di particolare gravità, per tutelare la segretezza delle indagini. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 26915/2025, affronta un caso complesso, delineando il cosiddetto ‘principio di attrazione’: quando reati comuni sono connessi a reati più gravi, la disciplina procedurale di questi ultimi prevale, escludendo l’obbligo di interrogatorio.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Salerno, che disponeva gli arresti domiciliari per un individuo accusato di usura e tentata estorsione. Il Pubblico Ministero aveva inizialmente contestato anche un’aggravante legata al metodo mafioso. Tuttavia, il GIP, nel disporre la misura, aveva escluso tale aggravante.

La difesa dell’indagato ha impugnato l’ordinanza davanti al Tribunale del Riesame (noto anche come Tribunale della Libertà), sostenendo che, una volta esclusa l’aggravante, i reati contestati non rientravano più nell’elenco di quelli per cui è possibile omettere l’interrogatorio preventivo. Il Tribunale del Riesame ha accolto questa tesi, annullando la misura cautelare per violazione del diritto di difesa.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ha presentato ricorso in Cassazione.

L’importanza dell’interrogatorio preventivo nelle indagini complesse

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando la decisione del Tribunale del Riesame e chiarendo un punto cruciale della procedura penale. Il fulcro della decisione non risiede nella valutazione del singolo reato contestato all’indagato, ma nella visione d’insieme dell’indagine.

I giudici hanno osservato che il procedimento penale in questione era molto più ampio e coinvolgeva altri indagati accusati di reati ‘ostativi’, in particolare il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un delitto per cui la legge esclude la necessità dell’interrogatorio preventivo.

La Corte ha stabilito che, in presenza di un ‘collegamento probatorio qualificato’ tra i reati contestati a diversi indagati, la disciplina processuale prevista per il reato più grave ‘attrae’ e si estende anche a quelli meno gravi. In altre parole, se l’usura e l’estorsione erano probatoriamente connesse alle attività illecite legate all’immigrazione clandestina, l’esigenza di segretezza e l’efficacia dell’azione cautelare per il reato ostativo giustificano l’omissione dell’interrogatorio per tutti i reati collegati.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base di un principio di prevalenza e di gestione unitaria dei procedimenti complessi. Separare le posizioni per applicare a ciascuno un ‘rito’ cautelare diverso (con o senza interrogatorio) sarebbe impraticabile e dannoso per le indagini. Tale separazione, infatti, comporterebbe una ‘discovery’ anticipata degli atti per alcuni indagati, compromettendo l’effetto sorpresa della misura cautelare nei confronti dei coindagati per i reati più gravi.

La disciplina derogatoria, prevista per i reati ostativi, mira a tutelare l’integrità delle indagini e a prevenire l’inquinamento probatorio. Secondo la Corte, questa esigenza prevale quando i reati, sebbene di diversa natura, sono intrinsecamente legati. Pertanto, la regola applicabile non è quella del singolo reato, ma quella del ‘reato più grave’ all’interno del complesso investigativo, a condizione che esista una connessione qualificata (ai sensi dell’art. 12 c.p.p.) o un collegamento probatorio forte (ai sensi dell’art. 371 c.p.p.).

Le conclusioni

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. Rafforza gli strumenti investigativi in procedimenti complessi, come quelli relativi alla criminalità organizzata, dove spesso coesistono reati di diversa gravità ma funzionalmente collegati. Si afferma che il diritto di difesa, pur rimanendo sacro, può essere modulato in modo diverso a seconda del contesto procedimentale. La garanzia del contraddittorio non viene annullata, ma semplicemente posticipata all’interrogatorio ‘di garanzia’, che avviene dopo l’esecuzione della misura cautelare. La decisione delinea un equilibrio tra la necessità di tutelare la segretezza e l’efficacia delle indagini per i reati più allarmanti e il diritto dell’indagato a essere sentito dal giudice.

È sempre obbligatorio l’interrogatorio preventivo prima di una misura cautelare?
No, non è sempre obbligatorio. La legge esclude la necessità dell’interrogatorio preventivo per una serie di reati di particolare gravità, elencati principalmente nell’art. 407, comma 2, lettera a) del codice di procedura penale, per tutelare la segretezza delle indagini.

Cosa succede se un indagato è accusato sia di reati che richiedono l’interrogatorio preventivo sia di reati che non lo richiedono?
Secondo la sentenza, se i reati sono tra loro connessi da un punto di vista probatorio, si applica la disciplina procedurale prevista per il reato più grave. Pertanto, se anche solo uno dei reati contestati è ‘ostativo’ (cioè non richiede l’interrogatorio), l’obbligo di procedere all’interrogatorio viene meno per tutti i reati connessi.

Su cosa si basa la decisione di non effettuare l’interrogatorio preventivo in casi complessi?
La decisione si basa sul ‘principio di attrazione’. La Corte ha stabilito che, in indagini complesse con una pluralità di indagati e reati, l’esigenza di mantenere la riservatezza per i reati più gravi giustifica l’applicazione a tutti i reati collegati delle regole procedurali più severe, che includono l’omissione dell’interrogatorio preventivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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