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Interrogatorio preventivo: quando è nullo l’arresto?

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina aggravata. La decisione si fonda sulla violazione delle nuove norme sull’interrogatorio preventivo. I giudici hanno chiarito che, per derogare a tale obbligo, non è sufficiente un’ipotesi accusatoria, ma è necessario un vaglio sostanziale dei gravi indizi, anche riguardo alle circostanze aggravanti, come l’uso di un’arma. In assenza di prove concrete sull’esistenza dell’arma, la decisione di saltare l’interrogatorio ha reso nullo il provvedimento.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio Preventivo: Quando la sua Omissione Annulla la Custodia Cautelare

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12034/2025) ha riaffermato l’importanza del nuovo istituto dell’interrogatorio preventivo come garanzia fondamentale per l’indagato, stabilendo che la sua omissione, senza una solida giustificazione, comporta la nullità della misura cautelare. La decisione chiarisce che il giudice non può basarsi su una valutazione superficiale o meramente formale per aggirare questa nuova regola procedurale.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva sottoposto a custodia cautelare in carcere con l’accusa di diversi reati, tra cui una rapina impropria aggravata dall’uso di un’arma. Nello specifico, l’accusa sosteneva che l’indagato avesse minacciato l’addetto alla sicurezza di un supermercato con uno spray urticante per assicurarsi la fuga dopo un furto.

Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), ritenendo sussistente l’aggravante dell’uso dell’arma, ha applicato la misura cautelare senza procedere all’interrogatorio preventivo dell’indagato. La difesa ha immediatamente impugnato il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame, sostenendo la nullità dell’ordinanza. La tesi difensiva si basava sulla debolezza degli indizi relativi all’uso dell’arma: la persona offesa aveva dichiarato di aver visto “qualcosa che sembrava uno spray”, una mera impressione soggettiva non supportata da altri riscontri. Di conseguenza, secondo la difesa, non sussistevano i presupposti per derogare alla regola generale dell’interrogatorio.

La Questione Giuridica sull’Interrogatorio Preventivo

Il nodo centrale della questione riguarda l’applicazione delle nuove norme introdotte dalla legge 114 del 2024, che hanno reso l’interrogatorio preventivo la regola prima di poter disporre una misura cautelare. La legge prevede delle eccezioni, consentendo al giudice di omettere questo passaggio in presenza di specifiche esigenze cautelari (come il pericolo di fuga o di inquinamento probatorio) o per reati di particolare gravità, tra cui quelli commessi con l’uso di armi.

Il Tribunale del Riesame aveva respinto l’appello della difesa, sostenendo che la valutazione sulla sussistenza dell’aggravante fosse una questione di merito da approfondire in dibattimento e che, in fase cautelare, fosse sufficiente un controllo formale sulla base dell’ipotesi accusatoria. La Corte di Cassazione, invece, ha ribaltato questa interpretazione, ponendo un principio di diritto molto più garantista.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’obbligo di un vaglio sostanziale

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza e rinviando per un nuovo giudizio. I giudici hanno stabilito che la valutazione che il giudice deve compiere per decidere se applicare o meno la deroga all’interrogatorio preventivo non può essere meramente formale. Al contrario, deve trattarsi di una valutazione sostanziale e approfondita dei gravi indizi di colpevolezza, che deve investire anche le circostanze aggravanti che giustificherebbero l’eccezione alla regola.

le motivazioni

La Corte ha spiegato che ridurre questo controllo a una semplice presa d’atto dell’ipotesi accusatoria svuoterebbe di significato la riforma. Il giudice cautelare ha il dovere di verificare, sulla base degli atti a sua disposizione, se gli elementi indiziari a sostegno dell’aggravante siano concreti e seri. Nel caso di specie, l’impressione soggettiva della vittima, non corroborata da alcun altro elemento (come il ritrovamento dello spray o altre testimonianze), è stata ritenuta insufficiente a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla sussistenza dell’aggravante. Mancando un solido quadro indiziario sull’uso dell’arma, veniva meno il presupposto per derogare all’obbligo dell’interrogatorio. L’erronea diagnosi del GIP ha quindi comportato la nullità del provvedimento genetico, come previsto espressamente dalla nuova normativa.

le conclusioni

Questa sentenza rappresenta un’importante affermazione del principio del contraddittorio anticipato nel procedimento cautelare. Stabilisce che le eccezioni alla regola dell’interrogatorio preventivo devono essere applicate con rigore e solo a seguito di una valutazione effettiva e non superficiale degli elementi a disposizione del giudice. Non basta la contestazione di un’aggravante da parte del PM per “bypassare” le garanzie difensive; il giudice deve accertare che tale contestazione sia supportata da indizi gravi, concreti e attendibili. La decisione rafforza così la tutela della libertà personale, assicurando che la sua compressione avvenga solo dopo aver dato all’indagato la possibilità di essere ascoltato, salvo nei casi in cui un’urgenza o una gravità, concretamente accertata, lo impediscano.

È sempre obbligatorio l’interrogatorio preventivo prima di applicare la custodia cautelare in carcere?
No, non sempre. La legge lo prevede come regola generale, ma esistono eccezioni specifiche. L’interrogatorio può essere omesso in caso di pericolo di fuga o inquinamento delle prove, oppure per reati di particolare gravità, come quelli commessi con uso di armi o altri mezzi di violenza personale.

Che tipo di valutazione deve fare il giudice per decidere se omettere l’interrogatorio preventivo?
Secondo la Corte, il giudice non può limitarsi a un controllo formale dell’accusa. Deve compiere una valutazione sostanziale e approfondita degli elementi indiziari. Questo significa che deve verificare se i gravi indizi di colpevolezza sussistono concretamente anche per le circostanze aggravanti (come l’uso dell’arma) che giustificherebbero l’omissione dell’interrogatorio.

Cosa succede se un’ordinanza di custodia cautelare viene emessa senza l’interrogatorio preventivo, quando invece era necessario?
L’ordinanza è nulla. La sentenza chiarisce che l’erronea valutazione da parte del giudice sui presupposti per derogare all’obbligo dell’interrogatorio comporta la nullità del provvedimento cautelare, come espressamente previsto dall’art. 292, comma 3-bis, del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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