LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Interrogatorio preventivo: omissione e nullità

Un imprenditore del settore funebre, sottoposto a misura cautelare per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando l’omissione del nuovo istituto dell’interrogatorio preventivo. La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, stabilendo che, sebbene l’omissione di tale interrogatorio comporti una nullità, questa è sanata qualora sussista un concreto e attuale pericolo di inquinamento probatorio. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto giustificata l’omissione in virtù di precedenti tentativi degli indagati di ostacolare le indagini. La sentenza ha inoltre confermato la qualificazione del reato come corruzione sistemica e non concussione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio preventivo: la Cassazione sui limiti alla sua omissione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 27818/2025) offre un’analisi cruciale sulla nuova disciplina dell’interrogatorio preventivo, introdotta dalla Legge n. 114/2024. Questa pronuncia chiarisce in quali circostanze un giudice può omettere questo fondamentale atto di garanzia senza incorrere in una nullità insanabile. Il caso esaminato riguarda un’associazione per delinquere nel settore delle onoranze funebri, ma i principi espressi dalla Corte hanno una portata generale e di estremo interesse per tutti gli operatori del diritto.

I fatti del caso

Il procedimento penale ha origine da un’indagine che ha svelato un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica Amministrazione. L’organizzazione vedeva la partecipazione di personale sanitario e imprenditori di pompe funebri. Secondo l’accusa, questi ultimi ottenevano false certificazioni necroscopiche in cambio di somme di denaro, creando un sistema corruttivo stabile e ben rodato.
Uno degli imprenditori coinvolti veniva sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Contro questa ordinanza, la sua difesa proponeva ricorso per Cassazione.

I motivi del ricorso

Il ricorso si fondava principalmente su tre doglianze:
1. Mancata valutazione autonoma: la difesa sosteneva che il Giudice per le indagini preliminari si fosse limitato a recepire acriticamente la richiesta del Pubblico Ministero, senza un’effettiva e autonoma valutazione degli indizi.
2. Omissione dell’interrogatorio preventivo: il motivo centrale del ricorso riguardava la violazione dell’art. 291 cod. proc. pen., come modificato dalla L. 114/2024, per non aver proceduto all’interrogatorio dell’indagato prima dell’applicazione della misura cautelare.
3. Insussistenza dei gravi indizi: si contestava la qualificazione del fatto come associazione per delinquere, sostenendo che gli imprenditori fossero in realtà vittime di una ‘concussione ambientale’ da parte dei sanitari, e non partecipi di un patto corruttivo.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sull’interrogatorio preventivo

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, fornendo una disamina approfondita sulla questione dell’interrogatorio preventivo. Gli Ermellini hanno innanzitutto ribadito che l’omissione di tale adempimento procedurale configura una nullità a regime intermedio (art. 178, lett. c, cod. proc. pen.). Questo significa che la nullità deve essere eccepita dalla difesa nel primo atto utile, che in questo contesto è il ricorso al Tribunale del Riesame.

Tuttavia, la legge stessa prevede delle eccezioni all’obbligo di interrogatorio. La più rilevante è la sussistenza del pericolo di inquinamento delle prove (art. 274, lett. a, cod. proc. pen.). La Corte ha specificato che tale pericolo non può essere meramente presunto, ma deve essere concreto e attuale, basato su elementi specifici emersi dalle indagini.

Nel caso di specie, il Tribunale del Riesame aveva correttamente evidenziato episodi concreti che dimostravano il rischio di inquinamento probatorio: la manomissione di una telecamera, la divulgazione di atti d’indagine e la decisione degli indagati di adottare ‘contromisure’ per eludere le intercettazioni. Di fronte a un quadro così delineato, la Corte ha concluso che l’omissione dell’interrogatorio preventivo era pienamente giustificata, e che il potere del giudice della cautela era stato esercitato legittimamente.

Le motivazioni sulla qualificazione del reato

La Cassazione ha respinto anche la tesi della concussione ambientale. Secondo i giudici, gli elementi raccolti dimostravano l’esistenza di un vero e proprio pactum sceleris tra sanitari e imprenditori. Non vi era una costrizione o un’induzione unilaterale, ma una libera convergenza di volontà verso un comune obiettivo illecito. Le imprese funebri traevano un indubbio vantaggio dal sistema – procedure più rapide e costi scaricati sui parenti dei defunti – e collaboravano attivamente al suo consolidamento. La relazione tra le parti era paritetica, tipica del patto corruttivo, escludendo quindi qualsiasi stato di soggezione.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto di riferimento per l’applicazione del nuovo istituto dell’interrogatorio preventivo. La Corte di Cassazione bilancia la nuova garanzia difensiva con le imprescindibili esigenze investigative. Se da un lato l’interrogatorio anticipato rafforza il contraddittorio, dall’altro non può paralizzare l’azione cautelare quando vi sia un rischio concreto e documentato che l’indagato possa compromettere l’acquisizione delle prove. La decisione sottolinea l’onere per i giudici di merito di motivare in modo puntuale e non stereotipato la sussistenza di tale pericolo, fondando la propria valutazione su elementi specifici e non su mere congetture.

Quando può essere omesso l’interrogatorio preventivo prima di applicare una misura cautelare?
L’interrogatorio preventivo può essere omesso quando sussiste un’esigenza cautelare ostativa, come il pericolo di fuga (art. 274, lett. b) o, come nel caso di specie, il pericolo concreto e attuale di inquinamento della prova (art. 274, lett. a), cod. proc. pen.).

Cosa accade se il giudice omette l’interrogatorio preventivo senza una ragione valida?
L’omissione ingiustificata dell’interrogatorio preventivo determina una nullità dell’ordinanza cautelare. Si tratta di una nullità a regime intermedio, che deve essere eccepita dalla parte interessata, tipicamente con la richiesta di riesame, per non essere sanata.

Qual è la differenza tra concussione e corruzione in un caso come questo, secondo la Corte?
La Corte ha escluso la concussione perché mancava una condotta costrittiva o induttiva da parte dei pubblici ufficiali. Al contrario, ha ravvisato una corruzione basata su un ‘patto corruttivo’ e un rapporto paritetico, in cui sia i medici che gli imprenditori traevano vantaggi reciproci dal sistema illecito, aderendovi volontariamente per conseguire un comune obiettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati