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Interrogatorio di garanzia: quando va ripetuto?

Un indagato, sottoposto a misura cautelare da un giudice poi dichiaratosi incompetente, ha contestato la mancata ripetizione dell’interrogatorio di garanzia da parte del nuovo giudice competente. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: le questioni sull’efficacia della misura, come l’omesso interrogatorio, non possono essere sollevate in sede di riesame, ma devono essere presentate al giudice procedente tramite un’istanza di revoca. Il riesame è limitato alla valutazione della legittimità originaria del provvedimento.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interrogatorio di garanzia: la Cassazione sui limiti del riesame

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13226 del 2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: l’interrogatorio di garanzia e gli strumenti per far valere la sua omissione. La decisione chiarisce in modo netto la distinzione tra il procedimento di riesame, destinato a verificare la legittimità originaria di una misura cautelare, e le sedi appropriate per contestare vizi che ne inficiano la persistenza nel tempo.

I fatti del caso

Il caso ha origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Teramo per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti. Lo stesso giudice, pur applicando la misura, si dichiarava incompetente per territorio, indicando come competente il Tribunale di Milano e trasmettendo gli atti. L’indagato, una volta che il caso era giunto a Milano, proponeva ricorso al Tribunale del Riesame, lamentando che il GIP milanese non avesse provveduto a un nuovo interrogatorio di garanzia. Secondo la difesa, questo adempimento era necessario poiché il GIP di Milano aveva ravvisato esigenze cautelari (il pericolo di fuga) diverse da quelle del giudice di Teramo. Inoltre, si contestava la validità del primo interrogatorio, avvenuto solo con registrazione fonografica e non audiovisiva.

I motivi del ricorso e il ruolo dell’interrogatorio di garanzia

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su due motivi principali.

1. Violazione di legge per omesso interrogatorio: La difesa sosteneva che l’omissione dell’interrogatorio da parte del giudice competente (Milano) avesse causato la perdita di efficacia della misura cautelare. Tale doglianza, secondo il ricorrente, doveva essere esaminata dal Tribunale del Riesame, in quanto presentata unitamente ad altre censure sulla legittimità genetica del provvedimento.
2. Vizio di motivazione sulle esigenze cautelari: Si contestava la valutazione del GIP di Milano che, a differenza del collega di Teramo, aveva ritenuto sussistente il pericolo di fuga, nonostante l’indagato avesse un’attività lavorativa e un radicamento sul territorio italiano.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, fornendo importanti chiarimenti procedurali.

In primo luogo, ha ribadito un principio consolidato, sancito dalle Sezioni Unite: il procedimento di riesame è preordinato esclusivamente alla verifica dei presupposti che hanno legittimato l’adozione della misura cautelare, non a quelli che incidono sulla sua persistenza. L’omissione o l’invalidità dell’interrogatorio di garanzia (previsto dall’art. 294 c.p.p.) è una vicenda successiva all’emissione del titolo cautelare. Essa non ne intacca la legittimità intrinseca, ma ne può causare la perdita di efficacia. Di conseguenza, tale vizio non può essere fatto valere con il riesame, ma deve essere dedotto con un’apposita istanza di revoca al giudice che procede, ai sensi dell’art. 306 c.p.p.

La Corte ha specificato che, nel caso di passaggio da un giudice incompetente a uno competente, non è necessario un nuovo interrogatorio se la misura viene rinnovata sulla base degli stessi fatti e delle medesime esigenze cautelari. Nel caso di specie, il GIP di Milano aveva confermato l’esigenza principale (pericolo di reiterazione del reato) già individuata dal giudice di Teramo, senza fondare la sua decisione su elementi nuovi.

Infine, riguardo alla questione della registrazione, la Corte ha giudicato la censura manifestamente infondata. L’art. 141 bis c.p.p. prevede che l’interrogatorio sia documentato con mezzi di riproduzione audiovisiva o, se ciò non è possibile, con mezzi di riproduzione fonografica. La semplice fono-registrazione è quindi una modalità ammessa dalla legge.

Sul secondo motivo, relativo alle esigenze cautelari, la Cassazione ha ricordato che la valutazione del merito è insindacabile in sede di legittimità se la motivazione del giudice è logica e coerente. Nel caso in esame, il Tribunale aveva adeguatamente giustificato il pericolo di recidiva sulla base della partecipazione dell’indagato a una struttura criminale organizzata con ingenti disponibilità economiche e collegamenti internazionali.

Le conclusioni

La sentenza rafforza una chiara linea di demarcazione tra gli strumenti a disposizione della difesa. Il riesame serve a contestare il ‘perché’ una persona è stata sottoposta a misura cautelare (gravità indiziaria, esigenze cautelari). Questioni procedurali successive, come la mancata celebrazione dell’interrogatorio di garanzia, che attengono alla ‘permanenza’ della misura, devono seguire un percorso diverso, ovvero l’istanza di revoca al giudice del procedimento principale. Questa distinzione è fondamentale per garantire la corretta gestione dei procedimenti e l’efficace tutela dei diritti, incanalando ogni doglianza nella sede processuale appropriata.

È possibile contestare la mancata effettuazione dell’interrogatorio di garanzia nel procedimento di riesame?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il procedimento di riesame è preordinato alla verifica della legittimità originaria del provvedimento cautelare. La mancata effettuazione dell’interrogatorio è una vicenda successiva che incide sulla persistenza della misura e deve essere fatta valere con un’istanza di revoca al giudice che procede, ai sensi dell’art. 306 c.p.p.

Se un giudice incompetente emette una misura cautelare e quello competente la rinnova, è necessario un nuovo interrogatorio di garanzia?
Non necessariamente. Un nuovo interrogatorio non è richiesto se la misura viene rinnovata senza fondarsi su fatti nuovi o su esigenze cautelari diverse da quelle poste a sostegno del provvedimento emesso dal giudice incompetente. L’interrogatorio già svolto conserva la sua efficacia.

La sola fono-registrazione dell’interrogatorio, senza video, ne determina la nullità?
No. La questione è stata ritenuta manifestamente infondata. L’art. 141 bis del codice di procedura penale prevede che l’interrogatorio di persona in stato di detenzione sia documentato con mezzi di riproduzione audiovisiva, ma stabilisce che, qualora ciò non sia possibile, si possa procedere con mezzi di riproduzione fonografica. La fono-registrazione è quindi un’alternativa pienamente valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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