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Interesse pubblico del PM: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore Generale avverso una sentenza che, pur dichiarando un reato estinto per prescrizione, condannava l’imputata al risarcimento dei danni. La Corte ha stabilito che l’interesse pubblico del PM non si estende alla tutela di interessi puramente civilistici e privati, come quelli relativi al risarcimento, la cui impugnazione spetta esclusivamente alle parti private coinvolte.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interesse pubblico del PM: la Cassazione fissa i paletti sull’impugnazione civile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 17297/2025) torna a delineare i confini del potere di impugnazione del Pubblico Ministero, chiarendo quando l’appello proposto da quest’ultimo sia privo di legittimazione. Il caso offre uno spunto fondamentale per comprendere la distinzione tra l’interesse pubblico del PM e gli interessi meramente privati delle parti, specialmente in relazione alle statuizioni civili derivanti da un reato.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Cassino aveva dichiarato di non doversi procedere nei confronti di un’imputata per il reato di atti persecutori, in quanto estinto per prescrizione. Tuttavia, la stessa sentenza condannava l’imputata a risarcire la parte civile con una somma di 5.000,00 euro per danni non patrimoniali, oltre al pagamento delle spese legali.

Sorprendentemente, a proporre ricorso contro questa decisione non è stata l’imputata, bensì il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Roma. Il ricorso mirava all’annullamento delle sole statuizioni civili, sostenendo che, in primo grado, il giudice penale può decidere sulla domanda civile solo in caso di condanna penale, e non in caso di prescrizione.

L’Impugnazione e la Posizione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del Procuratore Generale inammissibile. Il punto focale della decisione risiede nella natura dell’interesse che legittima il Pubblico Ministero a impugnare una sentenza.

Il PM è un organo istituzionalmente deputato alla vigilanza sull’osservanza delle leggi e sulla corretta amministrazione della giustizia. In tale veste, ha interesse a contrastare provvedimenti illegittimi, ma questo potere non è illimitato. Non può, infatti, sostituirsi alle parti private per censurare statuizioni che ledono esclusivamente i loro interessi civili.

I Limiti dell’interesse pubblico del PM

La Corte ha ribadito un principio consolidato: il Pubblico Ministero è estraneo al rapporto processuale civile che si innesta nel processo penale. Di conseguenza, non è portatore di un interesse concreto ad agire per questioni di natura puramente risarcitoria.

L’interesse pubblico del PM giustifica un’impugnazione solo quando si tratta di:
1. Contrastare provvedimenti emessi in violazione del principio di legalità.
2. Far valere questioni di interesse pubblico rilevabili d’ufficio in ogni stato e grado del processo (come le nullità assolute).
3. Conseguire effetti favorevoli all’imputato, ma solo a condizione che emerga chiaramente un interesse a evitare un errore giudiziario o una violazione di legge fondamentale, e non per mere questioni patrimoniali.

Nel caso specifico, l’impugnazione del PM era volta unicamente a tutelare l’interesse privato dell’imputata, condannata al risarcimento. L’imputata stessa, non impugnando la sentenza, aveva mostrato acquiescenza alla decisione. L’inerzia della parte privata non può essere superata da un’iniziativa surrogatoria del PM, specialmente quando la violazione di legge lamentata non integra una nullità assoluta o una questione di preminente interesse pubblico.

Le Motivazioni della Cassazione

I giudici hanno spiegato che consentire al PM di impugnare liberamente le statuizioni civili equivarrebbe a vanificare le regole sull’acquiescenza e sulla titolarità dell’azione. La scelta dell’imputata di non impugnare la condanna civile potrebbe essere stata deliberata, magari per evitare i costi e le incertezze di un giudizio civile separato. Il PM, agendo in sua vece, si sarebbe intromesso in una sfera di interessi puramente privatistici.

La Corte ha sottolineato che il PM non è legittimato ad agire per il mero fine di tutelare gli interessi civili delle parti, né della persona offesa né dell’imputato. Il suo ruolo è garantire la legalità del processo penale, non la corretta gestione delle pretese risarcitorie, la cui tutela è affidata all’iniziativa delle parti private.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma con forza che il potere di impugnazione del Pubblico Ministero deve essere ancorato a un interesse concreto, attuale e, soprattutto, pubblico. Non è sufficiente la mera violazione di una norma processuale a giustificare il suo intervento se tale violazione incide esclusivamente sugli interessi patrimoniali di una parte privata che ha scelto di non agire. Pertanto, il ricorso del PM finalizzato a ottenere l’annullamento della condanna al risarcimento dei danni, in assenza di un interesse pubblico rilevabile d’ufficio, è stato correttamente dichiarato inammissibile per carenza di interesse.

Il Pubblico Ministero può impugnare una sentenza penale per tutelare gli interessi civili dell’imputato?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il Pubblico Ministero non è legittimato a impugnare un provvedimento all’esclusivo fine di tutelare gli interessi civili di una parte privata, inclusa l’imputata. Il suo potere di impugnazione è limitato alla tutela della legalità e a questioni di interesse pubblico.

Cosa si intende per “interesse pubblico” che giustifica l’impugnazione del PM?
Per interesse pubblico si intendono le questioni che trascendono l’interesse delle singole parti, come la violazione del principio di legalità o le nullità assolute rilevabili d’ufficio. Non rientrano in questa categoria le statuizioni di natura puramente civilistica, come la condanna al risarcimento del danno, che sono nella disponibilità delle parti private.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse. Il PM mirava a tutelare l’interesse privato dell’imputata (evitare il pagamento del risarcimento) e non un interesse pubblico. L’imputata, non avendo impugnato la sentenza, aveva mostrato acquiescenza, e il PM non può sostituirsi alla sua volontà per questioni di natura esclusivamente patrimoniale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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