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Interesse dell’indagato: riesame sequestro preventivo

Un indagato, legale rappresentante di una società, proponeva riesame contro il sequestro preventivo di un furgone aziendale. Il Tribunale dichiarava la richiesta inammissibile per carenza di interesse, non essendo l’indagato proprietario del bene. La Corte di Cassazione, rilevando un profondo contrasto giurisprudenziale sulla nozione di interesse dell’indagato a impugnare un sequestro quando non ha diritto alla restituzione, ha rimesso la questione alle Sezioni Unite per una decisione definitiva.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: Qual è l’Interesse dell’Indagato a Impugnare? La Cassazione alle Sezioni Unite

L’ordinanza in esame affronta una questione cruciale nella procedura penale: qual è la natura e il contenuto dell’interesse dell’indagato a proporre riesame avverso un sequestro preventivo quando non è il proprietario del bene? La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, di fronte a un radicato contrasto giurisprudenziale, ha deciso di rimettere la questione alle Sezioni Unite, aprendo la strada a un chiarimento definitivo su un punto che tocca da vicino i diritti di difesa.

I Fatti di Causa

Il caso origina da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Roma a carico di un furgone. L’indagato, legale rappresentante di una società, era accusato del reato di cui all’art. 388 c.p. (mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice) per aver compiuto atti simulati e fraudolenti, come la cessione del furgone tra due società da lui gestite, al fine di sottrarsi agli obblighi derivanti da una sentenza civile che ne ordinava il trasferimento a una terza società.

L’indagato proponeva richiesta di riesame, sostenendo, tra le altre cose, l’improcedibilità dell’azione penale per tardività della querela. Il Tribunale del Riesame, tuttavia, dichiarava la richiesta inammissibile per difetto di interesse, argomentando che l’indagato non era il titolare del bene e, pertanto, anche in caso di annullamento del sequestro, non avrebbe avuto diritto alla sua restituzione.

Il Contrastante Interesse dell’Indagato nel Sequestro

La questione giunge in Cassazione, dove emerge un chiaro conflitto tra due orientamenti interpretativi riguardo alla legittimazione dell’indagato a impugnare il sequestro preventivo.

L’Orientamento Maggioritario: L’Interesse Concreto alla Restituzione

Secondo la tesi prevalente, l’indagato non titolare del bene sequestrato può impugnare il provvedimento solo se dimostra un interesse concreto e attuale, che si identifica con il diritto a ottenere la restituzione della cosa. In assenza di una relazione diretta con il bene che ne giustifichi la pretesa restitutoria, l’impugnazione sarebbe priva di scopo pratico e quindi inammissibile. L’interesse a una mera pronuncia sulla legalità del sequestro o sull’insussistenza del fumus commissi delicti non sarebbe sufficiente, data l’autonomia tra il giudizio cautelare e quello di merito.

L’Orientamento Minoritario: La Legittimità a Prescindere dalla Titolarità

Un secondo indirizzo, risalente ma ancora sostenuto, afferma invece che l’indagato è sempre legittimato a proporre riesame, indipendentemente dal fatto che i beni siano nella sua disponibilità o in quella di terzi. Questo orientamento ritiene che l’interesse dell’indagato non si esaurisca nella restituzione, ma possa risiedere nell’ottenere l’annullamento di un provvedimento illegittimo che incide sul procedimento penale a suo carico.

Le Motivazioni della Rimessione alle Sezioni Unite

La Sesta Sezione Penale, nel rimettere la questione, valorizza le argomentazioni dell’orientamento minoritario. Si osserva che l’art. 322 c.p.p. distingue testualmente tra “l’imputato” e “la persona che avrebbe diritto alla loro restituzione”, suggerendo che le due figure non debbano necessariamente coincidere e che i loro interessi possano essere distinti. L’interesse dell’indagato, quindi, non si esaurisce nella pretesa restitutoria.

L’ordinanza sottolinea che l’annullamento del titolo cautelare può avere conseguenze rilevanti sul procedimento principale, a prescindere dalla restituzione del bene. Ciò è particolarmente evidente in casi come quello di specie, dove si contesta una condizione di procedibilità (la ritualità della querela). Accertare che la querela è stata proposta da un soggetto non legittimato o fuori termine non porterebbe alla restituzione del bene all’indagato, ma potrebbe determinare l’improcedibilità dell’azione penale e, quindi, la fine del procedimento a suo carico. Questo rappresenta un interesse giuridicamente rilevante, concreto e attuale.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha ritenuto che il contrasto interpretativo sull’interesse dell’indagato a impugnare il sequestro preventivo meriti una risoluzione da parte delle Sezioni Unite. La futura decisione avrà un impatto significativo sulla portata del diritto di difesa nell’ambito delle misure cautelari reali. Si dovrà chiarire se l’interesse a impugnare possa essere anche di natura puramente processuale – volto a far valere l’illegittimità del provvedimento e le sue ricadute sul procedimento principale – o se debba essere sempre e solo ancorato a una pretesa materiale sul bene sequestrato. La risposta definirà i confini della legittimazione ad agire e l’effettività della tutela per l’indagato.

Un indagato può contestare il sequestro di un bene che non gli appartiene?
La questione è oggetto di un contrasto giurisprudenziale. Secondo l’orientamento maggioritario, può farlo solo se ha un interesse concreto alla restituzione del bene. Secondo l’orientamento minoritario, l’indagato è sempre legittimato a contestare la legalità del sequestro, poiché l’annullamento del provvedimento incide sul procedimento penale a suo carico, a prescindere dal diritto alla restituzione. La Corte ha rimesso la questione alle Sezioni Unite per una decisione definitiva.

Qual è la differenza tra l’interesse a impugnare nel sequestro probatorio e in quello preventivo?
Nel sequestro probatorio, l’interesse dell’indagato è quello di impedire che il bene venga utilizzato come prova a suo carico. Nel sequestro preventivo, che ha finalità cautelari, l’orientamento maggioritario ritiene che l’interesse debba consistere in una pretesa alla restituzione del bene, basata su una relazione concreta con la cosa.

Perché la Corte di Cassazione ha rimesso la questione alle Sezioni Unite?
La Corte ha riscontrato un profondo e persistente contrasto interpretativo tra le sue diverse sezioni riguardo alla definizione e al contenuto dell’interesse che legittima l’indagato (non proprietario del bene) a proporre riesame contro un sequestro preventivo. Per garantire l’uniformità del diritto e fornire una guida chiara, ha ritenuto necessario un intervento risolutore delle Sezioni Unite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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