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Interesse ad impugnare: socio e sequestro beni S.r.l.

La Corte di Cassazione ha chiarito i limiti dell’interesse ad impugnare del socio di una S.r.l. in caso di sequestro preventivo. Con la sentenza n. 26543/2024, è stato stabilito che il socio, anche se detentore di quasi tutte le quote, non può impugnare il sequestro dei beni aziendali, poiché appartengono a un soggetto giuridico distinto. L’interesse del socio è riconosciuto solo per il sequestro delle proprie quote sociali. Di conseguenza, la Corte ha annullato la decisione del Tribunale del Riesame che aveva accolto l’impugnazione del socio per i beni della società.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Interesse ad impugnare: la Cassazione chiarisce i limiti del socio per i beni della S.r.l.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26543 del 2024, è intervenuta su una questione cruciale di procedura penale, definendo i confini dell’interesse ad impugnare del socio di una società a responsabilità limitata in relazione al sequestro preventivo di beni appartenenti alla società stessa. Questa pronuncia offre un’importante lezione sulla distinzione tra la posizione giuridica del socio e quella dell’ente societario, anche quando il primo detiene la quasi totalità del capitale sociale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un procedimento penale per reati ambientali, in particolare per gestione illecita di rifiuti e molestie olfattive, a carico dell’amministratore di una S.r.l. e della società stessa ai sensi del D.Lgs. 231/2001. Il Giudice per le Indagini Preliminari aveva disposto il sequestro preventivo di un impianto di recupero rifiuti, beni aziendali, macchinari e delle quote sociali.

Contro tale provvedimento, i difensori della persona fisica indagata avevano proposto istanza di riesame. Il Tribunale della Libertà, accogliendo la richiesta, annullava il decreto di sequestro, ritenendo inutilizzabili gli atti di indagine perché compiuti oltre i termini di scadenza.

Il Procuratore della Repubblica ricorreva quindi in Cassazione, lamentando diversi vizi della decisione, tra cui, in particolare, l’inammissibilità dell’originaria istanza di riesame per carenza di interesse da parte del socio a impugnare il sequestro di beni non suoi, ma della società.

La Questione Giuridica: Legittimazione vs. Interesse ad Impugnare

Il cuore della decisione della Suprema Corte ruota attorno alla distinzione fondamentale tra due concetti processuali: la legittimazione ad impugnare e l’interesse ad impugnare.

L’articolo 322 del codice di procedura penale conferisce la legittimazione a proporre riesame contro un decreto di sequestro all’imputato (o persona indagata). Tuttavia, l’articolo 568, comma 4, c.p.p. stabilisce un principio generale: “per proporre impugnazione è necessario avervi interesse”.

Questo significa che non basta essere legittimati dalla legge a presentare un’impugnazione; è anche necessario dimostrare di avere un interesse concreto, attuale e giuridicamente rilevante. L’impugnazione deve essere lo strumento per ottenere un risultato pratico favorevole, eliminando un provvedimento pregiudizievole e creando una situazione più vantaggiosa per l’impugnante.

L’Analisi della Corte sull’Interesse ad Impugnare del Socio

La Cassazione ha applicato questi principi al caso di specie, affermando che il socio, sebbene persona sottoposta a indagini e quindi legittimato a chiedere il riesame, mancava di un concreto interesse ad impugnare il sequestro dei beni societari (impianto, macchinari, etc.).

La Corte sottolinea che la società di capitali è un soggetto giuridico autonomo, con un patrimonio distinto da quello dei suoi soci. I beni sequestrati appartengono alla società, non alla persona fisica. Di conseguenza, un eventuale annullamento del sequestro su tali beni non comporterebbe una restituzione in favore del socio, ma della società stessa. L’interesse del socio a che la società rientri in possesso dei suoi beni è un interesse di mero fatto, legato al buon andamento dell’attività economica, ma non un diritto soggettivo diretto e tutelabile attraverso l’impugnazione personale.

Discorso diverso vale, invece, per le quote sociali. Queste rappresentano un diritto patrimoniale autonomo di proprietà del socio. Pertanto, riguardo al sequestro delle proprie quote, il socio ha un interesse diretto, concreto e attuale a ottenerne la restituzione e può legittimamente impugnare il provvedimento.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su consolidati principi giurisprudenziali. Viene ribadito che il sistema processuale non ammette impugnazioni volte alla mera affermazione teorica di un principio di diritto, ma richiede un beneficio pratico per l’appellante. Nel caso specifico, l’indagato, in quanto persona fisica, non aveva alcun diritto soggettivo attivo leso dal sequestro dei beni aziendali. Egli, non essendo proprietario di tali beni, non avrebbe potuto ottenerne la restituzione. Il suo interesse era indiretto e non sufficiente a radicare l’interesse richiesto dall’art. 568 c.p.p. Anche il fatto di essere titolare del 98% delle quote sociali non cambia la sostanza, poiché la soggettività giuridica della società di capitali non è influenzata dalla composizione del capitale sociale. La Corte ha quindi ritenuto che l’istanza di riesame, nella parte relativa ai beni della S.r.l., fosse stata proposta da un soggetto che, sebbene legittimato, era privo dell’interesse necessario.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame limitatamente ai beni di proprietà della società (impianto, beni aziendali, mezzi e macchinari). Ha dichiarato inammissibile nel resto il ricorso del Pubblico Ministero. La decisione ripristina, di fatto, il sequestro sui beni aziendali, poiché l’impugnazione originaria che ne aveva causato l’annullamento è stata giudicata inammissibile. Questa sentenza rafforza il principio della separazione patrimoniale tra società e soci e chiarisce che, in sede penale, le tutele processuali devono essere esercitate dai soggetti che ne sono diretti titolari.

Un socio di una S.r.l. può impugnare il sequestro di beni di proprietà della società?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il singolo socio, anche se detentore della quasi totalità delle quote, non ha un interesse giuridicamente rilevante, concreto e attuale per impugnare il sequestro di beni appartenenti alla società, che è un soggetto giuridico distinto.

Qual è la differenza tra legittimazione e interesse ad impugnare?
La legittimazione è il diritto, conferito dalla legge a un soggetto, di proporre un’impugnazione. L’interesse ad impugnare è un requisito ulteriore e richiede che dall’accoglimento dell’impugnazione derivi un vantaggio pratico e concreto per chi la propone. Si può essere legittimati ma non avere interesse.

Il socio ha interesse a impugnare il sequestro delle proprie quote sociali?
Sì. La sentenza chiarisce che, a differenza dei beni aziendali, le quote sociali costituiscono diritti patrimoniali autonomi del socio. Pertanto, il socio ha un interesse diretto e concreto a chiederne la restituzione e può validamente impugnare il sequestro che le riguarda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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