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Intercettazioni telefoniche: quando sono utilizzabili?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato che contestava l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ritenute tardive. La Corte chiarisce che una nuova iscrizione per un diverso reato, come l’associazione per delinquere, apre un nuovo termine per le indagini, rendendo legittime le captazioni successive. La decisione si fonda sulla verifica degli atti processuali che confermavano la corretta iscrizione del nuovo reato, rendendo le intercettazioni telefoniche pienamente utilizzabili ai fini della misura cautelare.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Intercettazioni Telefoniche: la Cassazione sulla Validità dopo Nuova Iscrizione a Reato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 35244/2025, affronta un tema cruciale nella procedura penale: l’utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche disposte dopo la scadenza dei termini di indagine. Il caso offre spunti fondamentali per comprendere come una nuova iscrizione di reato possa ‘riaprire’ i termini per le attività investigative, legittimando atti altrimenti inutilizzabili. La decisione conferma la misura cautelare per un indagato accusato di associazione per delinquere finalizzata a riciclaggio, autoriciclaggio e reati fiscali.

I Fatti di Causa

Il procedimento nasce da un’indagine complessa su un’associazione criminale dedita alla creazione di società fittizie (‘cartiere’) per emettere fatture false, evadere il fisco e riciclare profitti illeciti. All’indagato principale veniva applicata una misura custodiale, confermata dal Tribunale del riesame. Il difensore ha proposto ricorso in Cassazione, basando la sua argomentazione su un vizio procedurale: le intercettazioni telefoniche, decisive per l’applicazione della misura, sarebbero state disposte dopo la scadenza del termine delle indagini preliminari relative all’iscrizione originaria, avvenuta nel maggio 2022.

La Questione Giuridica: Validità delle Intercettazioni Telefoniche

Il cuore del ricorso verteva sull’eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni. Secondo la difesa, l’unica iscrizione a carico dell’indagato era quella del 2022. Le intercettazioni, risalenti al dicembre 2024, sarebbero state quindi eseguite fuori termine. La difesa sosteneva inoltre che l’annotazione con cui il Pubblico Ministero, nel febbraio 2024, disponeva l’iscrizione di nuovi reati (tra cui l’associazione per delinquere) fosse generica e non avesse formalmente coinvolto il proprio assistito con una nuova iscrizione.

La Decisione della Corte: La Piena Utilizzabilità delle Intercettazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno smontato la tesi difensiva, evidenziando come la difesa avesse ignorato la documentazione prodotta dal Pubblico Ministero, la quale attestava in modo inequivocabile l’avvenuta iscrizione, nel febbraio 2024, di nuovi reati, incluso quello associativo previsto dall’art. 416 c.p., anche a carico del ricorrente. Questa nuova iscrizione ha dato inizio a un nuovo e autonomo termine per le indagini preliminari, all’interno del quale le intercettazioni del dicembre 2024 sono state legittimamente disposte ed eseguite. Pertanto, i risultati di tale attività captativa sono stati ritenuti pienamente utilizzabili.

Le Motivazioni

La Corte ha sottolineato che il ricorso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dal Tribunale, senza confrontarsi con le prove documentali che smentivano l’assunto di partenza. La Cassazione, avendo accesso agli atti processuali, ha potuto verificare direttamente la correttezza della procedura seguita dal Pubblico Ministero. Oltre all’aspetto procedurale, la sentenza valorizza il contenuto delle conversazioni intercettate, ritenute di ‘massimo rilievo’. Da esse emergeva non solo la persistenza del vincolo associativo e il ruolo direttivo del ricorrente, ma anche un concreto pericolo di inquinamento probatorio e di fuga. L’indagato, infatti, si vantava di essere riuscito a ‘spostare via tutto’ prima delle perquisizioni, cercava di addossare la colpa a un altro soggetto e pianificava di occultare prove e distruggere documenti. Addirittura, è emersa una proposta corruttiva, rifiutata, nei confronti di una direttrice di banca per accedere a una cassetta di sicurezza. Questi elementi, uniti all’intenzione di sottrarsi a un interrogatorio, hanno dimostrato l’attualità delle esigenze cautelari, giustificando pienamente la misura restrittiva.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio procedurale di grande importanza pratica: l’iscrizione di una nuova notizia di reato a carico di un soggetto già indagato fa decorrere un nuovo termine di durata per le indagini preliminari relativo al nuovo fatto contestato. Di conseguenza, gli atti di indagine, come le intercettazioni telefoniche, compiuti entro questo nuovo termine sono pienamente legittimi e utilizzabili. La decisione evidenzia anche come, in sede di legittimità, la Corte possa verificare direttamente la correttezza degli atti procedurali per decidere sulla fondatezza di un’eccezione, superando le mere allegazioni di parte.

È possibile utilizzare intercettazioni telefoniche effettuate dopo la scadenza del termine delle indagini preliminari?
Sì, è possibile qualora venga iscritta una nuova notizia di reato a carico dello stesso indagato. Questa nuova iscrizione, come per il reato di associazione per delinquere nel caso di specie, apre un nuovo e autonomo termine per le indagini, all’interno del quale le intercettazioni sono legittimamente eseguibili.

Cosa succede se un indagato contesta la validità di un’iscrizione nel registro degli indagati?
L’autorità giudiziaria ha il potere di verificare la documentazione processuale. Nel caso esaminato, la Corte di Cassazione ha esaminato direttamente gli atti e ha confermato che l’iscrizione per il nuovo reato era stata regolarmente effettuata, respingendo così l’eccezione della difesa come infondata.

Quali elementi, oltre alla validità delle intercettazioni, hanno giustificato la misura cautelare?
La misura è stata giustificata da molteplici elementi emersi dalle stesse conversazioni: la persistenza dell’attività illecita, il ruolo direttivo dell’indagato, un concreto pericolo di inquinamento probatorio (con tentativi di occultare prove e addossare colpe ad altri) e un evidente pericolo di fuga, manifestato dall’intenzione di sottrarsi a un interrogatorio fissato dal GIP.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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