Intercettazioni Telefoniche: La Cassazione e i Limiti sulla Loro Interpretazione
L’uso delle intercettazioni telefoniche nei processi penali rappresenta uno degli strumenti investigativi più efficaci ma anche più dibattuti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per chiarire un punto fondamentale: chi ha l’ultima parola sull’interpretazione del contenuto di una conversazione registrata? La risposta della Suprema Corte è netta e consolida un principio cardine del nostro sistema processuale.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un uomo per il reato di rapina aggravata, pronunciata prima dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. La condanna si fondava, in maniera significativa, sull’analisi di una conversazione telefonica avvenuta anni prima tra due fratelli, ritenuta dalla corte un elemento di prova cruciale a carico dell’imputato.
L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. L’unico motivo di doglianza era incentrato proprio sulla valutazione di quella conversazione, proponendo una lettura alternativa del suo contenuto che, a suo dire, lo avrebbe scagionato da ogni accusa.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione (cioè non stabilisce quale interpretazione della telefonata fosse corretta), ma si ferma a un livello precedente, di natura procedurale. La Corte ha stabilito che il ricorso non poteva essere esaminato perché la richiesta dell’imputato esulava dai poteri della Cassazione stessa.
Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.
Le Motivazioni: Il Giudice di Merito come Unico Interprete delle Intercettazioni Telefoniche
Il cuore della decisione risiede in un principio consolidato nella giurisprudenza: l’interpretazione e la valutazione del contenuto delle intercettazioni telefoniche sono una questione di fatto, rimessa alla competenza esclusiva del giudice di merito (cioè il Tribunale e la Corte d’Appello). Questi giudici hanno il compito di analizzare le prove, ascoltare le registrazioni, contestualizzarle e trarne le conclusioni fattuali.
La Corte di Cassazione, invece, è un giudice di legittimità. Il suo ruolo non è quello di riesaminare le prove o di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica, coerente e non contraddittoria.
Nel caso specifico, la Cassazione ha osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione ampia e priva di ‘patenti frizioni logiche’ per giustificare la propria interpretazione della conversazione, confutando in modo dettagliato le argomentazioni della difesa. Pertanto, non essendoci una manifesta illogicità o irragionevolezza nel percorso argomentativo seguito dai giudici di merito, non c’era spazio per un intervento della Suprema Corte.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale per chiunque affronti un processo penale e intenda ricorrere in Cassazione. Non è possibile chiedere alla Suprema Corte una nuova valutazione delle prove, come se fosse un ‘terzo grado’ di giudizio nel merito. Il ricorso in Cassazione deve concentrarsi su vizi di legge o su difetti gravi della motivazione.
Per la difesa, ciò significa che le battaglie sull’interpretazione delle prove, incluse le intercettazioni telefoniche, devono essere combattute e vinte nei primi due gradi di giudizio. In Cassazione, l’unica strategia percorribile è quella di dimostrare non che l’interpretazione del giudice sia sbagliata, ma che sia palesemente illogica o giuridicamente errata, un compito notoriamente più arduo.
Un imputato può chiedere alla Corte di Cassazione di dare una diversa interpretazione a una intercettazione telefonica usata come prova?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che l’interpretazione e la valutazione del contenuto delle conversazioni sono una questione di fatto, di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello), e non possono essere oggetto di una nuova valutazione in sede di legittimità.
In quali casi la Corte di Cassazione può annullare una sentenza basata su intercettazioni?
La Corte di Cassazione può intervenire non per riesaminare il contenuto, ma solo se rileva una ‘manifesta illogicità’ o ‘irragionevolezza’ nella motivazione con cui il giudice di merito ha interpretato e utilizzato le conversazioni come prova.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che la sentenza impugnata diventi definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, come avvenuto in questo caso con la condanna al pagamento di tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 4476 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 4476 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 09/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a MANDURIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 24/05/2023 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Con l’impugnata sentenza la Corte d’Appello di Lecce, Sezione Distaccata di Taranto, confermava la decisione del Tribunale di Taranto che, in data 27/5/2022, aveva riconosciuto l’imputato COGNOME NOME colpevole del delitto di rapina aggravata, condannandolo alla pena ritenuta di giustizia;
-rilevato che l’unico motivo proposto censura l’intervenuto giudizio di responsabilità prevenuto facendo leva su un’alternativa interpretazione dei contenuti della conversazion avvenuta in data 21/10/2007 tra i fratelli COGNOME, sebbene la Corte territoriale abbia dato c con ampia motivazione (pagg. 7 e segg.) -priva di patenti frizioni logiche- del por indiziante della stessa, confutando in maniera dettagliata i rilievi formulati dalla difesa
-richiamato il costante insegnamento della giurisprudenza di legittimità secondo cui materia di intercettazioni telefoniche costituisce questione di fatto, rimessa all’esc competenza del giudice di merito, l’interpretazione e la valutazione del contenuto de conversazioni, il cui apprezzamento non può essere sindacato in sede di legittimità se non n limiti della manifesta illogicità ed irragionevolezza della motivazione con cui esse sono rece (Sez. 3, n. 44938 del 05/10/2021, Rv. 282337-01; Sez. 2, n. 50701 del 04/10/2016, Rv. 268389-01);
ritenuto che, alla luce RAGIONE_SOCIALE considerazioni che precedono, il ricorso deve esse dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della sanzione pecuniaria precisata in dispositivo, non ravvisandosi cause d’esonero.
P.Q.M .
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processua e della somma di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE Ammende.
Così deciso in Roma il 9 gennaio 2024
La Consigliera estensore
Il Presidente