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Insolvenza fraudolenta: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per insolvenza fraudolenta. La sentenza di condanna a una multa, emessa in primo grado e confermata in appello, diventa così definitiva. Il caso sottolinea i rigorosi requisiti di ammissibilità dei ricorsi in Cassazione.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Insolvenza fraudolenta: quando il ricorso in Cassazione non supera il vaglio di ammissibilità

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come i motivi di un ricorso in Cassazione debbano essere specifici e pertinenti a questioni di diritto per non incorrere in una declaratoria di inammissibilità. Il caso riguarda una condanna per il reato di insolvenza fraudolenta, confermata in appello e divenuta definitiva a seguito della decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il percorso giudiziario inizia con una sentenza del Tribunale di primo grado che condanna un’imputata al pagamento di una multa di 280,00 euro per il reato di insolvenza fraudolenta ai danni di un creditore. Secondo l’accusa, l’imputata aveva contratto un’obbligazione dissimulando il proprio stato di insolvenza e con il proposito originario di non adempierla.

La decisione veniva integralmente confermata dalla Corte d’appello territoriale. Ritenendo la sentenza ingiusta, l’imputata, tramite il proprio difensore, decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a quattro distinti motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso per insolvenza fraudolenta

Il ricorso presentato alla Corte di Cassazione si basava su quattro argomentazioni principali:

1. Errata valutazione dei termini della querela: La difesa sosteneva che i giudici di merito avessero commesso un errore nell’interpretare i termini di presentazione dell’atto di querela, presupposto di procedibilità per il reato contestato.
2. Vizi della motivazione: Si lamentava una presunta contraddittorietà e illogicità nella motivazione della sentenza d’appello riguardo alla sussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi del reato di insolvenza fraudolenta.
3. Impossibilità sopravvenuta: Il ricorso evidenziava un’omessa valutazione da parte della Corte d’appello circa una presunta impossibilità sopravvenuta di adempiere all’obbligazione, che avrebbe potuto escludere la colpevolezza.
4. Mancata concessione della sospensione condizionale: Infine, si contestava la decisione di non concedere il beneficio della sospensione condizionale della pena.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Sebbene il testo non espliciti nel dettaglio le ragioni per ciascun motivo, una decisione di questo tipo, accompagnata dalla condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma alla cassa delle ammende, suggerisce che i motivi del ricorso siano stati ritenuti manifestamente infondati o non conformi ai requisiti tecnici richiesti per l’accesso al giudizio di legittimità.

Il ruolo della Cassazione, infatti, non è quello di riesaminare i fatti del processo come un terzo grado di giudizio, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze impugnate. Con ogni probabilità, i motivi del ricorso sono stati interpretati come un tentativo di sollecitare una nuova valutazione del merito della vicenda, attività preclusa alla Suprema Corte. La condanna accessoria al pagamento di tremila euro in favore della cassa delle ammende evidenzia, inoltre, un profilo di colpa della ricorrente nella proposizione di un’impugnazione priva dei necessari presupposti di legge.

Conclusioni

La decisione finale consolida la condanna per insolvenza fraudolenta a carico dell’imputata, rendendo la sentenza irrevocabile. Questo caso ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione è uno strumento straordinario, limitato al controllo sulla legittimità della decisione e non può essere utilizzato per rimettere in discussione l’accertamento dei fatti già compiuto nei gradi di merito. La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’imposizione di ulteriori sanzioni economiche a carico del ricorrente.

Quali erano i motivi del ricorso contro la condanna per insolvenza fraudolenta?
L’imputata ha basato il ricorso su quattro motivi: l’erronea valutazione dei termini della querela, la contraddittorietà della motivazione sulla sussistenza del reato, l’omessa valutazione di una sopravvenuta impossibilità di adempiere e la mancata concessione della sospensione condizionale della pena.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma aggiuntiva di tremila euro in favore della cassa delle ammende, rendendo definitiva la condanna a 280,00 euro di multa.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
L’ordinanza non lo specifica nel dettaglio, ma una declaratoria di inammissibilità, unita alla condanna al pagamento di una somma alla cassa delle ammende, implica che i motivi del ricorso sono stati ritenuti manifestamente infondati o non idonei a un giudizio di legittimità, configurandosi come un tentativo di riesaminare il merito dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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