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Inottemperanza ordine questore: quando è reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero condannato per inottemperanza ordine questore. Il ricorso si basava sull’esistenza di una misura cautelare che impediva l’allontanamento, ma la Corte ha stabilito che la misura, essendo stata applicata mesi dopo la commissione del reato, non poteva costituire una valida giustificazione. La decisione sottolinea l’importanza della contemporaneità tra l’obbligo di allontanamento e l’eventuale causa di giustificazione.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inottemperanza Ordine Questore: la Tempistica della Giusta Causa è Decisiva

L’inottemperanza ordine questore a lasciare il territorio nazionale è un reato che presenta diverse sfaccettature. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: una causa di giustificazione, per essere valida, deve esistere nel momento in cui l’ordine deve essere eseguito, non può sorgere in un momento successivo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un cittadino straniero veniva condannato dal Giudice di Pace di Forlì al pagamento di 1000 euro di multa per non aver ottemperato all’ordine del Questore di lasciare il territorio italiano. Contro questa sentenza, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione tramite il proprio difensore.

L’argomento principale della difesa si basava sul fatto che l’imputato era sottoposto a una misura cautelare, nello specifico l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo il ricorrente, tale misura costituiva un impedimento legale all’espulsione, poiché non era stato concesso il necessario nulla osta da parte dell’autorità giudiziaria. Di conseguenza, la sua permanenza sul territorio non era volontaria ma imposta da un altro provvedimento giudiziario.

La Decisione della Cassazione sull’inottemperanza ordine questore

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna. La decisione non entra nel merito della validità della misura cautelare come giusta causa in astratto, ma si concentra su un elemento fattuale decisivo: la tempistica.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Il cuore della motivazione risiede nella discrepanza temporale tra la commissione del reato e l’applicazione della misura cautelare. La Corte ha evidenziato che:

1. Data del Reato: Il reato di inottemperanza ordine questore si è perfezionato il 21 marzo 2023, data in cui il soggetto avrebbe dovuto lasciare l’Italia e non lo ha fatto.
2. Data della Misura Cautelare: La misura cautelare che, secondo la difesa, avrebbe impedito l’allontanamento, è stata applicata solo a partire dal 30 agosto 2023, ovvero oltre cinque mesi dopo la commissione del reato.

Di conseguenza, al momento della violazione dell’ordine del Questore, non esisteva alcun impedimento legale che potesse giustificare la permanenza dell’imputato in Italia. La ‘giusta causa’ invocata dalla difesa era, in quel momento, inesistente. Non è possibile, quindi, invocare retroattivamente una circostanza impeditiva sorta mesi dopo per giustificare un comportamento illecito già perfezionatosi.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche

La pronuncia ribadisce un principio giuridico fondamentale: la valutazione della condotta illecita deve essere fatta con riferimento al momento esatto in cui essa viene posta in essere. Le cause di giustificazione devono essere contemporanee all’azione (o all’omissione). Un evento successivo non può ‘sanare’ un reato già commesso.

Inoltre, la declaratoria di inammissibilità ha comportato, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare la somma di 3000 euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione ulteriore viene applicata quando il ricorso è palesemente infondato, come nel caso di specie, evidenziando la necessità di proporre impugnazioni basate su motivi solidi e pertinenti.

Una misura cautelare può giustificare la mancata ottemperanza a un ordine di espulsione?
Sì, in linea di principio una misura cautelare che impone la permanenza sul territorio (come l’obbligo di firma) può costituire una ‘giusta causa’ per non rispettare l’ordine del Questore. Tuttavia, come chiarito dalla sentenza, tale misura deve essere già in vigore nel momento in cui scade il termine per lasciare il Paese.

Qual è stato l’elemento decisivo per la Corte nel dichiarare il ricorso inammissibile?
L’elemento cruciale è stato il fattore temporale. La Corte ha verificato che il reato di inottemperanza si era consumato il 21 marzo 2023, mentre la misura cautelare invocata come giustificazione è stata applicata solo a partire dal 30 agosto 2023. Al momento del reato, quindi, non esisteva alcun impedimento legale.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso palesemente infondato?
Oltre alla condanna al pagamento delle spese del procedimento, la legge prevede che, in caso di inammissibilità del ricorso dovuta a colpa del ricorrente, quest’ultimo sia condannato a versare una somma di denaro alla Cassa delle ammende. Nel caso specifico, la somma è stata quantificata in 3000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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