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Inottemperanza ordine del questore: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per inottemperanza all’ordine del questore nei confronti di un cittadino straniero, respingendo il suo ricorso. La sentenza chiarisce che la reiterazione della violazione, anche se gli ordini provengono dallo stesso Questore, integra una fattispecie di reato grave. Inoltre, è stata esclusa l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a causa della pluralità delle violazioni e della presentazione tardiva della richiesta di protezione internazionale, elementi che dimostrano una significativa offensività e non occasionalità del comportamento.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inottemperanza Ordine del Questore: La Cassazione Fa Chiarezza sulla Reiterazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30041/2025, si è pronunciata su un caso di inottemperanza ordine del questore, fornendo importanti chiarimenti sulla gravità del reato in caso di violazioni ripetute e sui limiti di applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione sottolinea come la reiterata disobbedienza a plurimi ordini di allontanamento, anche se provenienti dalla stessa autorità, configuri una condotta penalmente rilevante che non può essere considerata di lieve entità.

I Fatti del Caso: Due Ordini di Allontanamento Ignorati

Il caso riguarda un cittadino straniero condannato dal Giudice di Pace di Rimini al pagamento di una multa di quindicimila euro per aver violato l’art. 14, comma 5-quater, del Testo Unico sull’Immigrazione. L’imputato non aveva ottemperato a un ordine di allontanamento emesso dal Questore di Rimini il 12 dicembre 2019, basato su un precedente provvedimento di espulsione del Prefetto. Successivamente, a seguito di una nuova decisione prefettizia, il Questore aveva emesso un secondo ordine il 15 febbraio 2022, anch’esso disatteso.

I Motivi del Ricorso: Tenuità del Fatto e Errata Applicazione della Norma

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione basato su due motivi principali:

1. Omessa motivazione sulla tenuità del fatto: La difesa sosteneva che il giudice non avesse adeguatamente considerato l’applicazione dell’art. 34 del D.Lgs. 274/2000, che prevede la non procedibilità per particolare tenuità del fatto. A supporto di questa tesi, veniva evidenziato che l’imputato si trovava in Italia da anni senza aver commesso altri reati e che aveva ottenuto la protezione internazionale, seppur richiesta a distanza di anni dal suo ingresso.
2. Errata qualificazione del reato: Secondo la difesa, i due ordini emessi dallo stesso Questore non avrebbero dovuto configurare la fattispecie più grave del comma 5-quater, ma andavano considerati come un’unica violazione o, al più, come un’ipotesi di continuazione ex art. 81 c.p. La tesi difensiva suggeriva che il reato più grave scattasse solo in caso di ordini provenienti da Questori diversi.

La Decisione della Corte: Quando la Reiterata Inottemperanza Ordine del Questore è Grave

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, ritenendo il ricorso infondato. Gli Ermellini hanno chiarito che la condotta dell’imputato non poteva in alcun modo essere considerata di lieve entità, confermando la correttezza della decisione del Giudice di Pace.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Sul primo punto, la Corte ha specificato che il rigetto della richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto era implicitamente ma chiaramente desumibile dalla motivazione della sentenza di primo grado. La pluralità delle inottemperanze e il fatto che la domanda di protezione internazionale fosse stata presentata oltre quattro anni dopo l’ingresso illegale in Italia sono stati considerati elementi sufficienti a escludere i requisiti della minima offensività e dell’occasionalità della condotta.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha ribadito un principio consolidato: non è necessaria una motivazione esplicita su ogni singola argomentazione difensiva quando il suo rigetto emerge in modo inequivocabile dalla struttura argomentativa complessiva della sentenza. Nel caso specifico, l’analisi del comportamento complessivo dell’imputato, caratterizzato da una persistente disobbedienza alle autorità, ha logicamente portato il giudice di merito a escludere la lieve entità del fatto.
Inoltre, per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso, la Cassazione ha stabilito che la seconda inottemperanza ordine del questore, basata su un nuovo e autonomo provvedimento di espulsione, costituisce un reato distinto e non una mera notifica del primo. Di conseguenza, è corretta l’applicazione della norma più severa (comma 5-quater) che sanziona la reiterazione della condotta illecita, indipendentemente dal fatto che l’ordine provenga dalla stessa autorità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza consolida l’orientamento giurisprudenziale sulla gestione del reato di inottemperanza all’ordine di allontanamento. Le conclusioni pratiche sono significative:

* La reiterazione della violazione è un fattore chiave che aggrava la condotta e preclude l’accesso a benefici come la non punibilità per tenuità del fatto.
* La presentazione tardiva di una domanda di protezione internazionale non funge da sanatoria per le precedenti violazioni della legge sull’immigrazione.
* Anche se gli ordini provengono dallo stesso Questore, ogni nuova inottemperanza basata su un nuovo provvedimento di espulsione costituisce un reato autonomo, giustificando l’applicazione di sanzioni più severe.

Quando si può escludere l’applicazione della particolare tenuità del fatto per il reato di inottemperanza all’ordine del Questore?
La particolare tenuità del fatto è esclusa quando l’inottemperanza è reiterata, ovvero avviene in risposta a plurimi provvedimenti di allontanamento, e quando la richiesta di protezione internazionale viene presentata molto tempo dopo l’ingresso illegale nel Paese. Questi elementi dimostrano una mancanza dei requisiti di minima offensività e occasionalità della condotta.

Due ordini di allontanamento emessi dallo stesso Questore configurano un unico reato o due reati distinti?
Secondo la sentenza, due ordini di allontanamento, anche se emessi dallo stesso Questore ma basati su distinti e successivi provvedimenti di espulsione del Prefetto, configurano due violazioni autonome. La seconda inottemperanza integra la fattispecie di reato più grave prevista dalla legge.

Il giudice deve motivare esplicitamente il rigetto di ogni singola richiesta della difesa?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che non è necessaria una motivazione espressa su ogni specifica deduzione difensiva se il rigetto di tale richiesta si può desumere in modo chiaro e logico dalla struttura argomentativa complessiva della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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