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Inottemperanza ordine autorità: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un allevatore condannato per inottemperanza ordine autorità (art. 650 c.p.) per non aver abbattuto bovini non identificati. Il ricorso è stato respinto perché mirava a una rivalutazione dei fatti, vietata in sede di legittimità.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inottemperanza Ordine Autorità: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’inottemperanza ordine autorità è una fattispecie di reato prevista dall’articolo 650 del codice penale che sanziona chi non osserva un provvedimento legalmente dato dall’autorità per ragioni di giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico o igiene. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare non solo il reato in sé, ma anche i limiti del ricorso in sede di legittimità, specialmente quando questo mira a una riconsiderazione dei fatti.

Il Caso in Analisi: L’Ordine di Abbattimento dei Bovini

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un allevatore condannato dal Tribunale al pagamento di un’ammenda e delle spese processuali. La sua colpa era quella di non aver rispettato un’ordinanza che gli imponeva di abbattere diciannove bovini presenti nel suo allevamento entro quindici giorni. L’ordine era stato emesso per tutelare la salute pubblica, poiché gli animali erano risultati privi dei segni di identificazione necessari a garantirne la tracciabilità e la sicurezza sanitaria.

L’imputato, attraverso il suo legale, ha presentato ricorso sostenendo l’insussistenza del reato. A suo dire, il provvedimento di abbattimento si basava sul mero presupposto della mancata identificazione, senza che vi fosse una prova concreta di una patologia degli animali e del conseguente rischio per l’igiene pubblica.

La Decisione della Corte: l’Inottemperanza Ordine Autorità e i Limiti del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’allevatore, ma si concentra sulla natura stessa del ricorso presentato. I giudici hanno sottolineato che il ricorso era fondato su motivi che invitavano a una rivalutazione di elementi fattuali, un’attività preclusa in sede di legittimità.

La Rivalutazione dei Fatti: un Limite Invalicabile in Cassazione

Il ruolo della Corte di Cassazione è quello di garantire l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge (funzione nomofilattica). Non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare le prove e i fatti come avviene in primo grado e in appello. Il ricorrente, nel caso di specie, non contestava la violazione di una norma di diritto, ma la valutazione che il giudice di merito aveva fatto degli elementi a sua disposizione (la mancata identificazione come presupposto del pericolo per la salute pubblica). Egli si limitava a dedurre la mancata identificazione degli animali, senza però contrastare il dato oggettivo della sua inottemperanza ordine autorità, cioè il non aver rispettato il successivo ordine di abbattimento.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha evidenziato come la motivazione della sentenza impugnata fosse dettagliata e non manifestamente illogica, sia per quanto riguarda l’elemento oggettivo (la disobbedienza all’ordine) sia per l’elemento soggettivo (la colpa) del reato. Di fronte a queste argomentazioni, il ricorrente si è limitato a insistere sulla riconsiderazione di fatti già ampiamente analizzati e decisi dal Tribunale. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato inammissibile perché non presentava vizi di legittimità (come l’errata applicazione di una legge o un vizio di motivazione), ma mirava a ottenere un nuovo giudizio sui fatti. A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione non è una terza istanza di merito. Chi intende impugnare una sentenza di condanna davanti alla Suprema Corte deve basare le proprie doglianze su questioni di diritto o su vizi logici evidenti della motivazione, non sulla speranza che la Corte riconsideri le prove e giunga a una conclusione diversa. La vicenda sottolinea anche l’importanza di obbedire ai provvedimenti dell’autorità emessi per la tutela di interessi collettivi, come la salute pubblica, la cui violazione può integrare il reato di inottemperanza ordine autorità anche quando il pericolo non si sia ancora concretizzato in un danno effettivo.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre cause, si fonda su motivi che richiedono una rivalutazione di elementi fattuali, un’attività che è preclusa al giudice di legittimità e spetta esclusivamente ai giudici di merito (primo grado e appello).

Perché l’allevatore è stato condannato per il reato di cui all’art. 650 del codice penale?
È stato condannato per non aver ottemperato a un ordine legittimamente emesso dall’autorità per ragioni di igiene e salute pubblica. Nello specifico, non ha proceduto all’abbattimento di bovini non identificati, contravvenendo a un provvedimento volto a prevenire un potenziale rischio sanitario.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, il cui importo è determinato dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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