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Ingente quantitativo stupefacenti: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due individui condannati per traffico di un ingente quantitativo di stupefacenti. La decisione conferma la sentenza di appello, sottolineando che i motivi del ricorso erano generici e riproponevano questioni già correttamente valutate nei gradi di merito. La Corte ha ribadito la correttezza nell’applicazione dell’aggravante per la notevole quantità di principio attivo e ha confermato il diniego di attenuanti per mancanza di una collaborazione efficace e per la logica motivazione del giudice di merito sulla valutazione delle circostanze.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ingente quantitativo stupefacenti: quando il ricorso in Cassazione è inammissibile

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema del traffico di droga, focalizzandosi sulla corretta applicazione dell’aggravante per l’ingente quantitativo stupefacenti. La decisione chiarisce i limiti del sindacato di legittimità e le ragioni per cui un ricorso può essere dichiarato inammissibile, offrendo spunti fondamentali sulla valutazione delle prove e delle circostanze del reato da parte dei giudici di merito.

I Fatti di Causa: Traffico Organizzato di Stupefacenti

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di due soggetti per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti. Nello specifico, gli imputati erano stati trovati in possesso di oltre 7 kg di hashish, contenenti un principio attivo (Delta-9-THC) di quasi 2,4 kg. Tale circostanza aveva portato alla contestazione e applicazione dell’aggravante speciale dell’ingente quantitativo.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Gli imputati hanno proposto ricorso per Cassazione basandosi su diversi motivi:
1. Errata applicazione dell’aggravante: Entrambi contestavano la valutazione della quantità di droga come ‘ingente’.
2. Responsabilità individuale: Uno dei ricorrenti negava la propria responsabilità, sostenendo la mancanza di prove del suo coinvolgimento.
3. Mancata concessione di attenuanti: L’altro ricorrente lamentava il diniego dell’attenuante speciale per la collaborazione, mentre entrambi criticavano la mancata prevalenza delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità dei Ricorsi per Ingente Quantitativo Stupefacenti

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. La decisione si fonda su argomentazioni precise che delineano i confini tra il giudizio di merito e quello di legittimità.

La Valutazione dell’Ingente Quantitativo

La Cassazione ha stabilito che la Corte d’Appello aveva correttamente applicato i principi enunciati dalle Sezioni Unite (sentenza n. 36258/2012) in materia di ingente quantitativo stupefacenti. La valutazione non si limita al peso lordo della sostanza, ma considera il principio attivo e la sua capacità di produrre un numero elevatissimo di dosi. Il motivo di ricorso sul punto è stato quindi ritenuto manifestamente infondato.

La Genericità dei Motivi di Ricorso

I giudici hanno evidenziato come i ricorsi fossero in gran parte riproduttivi di censure già esaminate e respinte in appello. Ad esempio, il ricorso sulla responsabilità individuale è stato rigettato perché la Corte di merito aveva già motivato in modo logico il coinvolgimento del soggetto sulla base dei suoi movimenti e contatti con i complici. Similmente, il motivo sull’attenuante della collaborazione è stato definito ‘generico’ perché non si confrontava con la motivazione della sentenza, la quale specificava che il contributo offerto non era stato decisivo, data la condizione di arresto in flagranza.

La Discrezionalità del Giudice di Merito

Infine, per quanto riguarda le attenuanti generiche, la Corte ha ribadito un principio cardine: la loro concessione e il giudizio di bilanciamento con le aggravanti rientrano nell’esclusivo apprezzamento del giudice di merito. Tale valutazione è insindacabile in sede di legittimità se, come nel caso di specie, è sorretta da una motivazione logica ed esauriente, che aveva tenuto conto delle modalità organizzate del traffico e delle ingenti quantità coinvolte.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la propria decisione di inammissibilità sottolineando che i ricorsi non presentavano vizi di legittimità, ma miravano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in Cassazione. I motivi erano ‘riproduttivi’ e ‘generici’, poiché non riuscivano a scalfire la coerenza logico-giuridica della sentenza impugnata. La condanna degli imputati al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende è stata la diretta conseguenza di questa declaratoria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma che il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Per avere successo, un ricorso deve evidenziare specifici errori di diritto o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza precedente. Nel contesto dei reati di droga, la valutazione dell’ingente quantitativo stupefacenti rimane un potere discrezionale del giudice di merito, il cui operato, se ben motivato, è difficilmente censurabile in sede di legittimità. La decisione serve da monito: i ricorsi generici o meramente ripetitivi sono destinati all’inammissibilità.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile in materia di stupefacenti?
Un ricorso è ritenuto inammissibile quando si limita a riproporre le stesse censure già respinte in appello con argomentazioni giuridicamente corrette, senza confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza impugnata, oppure quando solleva questioni di merito che non sono consentite in sede di legittimità.

Come viene valutato l’ingente quantitativo di stupefacenti?
La valutazione si basa sui principi stabiliti dalla giurisprudenza consolidata, considerando non solo il peso lordo della sostanza ma soprattutto la quantità di principio attivo e il numero di dosi ricavabili. Se il giudice di merito applica correttamente questi principi, la sua valutazione è considerata legittima.

Un contributo alla raccolta delle prove garantisce l’applicazione di attenuanti?
No, non automaticamente. Per ottenere l’attenuante speciale della collaborazione (art. 73, comma 7), il contributo dell’imputato deve essere proficuo, efficace, concreto e ulteriore rispetto a quanto già accertato. Un semplice contributo, soprattutto in caso di arresto in flagranza, non è ritenuto sufficiente se non fornisce elementi nuovi e decisivi per le indagini.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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