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Ingente quantità stupefacenti: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti. La Corte ha confermato la sussistenza dell’aggravante dell’ingente quantità stupefacenti, basata su un quantitativo di principio attivo (THC) di oltre 4,4 kg, ritenendo la valutazione del giudice di merito corretta e non sindacabile in sede di legittimità. Il ricorso è stato respinto in quanto basato su una mera contestazione dei fatti.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ingente quantità di stupefacenti: la Cassazione conferma l’aggravante

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di detenzione di droga, chiarendo i confini per l’applicazione dell’aggravante dell’ingente quantità stupefacenti. La decisione sottolinea come la valutazione del quantitativo di principio attivo sia centrale e come i ricorsi basati su mere contestazioni fattuali siano destinati all’inammissibilità in sede di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato dalla Corte d’Appello di Roma per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La condanna era aggravata ai sensi dell’art. 80, comma 2, del d.P.R. 309/1990, proprio a causa della notevole quantità di droga sequestrata.

Nello specifico, le analisi avevano rilevato la presenza di un totale di 4.425,878 grammi di principio attivo (Delta-9-THC) in due reperti, a cui si aggiungevano altri 20,345 grammi rinvenuti nella marijuana. L’imputato, attraverso il suo ricorso, contestava la correttezza di tale valutazione, sostenendo che non si potesse configurare l’aggravante.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito che i motivi presentati dal ricorrente non erano consentiti in sede di legittimità, in quanto si limitavano a contestare l’accertamento dei fatti già compiuto dai giudici di merito, senza sollevare reali questioni di diritto.

La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: i criteri per l’ingente quantità stupefacenti

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Cassazione ha confermato la valutazione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ritenuto che la nozione di ingente quantità stupefacenti sia stata correttamente applicata al caso di specie.

La Corte ha richiamato un importante precedente giurisprudenziale (Cass. n. 49366/2018) per ribadire i criteri orientativi. Per le droghe di tipo “hashish”, l’aggravante non è di norma configurabile se la quantità di principio attivo è inferiore a 4000 volte il valore massimo in milligrammi (valore-soglia) stabilito dal D.M. 11 aprile 2006. Tuttavia, quando tale soglia viene superata, la valutazione resta discrezionale per il giudice di merito, che deve considerare tutte le circostanze del caso concreto.

Nel caso esaminato, il quantitativo di principio attivo era talmente elevato da giustificare pienamente, e senza illogicità manifesta, l’applicazione dell’aggravante. La gravità del fatto, desunta proprio dall’enorme quantità, è stata inoltre considerata ostativa a un bilanciamento favorevole delle attenuanti generiche.

Conclusioni: le implicazioni pratiche

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale nel diritto penale degli stupefacenti: la valutazione dell’ingente quantità si basa su dati oggettivi, primo fra tutti il quantitativo di principio attivo, e su una valutazione del giudice di merito che, se logicamente motivata, non può essere messa in discussione davanti alla Corte di Cassazione. Quest’ultima, infatti, non è un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un organo di controllo sulla corretta applicazione della legge.

Questa pronuncia serve da monito: le strategie difensive che mirano a una semplice riconsiderazione delle prove quantitative, senza sollevare vizi di legittimità, hanno scarsissime probabilità di successo davanti alla Suprema Corte. La configurazione dell’aggravante dell’ingente quantità ha conseguenze pesantissime sul trattamento sanzionatorio, rendendo fondamentale un’analisi accurata dei dati fin dalle prime fasi del procedimento.

Quando si configura l’aggravante dell’ingente quantità di stupefacenti?
Si configura quando la quantità di principio attivo è così elevata da superare in modo significativo i limiti stabiliti. Per le droghe leggere come l’hashish, la giurisprudenza indica come riferimento il superamento di 4000 volte il valore-soglia giornaliero, fermo restando il potere discrezionale del giudice nel valutare il caso concreto.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione della quantità di droga?
No, se la contestazione si limita a una critica della valutazione dei fatti (una “mera doglianza in punto di fatto”) compiuta dal giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione della sentenza impugnata è manifestamente illogica o giuridicamente errata, non per riesaminare le prove.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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