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Indizi di colpevolezza: l’uso di SIM fittizie

La Corte di Cassazione conferma la custodia cautelare per un indagato, ritenendo validi gli indizi di colpevolezza basati sull’uso di SIM ‘fittizie’. La Corte ha rigettato il ricorso, sottolineando che la sequenza di chiamate tra utenze fittizie e reali, localizzate sui luoghi del reato, costituisce un quadro indiziario grave e coerente, non superabile da una mera diversa interpretazione dei fatti proposta dalla difesa.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Indizi di Colpevolezza: Il Caso delle SIM “Fittizie” e la Decisione della Cassazione

Nell’ambito delle indagini penali, la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza è un passaggio cruciale, specialmente quando si decide sull’applicazione di misure cautelari come la custodia in carcere. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 3862/2025, offre un’analisi dettagliata su come l’uso di utenze telefoniche “fittizie” (le cosiddette SIM “a citofono”) possa costituire un elemento fondante del quadro indiziario. Questo caso dimostra come la coerenza logica degli elementi raccolti, come i tabulati telefonici, prevalga su interpretazioni alternative proposte dalla difesa.

I Fatti: Un’Associazione a Delinquere tra Furti e Rapine

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale del Riesame che confermava la misura della custodia cautelare in carcere per un individuo. L’indagato era accusato di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, tra cui furti e rapine. Le indagini avevano fatto emergere un modus operandi ricorrente, basato sull’utilizzo di SIM card intestate a persone fittizie o non rintracciabili. Secondo l’accusa, queste utenze venivano usate dagli indagati per comunicare durante le azioni criminali, al fine di eludere le intercettazioni e ostacolare l’identificazione.

L’elemento chiave che legava l’indagato ai reati era la riconducibilità a lui di una di queste SIM fittizie, la cui presenza era stata rilevata sui luoghi e negli orari di commissione dei delitti. Questa attribuzione si basava su un’analisi incrociata dei tabulati telefonici: le chiamate (spesso senza risposta) tra le utenze fittizie erano quasi istantaneamente seguite da contatti telefonici tra le utenze “reali” e intestate agli indagati, che agganciavano le medesime celle telefoniche.

Il Ricorso in Cassazione: La Difesa Contesta gli Indizi di Colpevolezza

La difesa dell’indagato ha proposto ricorso per cassazione, contestando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. I motivi del ricorso si basavano principalmente sui seguenti punti:

1. Errata interpretazione dei tabulati: La difesa sosteneva che l’assunto accusatorio fosse illogico, in quanto non era possibile che la stessa persona utilizzasse contemporaneamente un’utenza fittizia e una reale.
2. Mancanza di prove dirette: Si evidenziava l’assenza di intercettazioni vocali sulla SIM fittizia e la non corrispondenza del codice IMEI del telefono “pulito” con quello usato per la SIM “sporca”.
3. Insufficienza indiziaria per i singoli reati: Per alcuni furti, la difesa riteneva gli elementi a carico (come la generica compatibilità di un’auto o la sola presenza della cella telefonica) troppo deboli.
4. Insussistenza del delitto associativo: Infine, veniva contestata la partecipazione all’associazione, ritenendo che mancasse la prova di un vincolo stabile e che una conversazione intercettata fosse stata interpretata erroneamente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile, fornendo motivazioni chiare e in linea con il suo consolidato orientamento giurisprudenziale.

Il Ruolo della Cassazione nella Valutazione degli Indizi

In primo luogo, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La Cassazione non può riesaminare i fatti o proporre una diversa valutazione delle prove. Il suo compito è verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato. Nel caso di specie, il ricorso della difesa mirava a una rilettura degli elementi indiziari, attività preclusa in sede di legittimità. Il Tribunale del Riesame aveva fornito una motivazione coerente e priva di vizi logici, e tanto basta per superare il vaglio della Cassazione.

La Logica dietro le SIM “a Citofono”: Un Quadro Indiziario Coerente

La Corte ha ritenuto del tutto logica la ricostruzione del Tribunale. L’uso di SIM “a citofono” ha proprio lo scopo di ostacolare l’identificazione. La sequenza ravvicinata di chiamate (prima tra SIM fittizie, poi tra quelle reali) non è un’incongruenza, ma al contrario un forte indizio. Dimostra che, fallito il tentativo di contatto sulle linee “pulite”, gli indagati ricorrevano immediatamente alle loro utenze personali, trovandosi nello stesso luogo e nello stesso momento, ovvero la scena del crimine. La Corte ha sottolineato come questo schema, ripetuto in occasione di più reati, costruisca un quadro indiziario solido.

Dalla Commissione dei Reati all’Associazione a Delinquere

Anche riguardo al reato associativo, la Cassazione ha avallato il ragionamento del giudice del riesame. La partecipazione a un’associazione a delinquere non si desume da un singolo atto, ma da un complesso di elementi che dimostrano la stabilità del vincolo e l’indeterminatezza del programma criminoso. La ripetuta commissione di reati con lo stesso modus operandi, in concorso con gli stessi soggetti, l’uso di un linguaggio criptico (come l’espressione “il gioco del bambino” per indicare un’arma da fuoco) e l’utilizzo di strumenti comuni (le SIM fittizie) sono tutti elementi che, letti congiuntamente, esprimono l’inserimento organico dell’indagato in una struttura criminale organizzata.

Le Conclusioni: Inammissibilità del Ricorso e Principio di Diritto

La sentenza si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Il principio che emerge è chiaro: quando il giudice del riesame fornisce una motivazione logica e coerente sulla base degli elementi investigativi, senza travisare le prove, la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza non può essere rimessa in discussione in Cassazione attraverso una mera prospettazione di una diversa, ma non più logica, interpretazione dei fatti.

L’uso di una SIM “fittizia” localizzata sul luogo del reato è sufficiente a costituire un grave indizio di colpevolezza?
Sì, secondo la Corte, se inserito in un quadro probatorio coerente. In questo caso, la localizzazione della SIM fittizia, unita alla sequenza di chiamate quasi istantanee verso le utenze reali degli indagati, presenti nella stessa zona, è stata ritenuta un elemento fondante dei gravi indizi di colpevolezza.

In sede di ricorso per cassazione è possibile chiedere una nuova valutazione delle prove, come i tabulati telefonici?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o di fornire una diversa interpretazione delle prove. Il ricorso è ammissibile solo per violazioni di legge o per vizi manifesti di logicità della motivazione, non per contestare l’apprezzamento del merito degli indizi fatto dal giudice precedente.

Come si distingue la semplice partecipazione a più reati dall’appartenenza a un’associazione a delinquere secondo la Corte?
La Corte chiarisce che l’appartenenza a un’associazione a delinquere richiede la prova di un vincolo stabile e di un programma criminoso indeterminato. Elementi come la ripetuta commissione di reati con lo stesso modus operandi, in concorso con soggetti stabilmente collegati, e l’utilizzo di un’organizzazione comune (come l’uso di SIM fittizie e linguaggio criptico) sono indicativi di un’associazione e non di un mero concorso occasionale in singoli reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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