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Indebito utilizzo carta: quando non c’è assorbimento

Un soggetto, dopo essersi introdotto abusivamente nel portale di una società emittente carte di credito e aver utilizzato i dati di un’altra persona per attivare una carta, la usava per compiere acquisti. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per entrambi i reati di sostituzione di persona e indebito utilizzo carta di credito, chiarendo che non vi è assorbimento quando le condotte sono distinte e successive.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Indebito Utilizzo Carta di Credito: Quando è Concorso con la Sostituzione di Persona

L’era digitale ha moltiplicato le opportunità, ma anche i rischi legati alla sicurezza dei dati personali. Un caso recente esaminato dalla Corte di Cassazione fa luce su un tema cruciale: la complessa relazione tra il reato di sostituzione di persona e l’indebito utilizzo carta di credito. La sentenza chiarisce quando queste due fattispecie criminose non si assorbono, ma concorrono, portando a una condanna per entrambi i reati.

I Fatti: Dall’Accesso Abusivo all’Uso Fraudolento

Il caso ha origine dall’azione di un individuo che, con abilità, si è introdotto abusivamente nel sistema informatico di una nota società emittente carte di pagamento. Utilizzando i dati anagrafici e il codice fiscale di un’altra persona, l’imputato è riuscito ad attivare telematicamente una carta di credito. Successivamente, ha utilizzato tale carta per effettuare numerose operazioni di pagamento fraudolente, sia online che presso diversi esercizi commerciali, procurando a sé un ingiusto profitto.
La Corte di Appello aveva confermato la condanna per i reati previsti dagli artt. 494 (sostituzione di persona) e 493-ter (indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento) del codice penale. L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni di diritto.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha basato il ricorso su quattro motivi principali:
1. Violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza: Si lamentava una descrizione non accurata della condotta nel capo di imputazione, che non avrebbe permesso un’adeguata difesa.
2. Carenza di motivazione: Secondo la difesa, non erano state raccolte prove sufficienti a dimostrare che fosse stato proprio l’imputato a effettuare materialmente gli acquisti fraudolenti.
3. Richiesta di assorbimento: Il punto centrale del ricorso era la tesi secondo cui il reato di sostituzione di persona dovesse essere assorbito in quello, più grave, di indebito utilizzo della carta di credito.
4. Eccessività della pena: Si contestava l’entità della sanzione, ritenuta sproporzionata.

La Decisione della Corte: Focus sull’Indebito Utilizzo Carta di Credito

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le argomentazioni difensive. La decisione offre importanti chiarimenti sulla distinzione tra i reati contestati.

L’Assenza di Assorbimento tra i Reati

Il cuore della pronuncia risiede nel rigetto della tesi dell’assorbimento. La Corte ha stabilito che il delitto di indebito utilizzo carta di credito (art. 493-ter c.p.) può assorbire quello di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) solo quando le condotte sono “sincroniche”, ovvero realizzate con la stessa azione materiale.

Tuttavia, nel caso di specie, le azioni erano “diacroniche”, cioè distinte e separate nel tempo. La sostituzione di persona si era consumata in un primo momento, con l’accesso abusivo al portale e l’attivazione della carta usando i dati altrui. Solo in un secondo momento, con una condotta successiva e distinta, è avvenuto l’utilizzo fraudolento della carta. Questa separazione temporale e logica impedisce l’applicazione del principio di assorbimento, configurando un concorso materiale di reati.

La Prova della Responsabilità

La Corte ha inoltre ritenuto infondata la doglianza sulla carenza di prove. I giudici di merito avevano adeguatamente motivato la responsabilità dell’imputato sulla base di accertamenti tecnici cruciali: l’indirizzo IP utilizzato per richiedere l’attivazione della carta era stato associato in modo univoco all’utenza telefonica del ricorrente. Questo elemento è stato considerato sufficiente a garantire l’identificazione dell’autore del reato “oltre ogni ragionevole dubbio”.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda su un’interpretazione rigorosa delle norme e della giurisprudenza consolidata. I giudici supremi hanno ribadito che la Corte di Cassazione non può riesaminare il merito delle prove, ma solo verificare la logicità e la coerenza della motivazione della sentenza impugnata. In questo caso, la motivazione è stata giudicata “esaustiva e persuasiva”. Per quanto riguarda la pena, la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando che la determinazione della sanzione rientra nell’ampia discrezionalità del giudice, purché motivata. Nel caso specifico, la pena era stata giustificata tenendo conto della recidiva, delle modalità “professionali” della condotta e della personalità negativa del ricorrente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza consolida un principio fondamentale: la sostituzione di persona finalizzata a ottenere uno strumento di pagamento è una condotta autonoma e punibile separatamente dal successivo utilizzo illecito dello stesso. Chi compie un’azione preparatoria (ottenere la carta con l’inganno) e una successiva azione esecutiva (usare la carta per acquisti) risponderà di entrambi i reati in concorso. Ciò comporta un trattamento sanzionatorio più severo e riflette la maggiore gravità di una condotta criminale pianificata e articolata in più fasi. La decisione serve da monito, evidenziando come il sistema giudiziario distingua e punisca ogni singolo passaggio di un’attività fraudolenta complessa.

Quando i reati di sostituzione di persona e indebito utilizzo di una carta di credito non si assorbono?
Secondo la sentenza, non c’è assorbimento quando le due condotte sono “diacroniche”, cioè distinte e separate nel tempo. Se prima si commette la sostituzione di persona per ottenere la carta e solo successivamente la si utilizza, si risponde di entrambi i reati in concorso materiale.

Il reato di sostituzione di persona può essere assorbito in quello di indebito utilizzo di carta di credito?
Sì, ma solo se le condotte sono “sincroniche”, ovvero se la sostituzione di persona avviene contestualmente all’utilizzo fraudolento della carta, integrandosi nella stessa azione materiale. Ad esempio, se si esibisce il documento di un altro per usare la sua carta in un negozio.

Quale prova è stata considerata decisiva per identificare il colpevole?
La prova decisiva è stata l’accertamento tecnico che ha associato l’indirizzo IP, utilizzato per richiedere online l’attivazione della carta di credito, all’utenza telefonica intestata all’imputato. Questo elemento è stato ritenuto sufficiente per fondare la sua responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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