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Indebito utilizzo carta di credito: non è frode

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per l’indebito utilizzo di una carta di credito. L’imputato aveva addebitato tramite POS una somma superiore a quella dovuta. La Corte ha chiarito che tale condotta integra il reato di cui all’art. 493-ter c.p. (indebito utilizzo carta di credito) e non quello di frode informatica (art. 640-ter c.p.), poiché non vi è stata alcuna alterazione del sistema informatico, ma solo un uso abusivo dello strumento di pagamento.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Uso Indebito di Carta di Credito vs Frode Informatica: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema di grande attualità: la distinzione tra il reato di indebito utilizzo carta di credito e quello di frode informatica. La decisione chiarisce che l’utilizzo di un POS per addebitare una somma non dovuta non integra una frode informatica se non si altera il funzionamento del sistema. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna di un soggetto per il reato previsto dall’art. 493-ter del codice penale. L’imputato, dopo aver ricevuto la carta di pagamento da un cliente per saldare un pasto, aveva utilizzato il terminale POS per addebitare somme di importo superiore a quello pattuito. La sua responsabilità penale era stata confermata sia in primo grado che in appello. Contro la sentenza di secondo grado, la difesa proponeva ricorso per Cassazione, chiedendo di riqualificare il fatto nel reato di frode informatica (art. 640-ter c.p.), ritenuto più appropriato.

La Differenza tra Indebito Utilizzo Carta di Credito e Frode Informatica

Il ricorrente sosteneva che la sua condotta dovesse essere ricondotta alla frode informatica. La Suprema Corte ha rigettato questa tesi, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e cogliendo l’occasione per ribadire la netta distinzione tra le due fattispecie di reato.

La Corte ha evidenziato che il delitto di frode informatica, previsto dall’art. 640-ter c.p., richiede un elemento essenziale: l’alterazione del funzionamento di un sistema informatico o telematico, oppure un intervento non autorizzato su dati, informazioni o programmi in esso contenuti. In altre parole, è necessario “hackerare” o manipolare il software o l’hardware per ottenere l’ingiusto profitto.

Al contrario, il reato di indebito utilizzo carta di credito (art. 493-ter c.p.) punisce chiunque utilizzi indebitamente uno strumento di pagamento diverso dai contanti, senza esserne titolare. La condotta punita è il semplice uso abusivo dello strumento, a prescindere da qualsiasi manomissione del sistema attraverso cui avviene la transazione.

Le Motivazioni della Corte

Secondo gli Ermellini, nel caso di specie, l’imputato non ha in alcun modo alterato il funzionamento del sistema POS. Si è limitato a utilizzare la carta del cliente in modo improprio, digitando un importo superiore al dovuto. Il sistema informatico ha funzionato perfettamente, registrando la transazione come se fosse legittima. La condotta illecita non ha riguardato l’interferenza con il software del terminale, ma l’abuso della fiducia del cliente e l’uso non autorizzato dello strumento di pagamento per uno scopo e un importo diversi da quelli consentiti.

La Corte ha specificato che non esiste un rapporto di specialità tra le due norme che possa giustificare la derubricazione. Si tratta di due reati distinti che tutelano beni giuridici differenti e puniscono condotte diverse. Mentre la frode informatica protegge il patrimonio attraverso la tutela dell’integrità dei sistemi informatici, l’indebito utilizzo di carte di pagamento tutela la fede pubblica e la sicurezza delle transazioni commerciali.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione conferma un principio consolidato: l’abuso di una carta di credito tramite un terminale POS, senza manomettere il sistema, integra il reato di indebito utilizzo di strumenti di pagamento e non quello di frode informatica. La decisione ha un’importante implicazione pratica, poiché traccia una linea netta tra le due figure criminose, orientando l’interprete verso la corretta qualificazione giuridica del fatto. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Qual è la differenza fondamentale tra il reato di indebito utilizzo di carta di credito e quello di frode informatica?
La frode informatica (art. 640-ter c.p.) richiede un’alterazione del funzionamento di un sistema informatico o un intervento abusivo su dati e programmi. L’indebito utilizzo di carta di credito (art. 493-ter c.p.), invece, si configura con il semplice uso non autorizzato dello strumento di pagamento, senza necessità di manipolare il sistema.

Utilizzare un POS per addebitare un importo superiore al dovuto è considerato frode informatica?
No. Secondo la sentenza, questa azione costituisce il reato di indebito utilizzo di carta di credito, poiché il sistema POS non viene alterato nel suo funzionamento ma viene semplicemente utilizzato in modo abusivo per finalizzare una transazione non autorizzata.

È possibile che il reato di indebito utilizzo di carta di credito venga riqualificato come frode informatica?
No, la Corte ha stabilito che non esiste un rapporto di specialità tra i due reati che ne permetta la derubricazione. Si tratta di due fattispecie autonome che puniscono condotte diverse. Il semplice uso abusivo della carta non può essere assorbito nella frode informatica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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