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Incompetenza territoriale: quando sollevare l’eccezione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che sollevava l’eccezione di incompetenza territoriale per la prima volta in sede di legittimità. La sentenza chiarisce che tale questione deve essere dedotta nel giudizio di riesame, confermando un principio di preclusione processuale per le questioni non rilevabili d’ufficio.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incompetenza Territoriale: Tempismo Processuale e Limiti del Ricorso in Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 28455/2024) ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’eccezione di incompetenza territoriale non può essere sollevata per la prima volta nel giudizio di legittimità. Questa decisione sottolinea l’importanza di una strategia difensiva tempestiva e attenta, evidenziando come le questioni procedurali debbano essere affrontate nelle sedi e nei tempi corretti per non perdere il diritto di farle valere.

I Fatti del Caso: Dalla Misura Cautelare al Ricorso

La vicenda ha origine da un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cosenza, che applicava a un individuo la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa per i reati di maltrattamenti e atti persecutori. L’ordinanza veniva confermata dal Tribunale del riesame di Catanzaro.

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione basandosi su due motivi principali:
1. La violazione delle norme sulla competenza territoriale, sostenendo che il reato più grave (maltrattamenti) era stato commesso in un luogo che rientrava nella giurisdizione del Tribunale di Lamezia Terme, e non di Cosenza.
2. La mancanza dei presupposti per l’applicazione della misura cautelare, data la sua incensuratezza e la fine della convivenza con la persona offesa.

Il punto cruciale del ricorso era la pretesa di poter sollevare l’eccezione di incompetenza territoriale per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione.

La Questione dell’Incompetenza Territoriale in Cassazione

Il ricorrente, a sostegno della sua tesi, citava una precedente pronuncia che ammetteva la possibilità di eccepire l’incompetenza territoriale per la prima volta in sede di legittimità, a patto che non si basasse su elementi di fatto nuovi. Tuttavia, la Corte di Cassazione, nel decidere il caso, ha scelto di aderire a un orientamento giurisprudenziale opposto e maggioritario, ritenendolo più coerente con la struttura del sistema processuale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una chiara e dettagliata motivazione. Il Collegio ha stabilito che, poiché l’incompetenza territoriale non è una questione che il giudice può rilevare d’ufficio nel giudizio di legittimità, essa può essere oggetto di ricorso solo se è già stata sollevata in sede di riesame.

Questa conclusione si fonda sulla natura stessa del giudizio di Cassazione, che è un’impugnazione “a critica vincolata”. Ciò significa che la Corte Suprema non riesamina il caso nel merito, ma si limita a verificare la correttezza giuridica della decisione impugnata in relazione ai motivi che erano già stati sottoposti al giudice precedente. Introdurre una nuova questione, i cui presupposti di fatto non sono stati esaminati dal giudice del riesame, è precluso.

La Corte ha inoltre sottolineato come questa interpretazione sia rafforzata dall’introduzione dell’art. 24-bis del codice di procedura penale, che ha creato un meccanismo specifico per risolvere anticipatamente e in modo vincolante le questioni di competenza territoriale, proprio per evitare la celebrazione di processi inutili.

Anche il secondo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile perché ritenuto del tutto generico, astratto e non motivato, esaurendosi in una semplice asserzione slegata dal provvedimento contestato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione in esame offre un importante monito per la pratica legale. La scelta di sollevare questioni procedurali, come l’incompetenza territoriale, deve essere strategica e, soprattutto, tempestiva. Attendere il giudizio di Cassazione per sollevare un’eccezione che doveva essere proposta durante il riesame è una tattica processuale destinata al fallimento. La sentenza consolida il principio secondo cui il processo è scandito da fasi e preclusioni che devono essere rispettate, pena la perdita del diritto di far valere le proprie ragioni. Per la difesa, ciò significa che ogni fase, inclusa quella cautelare e del riesame, deve essere affrontata con la massima diligenza, esaminando e sollevando immediatamente tutte le questioni rilevanti.

È possibile sollevare per la prima volta l’eccezione di incompetenza territoriale direttamente con il ricorso per cassazione in materia cautelare?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la violazione delle norme sulla competenza territoriale deve essere eccepita o rilevata in sede di riesame e non può essere dedotta per la prima volta nel giudizio di legittimità, a meno che non si tratti di una questione rilevabile d’ufficio.

Perché l’incompetenza territoriale non è, di regola, rilevabile d’ufficio dalla Corte di Cassazione?
Perché il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità “a critica vincolata”. La Corte valuta la correttezza della decisione precedente sulla base dei motivi già presentati in quella sede, senza poter esaminare nuovi presupposti di fatto non precedentemente vagliati dal giudice del merito.

Qual è la conseguenza di un motivo di ricorso formulato in modo troppo generico?
Un motivo di ricorso che si esaurisce in un’asserzione astratta, generica e svincolata dal provvedimento impugnato viene dichiarato inammissibile, in quanto non costituisce una critica specifica e motivata alla decisione contestata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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