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Incompetenza territoriale: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione e commercio di prodotti contraffatti. L’imputato lamentava l’incompetenza territoriale del Tribunale, sostenendo che il processo dovesse svolgersi nel luogo di produzione della merce. La Corte ha ribadito che, per la ricettazione, la competenza si radica nel luogo dove avviene l’ultima parte dell’azione, che, in assenza di prove contrarie, coincide con il luogo del sequestro dei beni.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incompetenza Territoriale: Quando il Luogo del Sequestro Decide il Processo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un’importante questione di procedura penale: la determinazione della incompetenza territoriale. Il caso riguarda un imprenditore condannato per ricettazione e commercio di merce contraffatta, che aveva impugnato la sentenza sostenendo che il processo si sarebbe dovuto svolgere in un’altra città. La decisione della Suprema Corte offre chiarimenti fondamentali sulla regola del locus commissi delicti (luogo di commissione del reato), specialmente per delitti come la ricettazione.

I Fatti di Causa

Il Tribunale di Bari aveva condannato un soggetto per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) e ricettazione (art. 648 c.p.). La Corte di Appello di Bari aveva successivamente confermato la condanna. Secondo l’accusa, l’imputato, titolare di un opificio in Toscana, era il fornitore di una partita di merce contraffatta sequestrata nel territorio di competenza del tribunale pugliese. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, basando la sua strategia su diversi motivi, tra cui spiccava l’eccezione di incompetenza territoriale.

I Motivi del Ricorso e l’Eccezione di Incompetenza Territoriale

Il difensore ha articolato il ricorso su quattro punti principali:

1. Violazione di legge sull’incompetenza territoriale: Si sosteneva che il giudice competente fosse quello di Prato, luogo in cui si trovava l’opificio dell’imputato e dove si presumeva fosse avvenuta la lavorazione e la cessione della merce. La difesa riteneva errato aver radicato la competenza a Bari, solo perché lì era avvenuto il sequestro.
2. Errata valutazione della recidiva: La difesa contestava il riconoscimento dell’aggravante della recidiva e il relativo giudizio di bilanciamento con le attenuanti.
3. Mancata applicazione della continuazione: Si lamentava la mancata applicazione del regime del reato continuato con altri reati precedentemente giudicati.
4. Vizio di motivazione sulla responsabilità: Si criticava la sentenza d’appello per aver fondato la colpevolezza su elementi ritenuti privi di riscontro oggettivo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo in parte reiterativo di motivi già respinti in appello e in parte manifestamente infondato. La sentenza analizza punto per punto le doglianze della difesa, fornendo importanti principi di diritto.

La Regola sulla Competenza Territoriale

Il fulcro della decisione riguarda la questione della incompetenza territoriale. La Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito. Viene spiegato che, ai sensi dell’art. 9, comma 1, del codice di procedura penale, la competenza per territorio è determinata dal luogo in cui è avvenuta l’ultima parte dell’azione o dell’omissione. Nel caso specifico della ricettazione, un reato la cui azione può essere frazionata (ricezione, occultamento, acquisto), l’individuazione del luogo esatto può essere complessa.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha chiarito che, in assenza di prove certe e non puramente ipotetiche che la ricezione della merce sia avvenuta in una località diversa, la competenza si radica nel luogo del sequestro dei beni. Poiché la merce contraffatta era stata rinvenuta e sequestrata nel territorio di competenza del tribunale pugliese, la competenza di quest’ultimo era stata correttamente affermata.

La Reiezione degli Altri Motivi

Anche gli altri motivi di ricorso sono stati respinti:
– La questione della responsabilità era basata su una richiesta di rilettura delle prove (come le intercettazioni telefoniche), attività preclusa in sede di legittimità.
– Il riconoscimento della recidiva è stato giudicato ben motivato dalla Corte d’Appello, che aveva evidenziato la pericolosità sociale dell’imputato.
– La richiesta di applicazione della continuazione è stata ritenuta inammissibile perché proposta tardivamente, non nei motivi di appello ma solo nelle conclusioni finali, e senza la necessaria documentazione (le sentenze definitive relative agli altri reati).

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio di pragmatismo processuale e di aderenza alle norme sulla competenza. Per evitare che l’incertezza sul luogo esatto della ricezione della merce illecita possa paralizzare il processo, la giurisprudenza ha consolidato il criterio del luogo del sequestro come elemento determinante, salvo prova contraria certa. Questa interpretazione garantisce che vi sia sempre un giudice competente a decidere, evitando vuoti di giurisdizione. Inoltre, la Corte ribadisce il proprio ruolo di giudice di legittimità, che non può sostituirsi al giudice di merito nella valutazione dei fatti e delle prove, ma deve limitarsi a verificare la correttezza logico-giuridica della motivazione.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio in materia di competenza territoriale per il reato di ricettazione. Stabilisce che il luogo del sequestro della merce illecita è un criterio valido e sufficiente per radicare la competenza del tribunale, a meno che la difesa non fornisca prove concrete e inequivocabili che l’azione criminosa si sia consumata altrove. Questa decisione ha rilevanti implicazioni pratiche, poiché semplifica l’avvio del procedimento penale in casi di criminalità che, come quella legata alla contraffazione, spesso coinvolge territori diversi.

Come si determina la competenza territoriale per il reato di ricettazione?
La competenza territoriale si determina in base al luogo in cui si è verificata l’ultima parte dell’azione delittuosa. In assenza di elementi certi che indichino un luogo di ricezione della merce diverso, la competenza spetta al giudice del luogo in cui i beni contraffatti sono stati sequestrati.

È possibile sollevare la questione della continuazione tra reati in qualsiasi momento del processo d’appello?
No. Secondo la sentenza, la richiesta di applicazione della continuazione con un reato già giudicato deve essere avanzata con i motivi di appello o con motivi nuovi, e non può essere proposta per la prima volta durante la formulazione delle conclusioni finali. Inoltre, deve essere corredata dalla documentazione necessaria, come le sentenze definitive pertinenti.

Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile se ripropone le stesse argomentazioni già respinte in appello?
Sì. Se il ricorso si limita a riproporre doglianze già esaminate e respinte dal giudice di secondo grado con una motivazione logica e priva di vizi, e se i motivi sono manifestamente infondati, la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile senza entrare nel merito della questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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