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Incompatibilità del giudice: confisca decisa due volte

Un Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP), agendo in sede di rinvio, ha confermato un’ordinanza di confisca. Tuttavia, era lo stesso magistrato che aveva emesso la sentenza di patteggiamento originale, poi parzialmente annullata. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione sulla confisca a causa dell’incompatibilità del giudice, stabilendo che la pronuncia sulla confisca è una decisione di merito che, ai sensi dell’art. 623 c.p.p., richiede un giudice diverso in sede di rinvio.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incompatibilità del giudice: la Cassazione annulla la confisca

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20772/2024, ha riaffermato un principio fondamentale del giusto processo: l’incompatibilità del giudice. Una decisione sulla confisca, essendo una pronuncia di merito, non può essere emessa in sede di rinvio dallo stesso magistrato che aveva pronunciato la sentenza originaria, poi annullata. Questo caso evidenzia come le garanzie procedurali non siano meri formalismi, ma pilastri essenziali per assicurare l’imparzialità della giurisdizione.

I Fatti del Caso: un Rinvio Viziato alla Radice

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GUP) di Napoli. Questa sentenza era stata impugnata e la Corte di Cassazione l’aveva annullata, ma solo limitatamente alla statuizione sulla confisca, rinviando il caso al GUP per una nuova valutazione su quel punto specifico.

Il problema sorge quando il nuovo giudizio viene assegnato allo stesso GUP che aveva emesso la sentenza di patteggiamento originale. Quest’ultimo, con un’ordinanza, disponeva nuovamente la confisca per equivalente dei beni dell’imputato. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando proprio la violazione delle norme sull’incompatibilità del giudice.

Il Principio di Incompatibilità del Giudice nel Giudizio di Rinvio

Il motivo principale del ricorso si fondava sulla violazione dell’articolo 623, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce chiaramente che, se la Cassazione annulla la sentenza di un giudice monocratico o di un GUP, gli atti devono essere trasmessi allo stesso tribunale, ma il nuovo giudizio deve essere tenuto da un giudice diverso da quello che ha pronunciato la sentenza annullata.

Questa regola è una diretta applicazione del principio del giudice terzo e imparziale, sancito dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali. L’obiettivo è evitare che il giudice chiamato a decidere di nuovo sia influenzato, anche solo in astratto, dalla valutazione che aveva già espresso in precedenza.

La Natura della Confisca: Atto sul Merito e non Cautelare

Il punto cruciale della decisione della Cassazione è la distinzione tra provvedimenti cautelari e decisioni di merito. La Corte ha chiarito che, mentre per le misure cautelari non si pone un problema di incompatibilità (poiché il giudice valuta elementi provvisori senza definire l’accusa), la decisione sulla confisca è tutt’altra cosa.

Disporre una confisca, sia essa diretta o per equivalente, richiede al giudice di:
1. Verificare la sussistenza dei presupposti di legge (nel caso di specie, l’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000 in materia di reati tributari).
2. Quantificare il profitto del reato da sottoporre a misura ablatoria.

Queste valutazioni attingono direttamente al merito del processo e implicano un accertamento, seppur incidentale, della responsabilità dell’imputato. Pertanto, la statuizione sulla confisca è parte integrante della sentenza di condanna e non può essere trattata come un provvedimento accessorio o provvisorio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha ritenuto fondato il ricorso, accogliendo la tesi difensiva. I giudici hanno sottolineato che il principio del giudice terzo e imparziale è un cardine del sistema processuale. L’articolo 623 c.p.p. è inequivocabile nel prescrivere la necessità di un giudice diverso quando viene annullata una ‘sentenza’. La decisione sulla confisca, inserita in una sentenza di patteggiamento, è a tutti gli effetti una statuizione di merito che definisce un aspetto centrale del giudizio.

La Cassazione ha ulteriormente rafforzato il suo ragionamento richiamando l’articolo 578-bis c.p.p. Questa norma consente di mantenere la confisca anche in caso di prescrizione del reato, ma solo a condizione di un ‘previo accertamento della responsabilità dell’imputato’. Ciò dimostra in modo inconfutabile che la confisca non è un automatismo, ma il risultato di una valutazione di merito sulla colpevolezza.

Di conseguenza, il GUP che aveva già emesso la sentenza di patteggiamento si trovava in una condizione di incompatibilità e non avrebbe potuto presiedere il giudizio di rinvio. La sua decisione è stata quindi viziata alla radice.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata e ha disposto un nuovo rinvio al Tribunale di Napoli, specificando che il giudizio dovrà essere tenuto ‘in diversa composizione’. La sentenza riafferma con forza che le regole sull’incompatibilità del giudice non ammettono deroghe quando si tratta di decisioni sul merito, come quella sulla confisca. Questa pronuncia costituisce un importante monito sull’importanza del rispetto rigoroso delle garanzie procedurali, poste a tutela dell’imputato e della credibilità stessa della funzione giurisdizionale.

Un giudice che ha emesso una sentenza di patteggiamento, poi parzialmente annullata, può decidere di nuovo sullo stesso caso in sede di rinvio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, si verifica una situazione di incompatibilità del giudice. L’art. 623, lett. d) del codice di procedura penale richiede che, in caso di annullamento di una sentenza, il giudizio di rinvio sia tenuto da un giudice diverso da quello che ha emesso la pronuncia annullata.

La decisione sulla confisca è considerata una pronuncia di merito?
Sì. La sentenza chiarisce che le statuizioni sulla confisca, anche per equivalente, attengono al merito del processo. Esse richiedono la verifica dei presupposti di legge e la quantificazione del profitto del reato, implicando un accertamento di responsabilità, a differenza delle misure meramente cautelari.

Qual è la conseguenza se il giudizio di rinvio viene celebrato da un giudice incompatibile?
La decisione emessa dal giudice incompatibile deve essere annullata. Nel caso di specie, la Corte ha annullato l’ordinanza che disponeva la confisca e ha rinviato il caso al Tribunale per un nuovo giudizio, da tenersi in diversa composizione, cioè con un giudice differente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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