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Incidente stradale guida in ebbrezza: quando scatta?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una conducente condannata per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver causato un sinistro stradale. La sentenza chiarisce che per l’applicazione dell’aggravante non è necessario un nesso di causalità diretto tra l’ebbrezza e l’incidente, ma è sufficiente un rapporto di ‘occasionalità’. Nel caso specifico, lo stato di alterazione della conducente ha diminuito la sua capacità di gestire una strada di montagna pericolosa, rendendo tale collegamento sufficiente per confermare la condanna. Con questa pronuncia si consolida il principio secondo cui l’incidente stradale guida in ebbrezza viene punito più severamente quando lo stato di alterazione è anche solo una concausa dell’evento.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente Stradale e Guida in Ebbrezza: Basta il Nesso di Occasionalità

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, affronta un tema di grande attualità e rilevanza sociale: le conseguenze legali di un incidente stradale guida in ebbrezza. La pronuncia chiarisce un aspetto fondamentale relativo all’aggravante prevista dal Codice della Strada, stabilendo che per la sua applicazione non è richiesto un rapporto diretto di causa-effetto tra lo stato di alterazione e il sinistro, ma è sufficiente un semplice collegamento occasionale. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una conducente condannata in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, commesso in orario notturno. La vicenda era aggravata dal fatto che la sua condotta aveva portato a un incidente stradale. L’imputata, percorrendo in discesa una strada di montagna, caratterizzata da curve a visuale limitata e priva di illuminazione, aveva perso il controllo del veicolo, finendo per occupare il centro della carreggiata e provocando un sinistro.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputata ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali. In primo luogo, lamentava un vizio di motivazione e un travisamento della prova, sostenendo che i giudici di merito non avessero valutato correttamente le testimonianze. In secondo luogo, contestava la sussistenza dell’aggravante, argomentando che la Corte d’Appello non avesse accertato un nesso causale diretto tra lo stato di ebbrezza e la provocazione dell’incidente, limitandosi a basare la condanna sulla mera presenza del veicolo della ricorrente sulla sede stradale.

Incidente Stradale Guida in Ebbrezza: Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e inammissibile. Le motivazioni dei giudici di legittimità sono chiare e si articolano su due punti cardine.

Nessun Travisamento della Prova

In primo luogo, la Corte ha escluso qualsiasi travisamento della prova. I giudici di merito avevano correttamente fondato la loro decisione sulle risultanze oggettive degli accertamenti della polizia giudiziaria. Da tali atti emergeva in modo inequivocabile che la conducente, a causa del suo stato di alterazione alcolica, non era stata in grado di mantenere il controllo del veicolo e di percorrere in sicurezza i tornanti della strada di montagna. La sua condotta di guida, a velocità non prudenziale in un tratto pericoloso, è stata considerata la causa principale del sinistro.

Il Principio del Nesso di Occasionalità

Il punto cruciale della sentenza riguarda l’interpretazione dell’aggravante prevista dall’art. 186, comma 2-bis, del Codice della Strada. La Cassazione ha ribadito un principio ormai consolidato: ai fini della configurabilità di tale aggravante, non è richiesto l’accertamento di un nesso eziologico diretto tra l’incidente e la condotta dell’agente. È sufficiente un collegamento materiale di occasionalità-strumentalità.
In altre parole, l’incidente deve essere ricollegabile alla situazione di pericolo generata dalla condizione di alterazione del conducente. Lo stato di ebbrezza, impoverendo la capacità di approntare manovre idonee a scongiurare un incidente, diventa esso stesso un fattore determinante. Nel caso di specie, i giudici hanno ritenuto che l’elevato grado di ebbrezza accertato e le difficili circostanze stradali (strada di montagna, di notte, in discesa) dimostrassero ampiamente questo collegamento.

Le Conclusioni della Suprema Corte

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La sentenza conferma che, in materia di incidente stradale guida in ebbrezza, per l’applicazione dell’aggravante è sufficiente che lo stato di alterazione psico-fisica abbia contribuito a ridurre le capacità del conducente di fronteggiare una situazione di pericolo, rendendo così possibile il verificarsi del sinistro. Questa interpretazione estensiva della norma mira a sanzionare più severamente chi, mettendosi alla guida in condizioni non idonee, crea un rischio concreto per la sicurezza stradale, a prescindere dal fatto che la sua condotta sia l’unica ed esclusiva causa dell’incidente.

Per l’aggravante di aver causato un incidente in stato di ebbrezza, è necessario provare che l’ubriachezza sia stata la causa diretta dell’incidente?
No, secondo la sentenza, non è richiesto l’accertamento del nesso eziologico diretto tra l’incidente e la condotta dell’agente. È sufficiente un mero collegamento materiale tra il verificarsi del sinistro e lo stato di alterazione.

Cosa si intende per ‘nesso di occasionalità-strumentalità’ tra la guida in ebbrezza e l’incidente stradale?
Significa che l’incidente deve essere ricollegabile alla situazione di pericolo creata dallo stato di alterazione del conducente. La ridotta capacità di reagire e di approntare manovre per evitare l’incidente, dovuta all’alcol, è sufficiente a integrare questo collegamento.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi presentati sono stati giudicati manifestamente infondati, generici e privi di un reale confronto critico con le argomentazioni della sentenza impugnata, non riuscendo a scalfire la logicità della decisione dei giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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