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Incidente di esecuzione: inammissibile il ricorso vago

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino contro un’ordinanza di demolizione. Il motivo è che la violazione del principio di proporzionalità, legata alle condizioni di salute, non era stata adeguatamente sollevata e provata durante l’incidente di esecuzione di primo grado. La Corte ha ribadito che nel giudizio di legittimità non si possono introdurre nuove questioni di fatto.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente di esecuzione: la specificità dei motivi è cruciale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 39592/2024) ha fatto luce su un aspetto fondamentale del processo penale: la corretta gestione di un incidente di esecuzione. Il caso riguardava la richiesta di revoca di un’ingiunzione a demolire una porzione di un immobile abusivo, ma la decisione della Suprema Corte offre spunti procedurali di portata generale, sottolineando l’importanza di presentare tutte le proprie argomentazioni in modo chiaro e completo fin dal primo grado.

I Fatti del Caso

Un uomo anziano aveva presentato ricorso avverso l’ordinanza del GIP del Tribunale di Reggio Calabria, che aveva rigettato la sua richiesta di revoca di un ordine di demolizione. Tale ordine era scaturito da una sentenza di condanna per abuso edilizio emessa anni prima nei confronti della sua defunta moglie. Nel suo ricorso per Cassazione, l’uomo lamentava l’omessa motivazione da parte del giudice dell’esecuzione riguardo alla violazione del principio di proporzionalità, sancito anche dall’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Sosteneva, infatti, che le sue precarie condizioni di salute rendessero la demolizione una misura sproporzionata, un aspetto che, a suo dire, era stato completamente ignorato dal giudice.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’incidente di esecuzione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della questione sulla proporzionalità della demolizione, ma si concentra su un vizio procedurale fondamentale. Secondo i giudici, la questione relativa alle condizioni di salute e alla violazione del principio di proporzionalità non era stata sollevata in modo specifico e puntuale nell’atto che aveva dato inizio all’incidente di esecuzione. Di conseguenza, il giudice di merito non era stato formalmente chiamato a pronunciarsi su quel preciso punto. Introdurre tale argomento per la prima volta in sede di legittimità, mascherandolo come un vizio di motivazione, costituisce una pratica non consentita.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha chiarito diversi principi chiave che governano l’incidente di esecuzione:

1. Natura del Procedimento: L’incidente di esecuzione non è un giudizio di impugnazione e non soggiace al principio devolutivo. Questo significa che il giudice dell’esecuzione ha il dovere di decidere anche su domande nuove formulate nel corso del procedimento. Tuttavia, per garantire il contraddittorio, queste domande devono essere presentate in modo chiaro.

2. Onere di Allegazione: La parte che si duole di un’omessa motivazione su una specifica questione ha l’onere di dimostrare di averla sollevata in modo esplicito nel merito. Non è sufficiente, come nel caso di specie, depositare genericamente ‘ulteriore documentazione’ senza poi sollecitare una pronuncia specifica su di essa nelle conclusioni. Il principio di autosufficienza del ricorso impone di indicare con precisione il tema dedotto in sede esecutiva e di allegare gli elementi a sostegno.

3. Principio di Proporzionalità: Sebbene la giurisprudenza, anche europea (Corte EDU), riconosca che l’ordine di demolizione di un’abitazione debba rispettare il principio di proporzionalità, spetta a chi lo invoca farsi carico di allegare in modo puntuale tutti i fatti a sostegno (es. essere l’unica abitazione, condizioni di salute, etc.). Questi accertamenti, basati su elementi di fatto, non possono essere svolti per la prima volta in Cassazione.

In sostanza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché cercava di devolvere alla Corte di Cassazione questioni di fatto e di diritto diverse da quelle originariamente proposte al giudice dell’esecuzione, senza averle prima adeguatamente introdotte e discusse in quella sede.

Conclusioni

Questa sentenza rappresenta un importante monito per chiunque affronti un incidente di esecuzione. È fondamentale strutturare la propria difesa in modo completo e specifico fin dall’inizio, presentando al giudice di merito tutte le questioni, sia di fatto che di diritto, corredate dalle relative prove. Attendere il giudizio di Cassazione per sollevare nuove argomentazioni, specialmente se richiedono valutazioni fattuali, è una strategia destinata al fallimento. La specificità e la chiarezza delle richieste sono essenziali per garantire che il giudice possa deliberare su ogni aspetto della controversia e per evitare una declaratoria di inammissibilità che preclude l’esame nel merito del ricorso.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione la violazione del principio di proporzionalità in un incidente di esecuzione?
No, la Corte ha stabilito che tali questioni, specialmente se richiedono accertamenti di fatto come le condizioni di salute, devono essere specificamente dedotte e provate nel merito, davanti al giudice dell’esecuzione. Il ricorso in Cassazione non può basarsi su questioni nuove.

Qual è l’onere della parte che invoca il principio di proporzionalità per evitare una demolizione?
La parte che intende avvalersi del principio di proporzionalità ha l’onere di allegare in modo puntuale tutti i fatti a sostegno della sua richiesta (es. condizioni di salute, essere l’unica abitazione) e di fornire le relative prove già nel procedimento di merito.

Un incidente di esecuzione è un giudizio di impugnazione?
No, la sentenza chiarisce che il procedimento di esecuzione non ha la natura di un giudizio di impugnazione e non è soggetto al principio devolutivo. Ciò significa che è possibile integrare o precisare la domanda in corso di procedimento, ma tutte le questioni devono essere sottoposte al giudice dell’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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