LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Incendio boschivo: appello del PM e pena in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per una serie di episodi di incendio boschivo in aree protette. La sentenza chiarisce i limiti del ricorso in Cassazione e l’ammissibilità dell’appello del Pubblico Ministero nel rito abbreviato, anche quando contesta la determinazione della pena a seguito di una riqualificazione del reato. La Corte ha ritenuto le censure del ricorrente generiche e volte a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, confermando la pena inflitta in appello.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incendio Boschivo: La Cassazione sull’Appello del PM e la Determinazione della Pena

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 7168 del 2024, offre importanti chiarimenti sul reato di incendio boschivo e sulle dinamiche processuali che ne conseguono, in particolare riguardo all’appello del Pubblico Ministero nel contesto del rito abbreviato e ai criteri per la determinazione della pena. Questa pronuncia ribadisce i confini invalicabili tra giudizio di merito e giudizio di legittimità, confermando l’inammissibilità di ricorsi che mirano a una rivalutazione dei fatti.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo condannato in secondo grado a una pena di quattro anni, un mese e dieci giorni di reclusione per una serie di reati, tra cui spiccano molteplici episodi di incendio boschivo consumato e tentato, commessi in diverse località e in un arco temporale di circa un anno. I reati erano stati perpetrati in aree protette, utilizzando inneschi pirici per appiccare il fuoco.

Il giudice di primo grado, all’esito di un giudizio abbreviato, aveva emesso una sentenza complessa: aveva assolto l’imputato per alcuni capi d’accusa, riqualificato altri episodi da consumati a tentati e, in un caso specifico, aveva trasformato l’accusa di incendio in danneggiamento. La Corte d’Appello, accogliendo parzialmente l’impugnazione del Pubblico Ministero, aveva riformato la decisione, riqualificando il reato di danneggiamento nuovamente in tentato incendio e rideterminando la pena complessiva in aumento.

Il Ricorso in Cassazione e le Censure dell’Imputato

L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione articolando due motivi principali. Con il primo, ha denunciato la violazione di norme processuali, sostenendo che l’appello del Pubblico Ministero avrebbe dovuto essere dichiarato inammissibile, in quanto proposto contro una sentenza di condanna emessa con rito abbreviato. Secondo la difesa, il PM non poteva contestare la mitezza del trattamento sanzionatorio per i reati per cui era già intervenuta condanna.

Con il secondo motivo, il ricorrente ha lamentato un vizio di motivazione riguardo alla determinazione della pena. A suo dire, la Corte d’Appello avrebbe giustificato la pena base, significativamente superiore al minimo edittale, sulla base di una valutazione errata della gravità degli episodi di incendio boschivo. Inoltre, la difesa ha criticato il mancato riconoscimento delle attenuanti nella loro massima estensione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul Reato di Incendio Boschivo

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo infondate entrambe le censure.

Sull’Ammissibilità dell’Appello del Pubblico Ministero

La Corte ha chiarito un punto cruciale del diritto processuale. In tema di giudizio abbreviato, l’appello del Pubblico Ministero avverso una sentenza che modifica il titolo del reato (nel caso di specie, da incendio a danneggiamento) è pienamente ammissibile. Tale appello può legittimamente avere ad oggetto qualsiasi statuizione della sentenza, inclusa la determinazione della pena, e non è limitato al solo ripristino dell’originaria accusa. Poiché il PM aveva il potere di impugnare la riqualificazione del reato, il suo appello era valido in toto, compresa la richiesta di un trattamento sanzionatorio più severo.

Sulla Determinazione della Pena

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Cassazione lo ha giudicato inammissibile perché generico e orientato a sollecitare una nuova valutazione del merito, preclusa in sede di legittimità. La Corte d’Appello, secondo gli Ermellini, aveva fornito una motivazione logica e sufficiente per giustificare la pena inflitta. Aveva infatti considerato:

* Il numero considerevole di episodi (otto consumati e quattro tentati).
* La particolare gravità di alcuni incendi, che avevano richiesto un ingente dispiegamento di mezzi e uomini e avevano creato un grave pericolo per l’incolumità pubblica.
* La prevalenza delle attenuanti generiche e del vizio parziale di mente sull’aggravante, ma non nella massima estensione possibile, proprio in ragione della gravità dei fatti.

La Corte ha sottolineato come l’aumento di pena rispetto al primo grado fosse una conseguenza diretta e logica dell’accoglimento dell’appello del PM e della conseguente riqualificazione di uno dei reati, operazioni che rientrano pienamente nei poteri del giudice d’appello.

Le Conclusioni

La sentenza consolida due principi fondamentali. In primo luogo, nel rito abbreviato, l’appello del Pubblico Ministero contro una riqualificazione del reato apre la porta a una revisione completa della sentenza, inclusa la pena. In secondo luogo, il ricorso per Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito. Le censure relative alla quantificazione della pena sono inammissibili se la motivazione del giudice d’appello è logica, congrua e non contraddittoria, e se il ricorrente si limita a contrapporre la propria valutazione a quella del giudice, senza evidenziare vizi di legittimità.

Il Pubblico Ministero può appellare una sentenza di condanna emessa con rito abbreviato per motivi relativi alla pena?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che se il PM appella una sentenza di condanna che ha modificato il titolo del reato (ad esempio, da incendio a danneggiamento), l’appello può legittimamente riguardare qualsiasi aspetto della decisione, compresa la determinazione della pena, e non è limitato alla sola richiesta di ripristinare l’accusa originaria.

Perché il ricorso dell’imputato contro la pena per incendio boschivo è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le critiche mosse alla determinazione della pena sono state ritenute generiche e volte a ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività non consentita nel giudizio di legittimità. La Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse logica, sufficiente e adeguata a giustificare la pena inflitta, considerando la gravità e il numero degli incendi.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati