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Incaricato di pubblico servizio: autista e condotta

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un autista di un servizio pubblico di trasporto avverso una sentenza della Corte d’Appello. I motivi sono stati giudicati una generica reiterazione di censure già respinte e manifestamente infondati. La Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato: l’autista di un mezzo di trasporto pubblico riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incaricato di Pubblico Servizio: La Cassazione Conferma lo Status dell’Autista

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio cruciale nel diritto penale, stabilendo che la figura dell’autista di trasporto pubblico rientra a pieno titolo nella nozione di incaricato di pubblico servizio. Questa decisione non solo chiarisce la posizione giuridica di una categoria professionale fondamentale per la collettività, ma sottolinea anche le responsabilità che ne derivano. L’ordinanza in esame ha dichiarato inammissibile il ricorso di un conducente, condannandolo al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un autista di un servizio di trasporto pubblico contro la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania. La Corte territoriale aveva confermato la sua responsabilità penale per un reato commesso nell’esercizio delle sue funzioni. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per cassazione, affidandolo a due distinti motivi.

I Motivi del Ricorso e la Qualifica di Incaricato di Pubblico Servizio

Il ricorrente ha basato la sua difesa su due argomentazioni principali. La prima è stata una critica generica alla valutazione dei fatti, considerata dalla Suprema Corte una mera riproposizione di censure già esaminate e respinte dal giudice d’appello senza vizi logici o giuridici. La seconda, e più rilevante ai fini della nostra analisi, contestava la qualificazione giuridica della sua condotta, mettendo in dubbio il suo status di incaricato di pubblico servizio.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambe le argomentazioni. Il primo motivo è stato liquidato come generico e ripetitivo. Sul secondo punto, i giudici hanno affermato che la censura era “manifestamente infondata”. La Corte ha infatti ribadito l’orientamento consolidato della giurisprudenza, secondo cui l’autista di un servizio pubblico di trasporto possiede la qualità di incaricato di pubblico servizio. Questa qualifica discende dalla natura dell’attività svolta, che è disciplinata da norme di diritto pubblico e persegue finalità di interesse generale.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono chiare e lineari. La dichiarazione di inammissibilità si fonda su due pilastri. Da un lato, la sterilità del primo motivo di ricorso, che non introduceva nuovi elementi di critica validi ma si limitava a reiterare argomentazioni già sconfessate in appello. Dall’altro lato, la palese infondatezza del secondo motivo. La Corte ha richiamato una sua precedente pronuncia (Ordinanza n. 14625 del 2006) per sottolineare come la qualifica di incaricato di pubblico servizio per gli autisti di linea sia un principio stabile e riconosciuto. L’attività di trasporto pubblico, infatti, non è una mera prestazione privata, ma un servizio essenziale per la comunità, regolamentato e protetto dalla legge in modo specifico.

Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un importante principio giuridico con significative implicazioni pratiche. Stabilire che un autista di bus è un incaricato di pubblico servizio significa attribuirgli maggiori responsabilità, ma anche una maggiore tutela penale in caso di aggressioni o offese subite durante il servizio. Per contro, eventuali reati da lui commessi nell’esercizio delle sue funzioni (come l’interruzione di pubblico servizio o reati contro la pubblica amministrazione) assumono una gravità maggiore. La decisione della Cassazione, oltre a definire il caso specifico con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, serve da monito e da chiarimento per l’intero settore del trasporto pubblico.

Un autista di un servizio pubblico di trasporto può essere considerato un incaricato di pubblico servizio?
Sì, la Corte di Cassazione ha ribadito la costante giurisprudenza secondo cui l’autista di un servizio pubblico di trasporto ha la qualità di incaricato di pubblico servizio.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché un motivo era una generica ripetizione di censure già respinte, mentre l’altro, relativo alla qualificazione giuridica della condotta, è stato ritenuto manifestamente infondato.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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