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Inappellabilità sentenza: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27834/2025, consolida il principio di inappellabilità della sentenza di condanna alla sola pena dell’ammenda, anche qualora questa sia sostitutiva di una pena detentiva. Tale orientamento deriva dalle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia all’art. 593 del codice di procedura penale. Nel caso specifico, tuttavia, la Corte ha annullato la condanna per un vizio di motivazione relativo all’elemento psicologico del reato, ritenuto indimostrato e basato su una mera presunzione.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

L’Inappellabilità della Sentenza di Condanna ad Ammenda: La Nuova Frontiera della Riforma Cartabia

Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale introdotto dalla Riforma Cartabia: l’inappellabilità sentenza di condanna alla sola pena dell’ammenda. Questa decisione, pur annullando la condanna nel caso di specie per altre ragioni, consolida un orientamento giurisprudenziale che cambia le strategie difensive nei processi per reati contravvenzionali. Analizziamo i dettagli della vicenda e le sue importanti implicazioni.

Il Caso in Esame: Dalla Condanna per Manifestazione non Autorizzata al Ricorso in Cassazione

Due individui venivano condannati dal Tribunale, in sede di giudizio abbreviato, al pagamento di una pena pecuniaria (ammenda) per un reato previsto dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (art. 18 R.D. n. 773/1931), verosimilmente legato a una manifestazione non autorizzata. Per uno degli imputati, la pena pecuniaria era il risultato della conversione di una pena detentiva breve, applicata ai sensi della L. 689/1981.

La difesa proponeva ricorso, lamentando diversi vizi della sentenza di primo grado. Tra i motivi, spiccavano la presunta erroneità della motivazione sull’elemento psicologico del reato e la questione procedurale sull’ammissibilità dell’appello.

Il Principio di Diritto sull’Inappellabilità Sentenza

Il cuore della pronuncia della Suprema Corte risiede nel chiarire la portata dell’art. 593, comma 3, del codice di procedura penale, come modificato dal d.lgs. n. 150/2022 (Riforma Cartabia). Il collegio ha inteso dare continuità a un orientamento ormai consolidato, citando diverse sentenze conformi.

Il principio è netto: la sentenza di condanna che infligge la sola pena dell’ammenda non è soggetta ad appello. La Corte ha specificato che questa regola vale anche nell’ipotesi in cui l’ammenda sia il risultato della sostituzione di una pena detentiva, come l’arresto. La riforma ha quindi chiuso una via di impugnazione precedentemente aperta, limitando il riesame di merito per le condanne a sanzioni puramente pecuniarie.

La Motivazione della Cassazione sul Caso Specifico

Nonostante l’enunciazione del principio generale sull’inappellabilità sentenza, la Corte di Cassazione ha accolto uno dei motivi di ricorso, portando all’annullamento della condanna. La critica mossa dalla difesa non riguardava il merito dei fatti, ma un vizio di legittimità della sentenza impugnata: la motivazione sull’elemento psicologico del reato.

Il tribunale di merito aveva ritenuto che gli imputati fossero consapevoli dell’assenza di autorizzazione per la loro manifestazione. Tuttavia, secondo la Cassazione, questa conclusione era apodittica, ovvero affermata senza un’adeguata dimostrazione e basata su una mera presunzione. Non era stato condotto alcun accertamento per provare la reale consapevolezza degli agenti. L’accoglimento di questo motivo, relativo alla sussistenza stessa della colpevolezza, ha assorbito le ulteriori censure riguardanti la quantificazione della pena.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione offre un doppio insegnamento. Da un lato, conferma in modo definitivo che la strada dell’appello è preclusa per le sentenze di condanna alla sola ammenda, anche se sostitutiva. Questo impone ai difensori di calibrare attentamente la strategia processuale fin dal primo grado, sapendo che il riesame nel merito sarà impossibile. Dall’altro lato, la sentenza dimostra che il ricorso per Cassazione rimane uno strumento efficace per censurare i vizi di legge, come la motivazione manifestamente illogica o assente su elementi essenziali del reato, quale l’elemento psicologico. La condanna non può mai fondarsi su presunzioni, ma deve essere supportata da una motivazione logica e ancorata ai fatti provati.

È possibile appellare una sentenza di condanna alla sola pena dell’ammenda?
No. Secondo l’orientamento consolidato della Cassazione, a seguito della Riforma Cartabia (art. 593, comma 3, cod. proc. pen.), la sentenza che infligge la sola pena dell’ammenda non è appellabile.

Questa regola vale anche se l’ammenda è una pena sostitutiva di una pena detentiva breve come l’arresto?
Sì. La sentenza chiarisce che il principio di inappellabilità si applica anche quando la pena dell’ammenda è inflitta in sostituzione, totale o parziale, di una pena detentiva.

In questo caso, perché la Cassazione ha annullato la condanna se la sentenza non era appellabile?
La Corte ha esaminato un ricorso per Cassazione, non un appello. Ha annullato la sentenza non per riesaminare i fatti, ma per un vizio di legge, ossia la mancanza di una motivazione adeguata a dimostrare l’elemento psicologico (la colpevolezza) del reato da parte degli imputati, ritenuta basata su una mera presunzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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