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Inammissibilità ricorso: quando l’appello è infondato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5981/2025, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato. I motivi, basati sulla presunta tardività della querela e sull’intervenuta prescrizione, sono stati giudicati manifestamente infondati. La Corte ha ribadito che l’inammissibilità del ricorso preclude la possibilità di rilevare la prescrizione maturata dopo la sentenza d’appello, confermando la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: L’Analisi della Cassazione

L’ordinanza in esame offre importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi in Cassazione, sottolineando come la precisione nella formulazione dei motivi sia cruciale per evitare una declaratoria di inammissibilità del ricorso. La Suprema Corte ha esaminato un caso in cui l’imputato contestava una sentenza di condanna della Corte d’Appello, sollevando questioni relative alla tempestività della querela, all’intervenuta prescrizione del reato e al riconoscimento di una circostanza aggravante. Analizziamo nel dettaglio la decisione e i principi di diritto affermati.

I Fatti del Processo

L’imputato, condannato in secondo grado, ha proposto ricorso per cassazione basandolo su tre motivi principali:
1. Errata valutazione della tempestività della querela: secondo la difesa, la querela era stata presentata oltre i termini di legge.
2. Intervenuta prescrizione del reato: si sosteneva che il tempo trascorso dalla commissione dei fatti avesse estinto il reato.
3. Illegittimo riconoscimento di una circostanza aggravante: si contestava l’applicazione dell’aggravante di cui all’art. 61 n. 5 del codice penale.

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Suprema Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni difensive. In primo luogo, ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito sulla tempestività della querela, evidenziando come la persona offesa avesse acquisito piena consapevolezza dei fatti solo a seguito di specifici incontri con l’imputato. Inoltre, ha aggiunto un rilievo fondamentale: il reato sarebbe stato comunque procedibile d’ufficio a causa dell’età avanzata (93 anni) della vittima, che la rendeva persona incapace per età.

Per quanto riguarda la prescrizione, la Corte ha applicato un principio consolidato, riaffermando che una declaratoria di inammissibilità del ricorso preclude la possibilità di rilevare cause di estinzione del reato, come la prescrizione, maturate successivamente alla sentenza impugnata. Infine, il motivo relativo alla circostanza aggravante è stato ritenuto inammissibile perché non era stato sollevato come specifico motivo d’appello nel grado precedente, violando così una precisa norma processuale.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su principi cardine della procedura penale.

Tempestività della Querela e Procedibilità d’Ufficio

Il primo motivo è stato respinto perché la valutazione sulla tempestività della querela era corretta. I giudici hanno chiarito che il termine per proporre querela decorre dal momento in cui la vittima ha una conoscenza certa e completa del fatto-reato, non da un mero sospetto. Nel caso di specie, questa consapevolezza si era consolidata solo dopo due incontri specifici. La Corte aggiunge, come argomento dirimente, che l’incapacità per età della persona offesa rendeva il reato procedibile d’ufficio, superando di fatto ogni questione sulla validità della querela.

Principio di Diritto su Inammissibilità e Prescrizione

Il punto centrale della decisione riguarda il rapporto tra inammissibilità del ricorso e prescrizione. Citando la giurisprudenza delle Sezioni Unite (sentenza ‘De Luca’ del 2000), la Corte ricorda che l’inammissibilità del ricorso ‘cristallizza’ la situazione giuridica al momento della sentenza di secondo grado. Di conseguenza, il giudice di legittimità non può prendere in considerazione eventi successivi, come il compimento del termine di prescrizione. Questa regola mira a sanzionare l’abuso dello strumento processuale, impedendo che un ricorso palesemente infondato possa essere utilizzato solo per guadagnare tempo e far estinguere il reato.

Preclusione dei Motivi Nuovi in Cassazione

Infine, la Corte ha applicato con rigore l’art. 606, comma 3, c.p.p. Questo articolo stabilisce che non possono essere dedotti in Cassazione motivi diversi da quelli enunciati nei motivi d’appello. Poiché la contestazione sulla circostanza aggravante non era stata sollevata in appello, essa è stata considerata un ‘motivo nuovo’ e, come tale, inammissibile in sede di legittimità. Questo principio garantisce l’ordine e la progressione del processo, evitando che le parti possano ‘riservarsi’ delle contestazioni per l’ultimo grado di giudizio.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce l’importanza di una difesa tecnica attenta e scrupolosa sin dai primi gradi di giudizio. La declaratoria di inammissibilità del ricorso non è una mera formalità, ma una sanzione processuale con conseguenze sostanziali gravi: preclude l’esame nel merito dei motivi, impedisce il rilievo della prescrizione e comporta la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. La decisione serve da monito sulla necessità di formulare impugnazioni che non siano manifestamente infondate o pretestuose, ma basate su solide argomentazioni giuridiche e fattuali, debitamente sollevate nei tempi e nei modi previsti dalla legge.

Quando inizia a decorrere il termine per presentare una querela?
Il termine per presentare una querela non decorre necessariamente dal momento in cui il reato è stato commesso, ma dal momento in cui la persona offesa ha acquisito una conoscenza certa e completa dei fatti che costituiscono il reato.

Se un ricorso in Cassazione è inammissibile, il giudice può dichiarare il reato estinto per prescrizione?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata, l’inammissibilità del ricorso impedisce al giudice di legittimità di rilevare l’eventuale prescrizione del reato maturata in un momento successivo alla data della sentenza impugnata.

È possibile contestare per la prima volta in Cassazione una circostanza aggravante non discussa in appello?
No. La Corte ha stabilito che un motivo di ricorso non è consentito in sede di legittimità se la relativa censura non è stata precedentemente dedotta come motivo di appello, come prescritto a pena di inammissibilità dall’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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