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Inammissibilità ricorso: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per truffa. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza del motivo relativo alla prescrizione, neutralizzata da sospensioni processuali, e sulla totale genericità degli altri motivi. Questi ultimi, infatti, si limitavano a riproporre argomenti già vagliati, senza confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza d’appello, portando a una condanna per l’inammissibilità del ricorso.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso: la Cassazione ribadisce il dovere di specificità

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sulla redazione degli atti di impugnazione nel processo penale, chiarendo le ragioni che conducono a una declaratoria di inammissibilità ricorso. La Corte di Cassazione ha evidenziato come la mera riproposizione di doglianze generiche, senza un confronto puntuale con la decisione impugnata, renda l’atto processuale non idoneo a superare il vaglio di ammissibilità.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la responsabilità penale di un imputato per il reato di truffa. I motivi di ricorso sollevati dalla difesa erano molteplici e riguardavano:
1. La presunta maturazione della prescrizione del reato prima della sentenza di secondo grado.
2. La contestazione della responsabilità penale per il reato di truffa.
3. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (ex art. 131-bis c.p.).
4. Il diniego delle attenuanti generiche.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a valutare la fondatezza e, prima ancora, l’ammissibilità di tali censure.

L’Analisi della Corte e l’Inammissibilità Ricorso

I giudici di legittimità hanno esaminato separatamente i motivi, giungendo a conclusioni nette che hanno determinato l’esito del giudizio. La decisione si è basata su due pilastri fondamentali: il calcolo della prescrizione e il requisito di specificità dei motivi d’appello.

La Questione della Prescrizione

Il primo motivo, relativo alla prescrizione, è stato dichiarato manifestamente infondato. La Corte ha rilevato la presenza di un periodo di sospensione del termine di prescrizione pari a 147 giorni, dovuto a rinvii richiesti dalla stessa difesa. Tenendo conto di tale sospensione, il termine ultimo per la prescrizione sarebbe scaduto il 16/11/2024, data successiva alla pronuncia della sentenza d’appello (27/06/2024). Di conseguenza, l’eccezione è stata respinta.

La Mancanza di Specificità degli Altri Motivi

Il cuore della decisione risiede nell’analisi degli altri motivi di ricorso. La Corte ha stabilito che le doglianze relative alla responsabilità, alla non punibilità e alle attenuanti generiche erano del tutto prive del requisito di specificità richiesto dall’art. 581 del codice di procedura penale. L’inammissibilità del ricorso deriva dal fatto che la difesa si è limitata a riproporre le medesime argomentazioni già presentate e respinte nel giudizio d’appello, senza confrontarsi criticamente con le ragioni esplicitate nella sentenza impugnata. I giudici hanno sottolineato che un ricorso non può ignorare le argomentazioni del giudice precedente, ma deve correlarsi ad esse, evidenziandone le presunte erroneità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la propria decisione su un principio consolidato in giurisprudenza: la mancanza di specificità di un motivo deve essere apprezzata non solo per la sua genericità o indeterminatezza, ma anche per l’assenza di correlazione tra le ragioni esposte nel ricorso e quelle della decisione attaccata. Un atto di impugnazione che si limita a una mera riproposizione delle questioni già decise, senza una critica puntuale e argomentata della sentenza di secondo grado, è viziato da inammissibilità. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano ampiamente vagliato e disatteso le doglianze difensive con argomenti logici e giuridici, e il ricorso non ha fatto altro che ignorare tali motivazioni.

Conclusioni

La pronuncia si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro. L’implicazione pratica di questa ordinanza è chiara: per evitare una declaratoria di inammissibilità, un ricorso deve essere redatto in modo specifico e pertinente, affrontando direttamente le motivazioni della sentenza impugnata. Non è sufficiente reiterare vecchie argomentazioni, ma è necessario dimostrare perché la decisione del giudice precedente sia errata in fatto o in diritto, attraverso un’analisi critica e puntuale.

Perché il motivo di ricorso sulla prescrizione è stato respinto?
È stato respinto perché il calcolo del termine di prescrizione doveva tenere conto di 147 giorni di sospensione, causati da richieste di rinvio della difesa. Questa sospensione ha spostato la data di maturazione della prescrizione a dopo la pronuncia della sentenza d’appello, rendendo l’eccezione infondata.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono ‘privi dei requisiti di specificità’?
Significa che le argomentazioni presentate nel ricorso erano troppo generiche e non si confrontavano in modo puntuale con le ragioni esposte nella sentenza impugnata. Invece di contestare le motivazioni del giudice, il ricorso si limitava a riproporre le stesse difese, violando così l’art. 581 del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta il rigetto del ricorso senza un esame nel merito della questione. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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