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Inammissibilità ricorso: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso basato su un presupposto errato. L’imputato, condannato per violazione di sigilli, sosteneva che il suo appello fosse stato ingiustamente dichiarato inammissibile in secondo grado. La Cassazione, invece, ha chiarito che la Corte d’Appello aveva esaminato il caso nel merito, pur rilevando la genericità dei motivi, confermando la condanna. Il ricorso è stato quindi giudicato manifestamente infondato.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Cosa Succede Quando l’Appello è Troppo Generico?

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui requisiti di specificità dell’atto di appello e sulle conseguenze di un’impugnazione basata su presupposti errati, portando alla declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questo caso dimostra come la precisione nell’articolazione dei motivi di gravame sia fondamentale in ogni fase del processo penale.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in primo grado per il reato di violazione di sigilli previsto dall’art. 349, secondo comma, del codice penale, vedeva la sua condanna confermata dalla Corte di Appello. Contro questa seconda decisione, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: una presunta violazione di legge da parte della Corte territoriale nella dichiarazione di inammissibilità del suo atto di appello.

L’imputato sosteneva, in sostanza, che i giudici di secondo grado avessero errato nel considerare inammissibile il suo gravame. Tuttavia, la Suprema Corte ha rilevato una fondamentale discrepanza tra quanto lamentato dal ricorrente e quanto effettivamente deciso dalla Corte di Appello.

La Decisione della Corte sull’inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché “manifestamente infondato”. Il punto cruciale della decisione risiede nell’aver accertato che la Corte di Appello non aveva affatto dichiarato l’inammissibilità dell’appello, come erroneamente sostenuto dal ricorrente. Al contrario, i giudici di secondo grado, pur evidenziando la genericità e la scarsezza di contenuti dell’atto di impugnazione, avevano comunque proceduto a un’analisi completa e approfondita del merito della questione.

La Corte territoriale aveva infatti riesaminato i fatti, valutato le deduzioni difensive (seppur richiamate “laconicamente” nell’atto di appello) e, al termine di una disamina completa, era pervenuta a una sentenza di conferma della condanna, non a una declaratoria di inammissibilità. Di conseguenza, il motivo di ricorso presentato alla Cassazione, basato su un evento mai verificatosi, è risultato privo di qualsiasi fondamento.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Suprema Corte è lineare e ineccepibile. Il ricorso era basato su un presupposto fattuale e giuridico inesistente. Il ricorrente ha contestato una decisione (la declaratoria di inammissibilità dell’appello) che la Corte d’Appello non aveva mai preso. Quest’ultima, infatti, aveva superato le criticità formali dell’atto di appello, svolgendo pienamente la sua funzione di giudice del merito e riesaminando l’intera vicenda processuale.

La Corte di Cassazione ha quindi sottolineato che la Corte territoriale ha pronunciato una “sentenza di conferma” e non una “declaratoria di inammissibilità”. Essendo il ricorso basato interamente su questa premessa sbagliata, non poteva che essere giudicato manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nell’Atto di Appello

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: i motivi di impugnazione devono essere specifici, pertinenti e ancorati alla realtà processuale. Un atto di appello generico, carente di argomentazioni dettagliate, rischia seriamente di essere dichiarato inammissibile. In questo caso, sebbene la Corte d’Appello abbia mostrato una certa apertura esaminando comunque il merito, l’errore del ricorrente nel formulare il successivo ricorso per cassazione si è rivelato fatale. La vicenda insegna che la precisione e l’accuratezza nella redazione degli atti processuali non sono meri formalismi, ma requisiti essenziali per la tutela efficace dei propri diritti.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché lo ha ritenuto manifestamente infondato. Il ricorrente basava la sua impugnazione sull’errato presupposto che la Corte di Appello avesse dichiarato inammissibile il suo appello, mentre in realtà lo aveva esaminato nel merito, confermando la condanna.

Cosa significa che un atto di appello è ‘generico’?
Secondo quanto emerge dall’ordinanza, un atto di appello è generico quando presenta una ‘scarsezza di contenuti e carenze’ e si limita a richiamare ‘laconicamente’ le argomentazioni difensive, senza sviluppare motivi specifici e critiche puntuali contro la sentenza di primo grado.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della decisione della Cassazione?
In conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del suo ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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