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Inammissibilità ricorso: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato avverso una condanna. La Corte ha stabilito che il ricorso era inammissibile perché i motivi proposti erano una semplice reiterazione di quelli già respinti in appello, senza una critica specifica e argomentata alla sentenza impugnata. In particolare, è stata confermata la correttezza della decisione della Corte d’Appello che aveva escluso la derubricazione a furto semplice, data la violenza usata, e l’attenuante del danno di lieve entità, per il valore considerevole della merce.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Perché la Semplice Ripetizione dei Motivi Porta al Rigetto

Presentare un ricorso in Cassazione è una fase cruciale del processo penale, ma richiede una tecnica e una precisione argomentativa specifiche. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce un principio fondamentale: la mera riproposizione dei motivi già discussi e respinti in appello conduce inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità ricorso. Questo articolo analizza la decisione, spiegando perché una critica concreta e mirata alla sentenza impugnata è un requisito imprescindibile.

I Fatti del Caso e i Motivi del Ricorso

Il caso trae origine dal ricorso di un giovane contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma. L’imputato aveva avanzato due principali doglianze:

1. Mancata derubricazione del reato: Si chiedeva di riqualificare la condotta contestata nel reato più lieve di furto semplice, ai sensi dell’art. 624 del codice penale.
2. Mancato riconoscimento di un’attenuante: Si lamentava il mancato riconoscimento della circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall’art. 62 n. 4 del codice penale.

Entrambe le richieste erano già state presentate e rigettate dalla Corte d’Appello, ma la difesa ha deciso di riproporle dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza sintetica ma chiara, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un vizio procedurale ben preciso, delineato dall’art. 591, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale: la mancanza di specificità dei motivi.

Secondo gli Ermellini, i motivi presentati non erano altro che una “reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito”. In altre parole, la difesa si è limitata a ‘copiare e incollare’ le argomentazioni precedenti, senza sviluppare una critica argomentata e specifica contro le ragioni che avevano portato la Corte d’Appello a respingerle. Un ricorso così formulato è considerato non specifico, ma solo apparente, e quindi processualmente inammissibile.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha sottolineato che un ricorso per cassazione, per essere ammissibile, deve assolvere alla sua funzione tipica: quella di una critica concreta e argomentata contro la sentenza impugnata. Non basta dissentire dalla decisione; è necessario spiegare perché la decisione è sbagliata in punto di diritto o di logica motivazionale.

Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse già fornito motivazioni congrue e non illogiche per respingere le richieste dell’imputato. In particolare:

* Sulla derubricazione a furto: La Corte d’Appello aveva correttamente indicato che l’uso della violenza fisica nei confronti dell’addetto alla sorveglianza impediva di qualificare il fatto come un semplice furto, configurando invece una fattispecie più grave (presumibilmente rapina impropria).
* Sull’attenuante del danno lieve: La Corte territoriale aveva escluso tale attenuante tenendo conto del “valore considerevole della merce sottratta”, rendendo la richiesta di applicazione dell’attenuante palesemente infondata.

Il ricorrente, non avendo contestato nel merito queste precise argomentazioni, ha di fatto presentato un ricorso vuoto, incapace di superare il vaglio di ammissibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine per chi opera nel diritto penale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo di legittimità sulla sentenza impugnata. Per questo, non è sufficiente riproporre le stesse lamentele, ma è essenziale costruire un’argomentazione che smonti pezzo per pezzo il ragionamento del giudice precedente, evidenziandone vizi logici o violazioni di legge. L’inammissibilità del ricorso per genericità è la sanzione processuale per chi ignora questa regola fondamentale, con la conseguenza aggiuntiva della condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando si limita a reiterare i motivi già presentati e respinti nel precedente grado di giudizio, senza confrontarsi criticamente e specificamente con le ragioni esposte nella sentenza impugnata.

Perché l’uso della violenza fisica impedisce di qualificare un fatto come furto semplice?
Secondo la Corte, l’uso della violenza nei confronti di una persona (in questo caso, l’addetto alla sorveglianza) è un elemento che qualifica il reato in modo più grave rispetto al furto semplice, che consiste nella sola sottrazione della cosa mobile altrui senza violenza o minaccia.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo che il ricorso non venga esaminato nel merito, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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