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Inammissibilità ricorso: quando la querela esiste

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 22/04/2024, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per furto e altri reati. Il motivo del ricorso, basato sulla presunta assenza di una valida querela per il furto, è stato ritenuto manifestamente infondato, poiché la querela risultava regolarmente presente agli atti. La decisione sottolinea come un’impugnazione basata su presupposti fattuali errati porti inevitabilmente alla sua inammissibilità, con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Cosa Succede se si Impugna per un Motivo Infondato?

L’inammissibilità ricorso è una delle sanzioni processuali più severe, che impedisce al giudice di esaminare nel merito le ragioni dell’impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un ricorso, basato su un presupposto di fatto errato, sia destinato a questa sorte. Il caso riguarda un imputato che aveva contestato la propria condanna per furto sostenendo la mancanza della querela della persona offesa, querela che invece era regolarmente presente agli atti.

I Fatti del Caso: La Condanna in Primo Grado

Un soggetto veniva condannato dal GIP del Tribunale di Avezzano a una pena di 10 mesi di reclusione per una serie di reati, tra cui furto, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Attraverso il proprio difensore, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, concentrando la sua difesa su un punto specifico relativo al solo reato di furto.

L’Argomento del Ricorrente: La Presunta Assenza della Querela

Il fulcro del ricorso era la tesi secondo cui, per il reato di furto, mancasse una condizione fondamentale per poter procedere: la querela della persona offesa. Secondo la difesa, non esisteva agli atti del procedimento alcuna valida querela sporta dalla vittima, il che avrebbe dovuto rendere il reato non perseguibile e, di conseguenza, annullare la relativa condanna.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha rigettato completamente la tesi difensiva, dichiarando l’inammissibilità ricorso. La Suprema Corte ha evidenziato che l’impugnazione era trattabile con la procedura semplificata ‘de plano’, prevista dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, riservata ai casi in cui l’esito è palesemente scontato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La motivazione della decisione è tanto semplice quanto perentoria. Contrariamente a quanto affermato dal ricorrente, la Corte ha verificato che la querela era ‘ben presente in atti’. Nello specifico, la denuncia-querela era stata regolarmente sporta dalla persona offesa in data 1° dicembre 2022 presso la Stazione dei Carabinieri competente. L’argomento difensivo si basava, quindi, su un presupposto di fatto palesemente errato. L’errore fattuale nel sostenere l’assenza di un atto processuale in realtà esistente ha reso il motivo di ricorso manifestamente infondato, conducendo inevitabilmente alla declaratoria di inammissibilità.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche dell’Inammissibilità

La pronuncia di inammissibilità non è priva di conseguenze per il ricorrente. Oltre a vedere la propria condanna diventare definitiva, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali. A ciò si è aggiunta la condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria che la legge prevede proprio per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. Questo caso insegna una lezione fondamentale: prima di impugnare un provvedimento, è cruciale un’accurata e meticolosa verifica degli atti processuali, poiché un errore di fatto può compromettere irrimediabilmente l’esito del ricorso, con aggravio di spese e sanzioni.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si fondava su un presupposto di fatto errato, ovvero la presunta assenza della querela per il reato di furto, mentre la Corte ha accertato che la querela era regolarmente presente agli atti del procedimento.

Cosa significa che un ricorso viene trattato ‘de plano’?
Significa che la Corte di Cassazione può deciderlo attraverso una procedura semplificata, senza la necessità di un’udienza pubblica, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen. Questa modalità è utilizzata per i ricorsi che devono essere dichiarati inammissibili in modo evidente.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Oltre alla conferma della condanna, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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