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Inammissibilità ricorso: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da due imputati contro una sentenza della Corte d’Appello. Le ragioni risiedono nella manifesta infondatezza e genericità dei motivi, tra cui la contestazione di un aumento di pena e il mancato riconoscimento della sospensione condizionale, quest’ultimo negato a causa della comprovata inaffidabilità di uno degli imputati.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

L’inammissibilità del ricorso rappresenta uno degli esiti più comuni e al contempo significativi nel giudizio di legittimità davanti alla Corte di Cassazione. Questo provvedimento impedisce l’esame nel merito delle questioni sollevate, confermando di fatto la decisione impugnata. Un’ordinanza recente ci offre l’occasione per analizzare due classiche ipotesi di inammissibilità: la genericità del motivo e la manifesta infondatezza della censura.

I Fatti del Caso

Due soggetti avevano proposto ricorso per Cassazione avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. Le loro doglianze si concentravano su aspetti diversi della decisione.

Un ricorrente contestava la motivazione relativa all’aumento di pena applicato ai sensi dell’articolo 81 del codice penale, che disciplina il reato continuato. Sosteneva che la motivazione fosse carente.

L’altro ricorrente, invece, lamentava la mancata concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, ritenendo che il diniego fosse immotivato.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i ricorsi e li ha dichiarati inammissibili. Questa decisione si è basata su una valutazione precisa dei motivi presentati, ritenuti non idonei a superare il vaglio di legittimità.

La Genericità del Motivo sull’Aumento di Pena

Per quanto riguarda il primo ricorso, la Corte ha stabilito che la critica alla motivazione sull’aumento di pena era manifestamente infondata. I giudici hanno sottolineato che la motivazione della Corte d’Appello non presentava vizi di illogicità evidente. Il ricorso, inoltre, è stato qualificato come generico e privo di una reale critica costruttiva alla decisione impugnata, limitandosi a una contestazione superficiale senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni del giudice di merito.

La Manifesta Infondatezza sul Diniego della Sospensione Condizionale

Relativamente al secondo ricorso, la Cassazione ha ritenuto il motivo manifestamente infondato. Il giudice d’appello aveva correttamente applicato l’articolo 164, primo comma, del codice penale. La decisione di negare la sospensione condizionale era stata espressamente giustificata sulla base dell’inaffidabilità dimostrata dall’imputato, un giudizio prognostico che faceva temere la possibile reiterazione di condotte criminose. La motivazione, quindi, era completa e legalmente corretta.

Le Motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale. In primo luogo, il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Motivi generici, che non individuano specifiche violazioni di legge o vizi logici manifesti, non possono trovare accoglimento. In secondo luogo, la concessione della sospensione condizionale della pena è subordinata a una valutazione discrezionale del giudice di merito sulla personalità del condannato e sulla prognosi di futuro comportamento. Se tale valutazione è supportata da una motivazione logica e coerente, come nel caso di specie, non è sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un concetto fondamentale: per accedere al giudizio di Cassazione, è necessario formulare censure specifiche, pertinenti e non manifestamente infondate. La declaratoria di inammissibilità del ricorso non solo rende definitiva la condanna, ma comporta anche conseguenze economiche per i ricorrenti. Essi sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, a sanzione di un’impugnazione ritenuta priva di fondamento. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di redigere ricorsi tecnicamente validi e fondati su solide argomentazioni giuridiche.

Perché un giudice può negare la sospensione condizionale della pena?
Un giudice può negare la sospensione condizionale quando, sulla base degli elementi a disposizione, ritiene che il condannato sia inaffidabile e vi sia un concreto pericolo che possa commettere nuovi reati. La decisione deve essere giustificata da una motivazione logica, come previsto dall’art. 164 del codice penale.

Quando un motivo di ricorso in Cassazione è considerato generico?
Un motivo di ricorso è considerato generico quando non critica specificamente la decisione impugnata, ma si limita a una contestazione astratta o superficiale, senza confrontarsi con le argomentazioni contenute nella sentenza e senza evidenziare un vizio logico o una violazione di legge puntuale.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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