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Inammissibilità ricorso: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per danneggiamento. I giudici hanno stabilito che un motivo di ricorso non può essere presentato per la prima volta in Cassazione se non sollevato in appello. Inoltre, la semplice ripetizione dei motivi già respinti nel grado precedente, senza una specifica critica alla sentenza impugnata, rende il ricorso non specifico e quindi inammissibile. La decisione sottolinea il rigore formale necessario per adire la Suprema Corte.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso in Cassazione: Il Pericolo della Mera Ripetizione dei Motivi

L’accesso alla Corte di Cassazione è governato da regole procedurali rigorose, la cui violazione può portare a una declaratoria di inammissibilità ricorso. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la mancata proposizione di un motivo in appello e la successiva ripetizione di argomenti già respinti costituiscano errori fatali per la difesa. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere le dinamiche processuali che ogni avvocato e assistito dovrebbero conoscere.

I Fatti del Caso: Dal Danneggiamento al Ricorso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di danneggiamento, previsto dall’articolo 635 del codice penale, emessa dalla Corte di Appello. L’imputato, ritenuto responsabile di aver deteriorato alcuni beni (nello specifico, dei sedili), decideva di impugnare la sentenza presentando ricorso per Cassazione. La difesa si basava su due motivi principali:

1. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis c.p.
2. Un vizio di motivazione della sentenza d’appello riguardo all’effettiva sussistenza del reato di danneggiamento, sostenendo che si trattasse di un mero deterioramento non penalmente rilevante.

Tuttavia, entrambi i motivi sono stati respinti dalla Suprema Corte, che ha dichiarato il ricorso inammissibile.

L’Analisi della Corte e l’Inammissibilità Ricorso

La Corte di Cassazione ha esaminato separatamente i due motivi, evidenziando per ciascuno un vizio procedurale insuperabile che ha condotto alla declaratoria di inammissibilità ricorso.

Primo Motivo: La Novità Non Ammessa in Cassazione

Con riferimento alla richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto), i giudici hanno rilevato un errore preliminare e decisivo. Questa specifica doglianza non era mai stata sollevata nel precedente grado di giudizio, ossia nell’atto di appello.

Secondo l’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale, è precluso presentare in Cassazione motivi che non siano già stati dedotti in appello. Si tratta di una norma che mira a garantire la progressione del processo per gradi, impedendo che questioni nuove vengano sollevate per la prima volta davanti al giudice di legittimità, il cui compito non è quello di rivedere l’intero processo, ma di controllare la correttezza giuridica delle decisioni precedenti.

Secondo Motivo: La Reiterazione che Causa l’Inammissibilità

Il secondo motivo, relativo alla motivazione sulla responsabilità penale, è stato giudicato inammissibile per una ragione diversa ma altrettanto importante: la sua natura di “pedissequa reiterazione”. La Corte ha constatato che le argomentazioni presentate erano una semplice riproposizione di quelle già avanzate in appello e puntualmente respinte dalla Corte territoriale.

Un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, evidenziandone i vizi logici o giuridici. Limitarsi a ripetere le stesse difese, senza confrontarsi con le ragioni esposte dal giudice d’appello per respingerle, trasforma il ricorso in un atto “apparente” e non specifico, privo della sua funzione tipica. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva già chiarito che per il reato di danneggiamento è sufficiente il “deterioramento”, non essendo necessaria la distruzione totale del bene.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Suprema Corte si fonda su due pilastri del nostro sistema processuale penale. In primo luogo, il principio della devoluzione, secondo cui il giudice d’appello può decidere solo sui punti della sentenza di primo grado che sono stati specificamente contestati. Di conseguenza, la Cassazione può pronunciarsi solo su questioni già passate al vaglio del giudice d’appello. Introdurre motivi nuovi in sede di legittimità violerebbe questa logica processuale.

In secondo luogo, il principio di specificità dei motivi di ricorso. Il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. È un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla coerenza logica della motivazione. Per questo, il ricorrente ha l’onere di costruire una critica strutturata che dialoghi con la sentenza impugnata, non di riproporre sterilmente le medesime argomentazioni già sconfessate.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale: la strategia difensiva deve essere costruita con attenzione fin dai primi gradi di giudizio. Ogni possibile motivo di doglianza deve essere sollevato tempestivamente in appello. Inoltre, il ricorso per Cassazione richiede uno sforzo argomentativo mirato, capace di scardinare la logica della sentenza impugnata, pena una sicura declaratoria di inammissibilità. La mera ripetizione di argomenti non solo è inefficace, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, aggravando la posizione del ricorrente.

È possibile presentare un motivo di ricorso in Cassazione per la prima volta, se non è stato sollevato in appello?
No, la Corte ha stabilito che la censura non dedotta come motivo di appello è inammissibile in sede di legittimità, come previsto dall’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale.

Ripetere gli stessi motivi dell’appello nel ricorso per Cassazione è una strategia valida?
No, il ricorso viene considerato non specifico e quindi inammissibile se si limita a una “pedissequa reiterazione” dei motivi già disattesi dalla corte di merito, senza una critica argomentata della sentenza impugnata.

Per il reato di danneggiamento è necessaria la distruzione completa del bene?
No, la Corte ha confermato la decisione di merito secondo cui per integrare il reato è sufficiente il “deterioramento” del bene, non essendo richiesta la sua distruzione totale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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