Inammissibilità Ricorso in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio dei rigorosi criteri che regolano l’accesso al giudizio di legittimità e delle conseguenze che derivano dalla presentazione di un gravame privo dei requisiti di legge. Il caso riguarda l’inammissibilità ricorso per Cassazione contro una condanna per violazione del DASPO, fondato su motivi ritenuti generici e già esaminati nei precedenti gradi di giudizio.
I Fatti del Processo
Un individuo veniva condannato in primo e in secondo grado per il reato previsto dalla legge sulle manifestazioni sportive. Nello specifico, non aveva rispettato l’obbligo di presentazione presso le autorità nell’orario prestabilito, come imposto dalla misura del DASPO a cui era sottoposto. Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione.
La Decisione della Corte di Cassazione sull’Inammissibilità Ricorso
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ponendo fine al percorso giudiziario del ricorrente e confermando, di fatto, la sua condanna. La decisione si fonda su una valutazione prettamente processuale, senza entrare nel merito della colpevolezza.
I Motivi del Ricorso
Il ricorrente lamentava principalmente due aspetti: un vizio di motivazione da parte della Corte d’Appello e la violazione delle norme del codice penale sull’imputabilità (artt. 85, 88, 89 c.p.). La difesa sosteneva che i giudici di merito avessero errato nel non acquisire una consulenza medico-legale proveniente da un altro procedimento. In quel diverso processo, l’imputato era stato assolto per totale incapacità di intendere e di volere. Secondo la tesi difensiva, trattandosi di un vizio mentale permanente, tale accertamento avrebbe dovuto essere considerato rilevante e decisivo anche nel presente giudizio.
L’Analisi della Corte
La Corte di Cassazione ha respinto integralmente questa linea difensiva. Ha stabilito che il motivo di ricorso era formulato in modo non specifico e, soprattutto, si limitava a riproporre una doglianza già esaminata e motivatamente respinta dalla Corte d’Appello. Questo rende il ricorso un mero tentativo di ridiscutere il merito dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità.
Le Motivazioni della Sentenza
La motivazione della Corte si articola su due punti principali. In primo luogo, viene sottolineata la coerenza e la logicità dell’argomentazione della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva correttamente evidenziato che la richiesta di rinnovazione dell’istruttoria (cioè di acquisire la consulenza medica) era stata rigettata perché tardiva: la difesa avrebbe potuto e dovuto produrre quel documento già nel processo di primo grado.
In secondo luogo, la richiesta è stata definita ‘esplorativa’. La consulenza medica, infatti, si riferiva a un periodo di tempo molto precedente rispetto al momento in cui è stato commesso il reato per cui si procedeva. Non vi erano quindi elementi concreti per ritenere che quella condizione di incapacità sussistesse ancora al momento dei fatti. Presentare un ricorso ‘senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità’ è un requisito fondamentale, che in questo caso, secondo la Corte, non è stato rispettato.
Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione
La declaratoria di inammissibilità ricorso comporta, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, due conseguenze economiche dirette per il ricorrente. La prima è la condanna al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato. La seconda è il versamento di una somma di denaro, fissata in via equitativa in € 3.000,00, in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove riesaminare i fatti, ma un rimedio straordinario per correggere specifici errori di diritto. La sua presentazione deve essere supportata da motivi solidi, specifici e non meramente riproduttivi di argomenti già vagliati.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché era formulato in modo non specifico e riproponeva una questione già esaminata e motivatamente respinta dai giudici di merito, senza presentare nuovi e validi argomenti di diritto.
Perché la consulenza medica di un altro processo non è stata considerata?
La richiesta di acquisire la consulenza è stata respinta perché la difesa avrebbe potuto produrla già nel processo di primo grado. Inoltre, è stata giudicata ‘esplorativa’ in quanto si riferiva a un periodo temporale molto lontano dai fatti del reato, senza prove della sua attuale rilevanza.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a 3.000,00 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6463 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6463 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 20/10/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 24/02/2022 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto che COGNOME NOME – condannato in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 6, comma 6, della legge n. 401 del 1989, perché contravveniva all’obbligo di presentazione nell’orario prestabilito come prescrittogli in DASPO ha proposto ricorso per cassazione, denunciando vizi della motivazione e la violazione degli artt. 85, 88, 89, cod. pen., in relazione alla mancata acquisizione di una consulenza medico-legale effettuata nell’ambito di altro procedimento, che si era concluso con sentenza irrevocabile di assoluzione per incapacità di intendere e di volere; acquisizione che avrebbe dovuto essere ritenuta rilevante, trattandosi di vizio permanente e non temporaneo la cui incidenza avrebbe dovuto essere apprezzata anche nel presente procedimento.
Considerato che il motivo di doglianza è inammissibile, perché formulato in modo non specifico e perché riproduttivo di una doglianza già esaminata e motivatamente disattesa dai giudici di merito;
che, con argomentazione assolutamente logica e coerente, in totale continuità con il giudice di primo grado, la Corte d’appello evidenzia come la richiesta di rinnovazione istruttoria, avente ad oggetto un documento che la difesa avrebbe potuto già produrre nel giudizio di primo grado, abbia, in ogni caso, una finalità esplorativa, perché fa riferimento ad un periodo assai risalente nel tempo rispetto al reato per il quale si procede;
che, tenuto conto della sentenza 13 giugno 2000, n. 186, della Corte costituzionale e rilevato che, nella fattispecie, non sussistono elementi per ritenere che «la parte abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità», alla declaratoria dell’inammissibilità medesima consegue, a norma dell’art. 616 cod, proc. pen., l’onere delle spese del procedimento nonché quello del versamento della somma, in favore della RAGIONE_SOCIALE delle ammende, equitativamente fissata in € 3.000,00.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di € 3.000,00 in favore della RAGIONE_SOCIALE delle ammende.
Così deciso in Roma, il 20 ottobre 2023
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