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Inammissibilità ricorso: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità ricorso per reati tributari a causa della sua manifesta infondatezza. L’ordinanza chiarisce che l’inammissibilità blocca la possibilità di dichiarare la prescrizione del reato, anche se questa matura dopo la sentenza di appello. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso: quando è manifestamente infondato

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sulla disciplina dell’inammissibilità ricorso in Cassazione, specialmente in relazione all’istituto della prescrizione. La Suprema Corte ha chiarito che un ricorso palesemente infondato non può essere utilizzato come strumento per attendere il decorso dei termini di prescrizione del reato. Questa decisione ribadisce la rigorosità dei requisiti di accesso al giudizio di legittimità e le conseguenze negative per chi presenta impugnazioni prive di fondamento.

I Fatti del Caso: Reati Tributari e Condanna nei Primi Gradi

Il caso riguarda un imputato condannato in primo e secondo grado per reati tributari previsti dal D.Lgs. 74/2000. In particolare, le contestazioni si riferivano a due violazioni commesse rispettivamente nel dicembre 2014 e nel dicembre 2015. La Corte d’Appello di Palermo aveva confermato la sentenza di condanna del Tribunale di Termini Imerese.

L’imputato ha quindi presentato ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali:
1. La presunta estinzione dei reati per intervenuta prescrizione.
2. La nullità della sentenza d’appello per mancanza di motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza di entrambi i motivi di ricorso presentati dalla difesa.

Le Motivazioni: Analisi sull’Inammissibilità Ricorso

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni difensive, fornendo chiarimenti cruciali sulla procedura penale.

Il Calcolo della Prescrizione e il Ruolo della Sentenza d’Appello

Il primo motivo, relativo alla prescrizione, è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha spiegato che, per i reati contestati, il termine massimo di prescrizione è di dieci anni. Per il reato più risalente, commesso il 18 dicembre 2014, la prescrizione sarebbe maturata solo il 18 dicembre 2024.

La sentenza della Corte d’Appello era stata emessa il 28 ottobre 2024, quindi in un momento in cui il reato non era ancora prescritto. I giudici hanno sottolineato un principio fondamentale: l’eventuale maturazione della prescrizione in un momento successivo alla sentenza impugnata non può essere rilevata se il ricorso è inammissibile. L’inammissibilità ricorso crea una barriera processuale che impedisce l’instaurazione di un valido rapporto processuale di impugnazione e, di conseguenza, preclude al giudice la possibilità di dichiarare l’estinzione del reato.

La Manifesta Infondatezza e le Conseguenze Processuali

Anche il secondo motivo, basato sulla presunta mancanza di motivazione, è stato ritenuto palesemente infondato. La Corte ha osservato che la censura era del tutto generica e non si confrontava minimamente con le specifiche argomentazioni logico-giuridiche contenute nella sentenza d’appello, che avevano portato alla conferma della responsabilità penale dell’imputato.

Un motivo di ricorso è generico quando non indica in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che lo sostengono, limitandosi a una critica astratta e non pertinente della decisione impugnata. Tale genericità conduce inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità.

Conclusioni: L’Impatto della Decisione

Questa ordinanza riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Presentare motivi generici o manifestamente infondati non solo porta a una pronuncia di inammissibilità ricorso, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente, come la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Soprattutto, questa decisione chiarisce che l’inammissibilità del ricorso prevale sulla potenziale prescrizione del reato maturata dopo la sentenza di secondo grado, impedendo di fatto all’imputato di beneficiare del semplice trascorrere del tempo.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato ‘manifestamente infondato’?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è manifestamente infondato quando i motivi presentati sono palesemente privi di fondamento giuridico o sono generici, cioè non si confrontano in modo specifico con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Cosa succede se la prescrizione di un reato matura dopo la sentenza di appello ma prima della decisione della Cassazione?
Se il ricorso presentato in Cassazione viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza, la Corte non può dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione. L’inammissibilità del ricorso impedisce la valida instaurazione del giudizio di impugnazione e cristallizza la situazione giuridica al momento della sentenza d’appello.

Qual è la conseguenza principale della dichiarazione di inammissibilità ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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