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Inammissibilità ricorso: quando è generico o fattuale

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso penale, stabilendo principi chiari. Il ricorso è inammissibile se, invece di contestare vizi di legge, tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti. Allo stesso modo, è inammissibile la richiesta generica di una pena più mite, soprattutto quando quella inflitta è già prossima al minimo edittale. La decisione sottolinea che il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

La Corte di Cassazione svolge un ruolo cruciale nel nostro sistema giudiziario: non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un organo di legittimità che garantisce l’uniforme interpretazione e la corretta applicazione della legge. Una recente ordinanza chiarisce nuovamente i confini di questo giudizio, evidenziando le ragioni che portano a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questo principio è fondamentale per comprendere come strutturare un ricorso efficace e quali errori evitare.

I Fatti del Processo

Il caso in esame riguarda un individuo condannato nei primi due gradi di giudizio per un reato previsto dall’art. 640 del codice penale. A seguito della conferma della condanna da parte della Corte d’Appello, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, articolando le proprie doglianze su tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso e l’Inammissibilità

Il ricorso presentato dalla difesa si basava essenzialmente su due tipi di contestazioni: una relativa alla ricostruzione dei fatti e alla valutazione delle prove, e l’altra mirata a ottenere una riduzione della pena inflitta.

La Contestazione dei Fatti e il Vizio di Legittimità

I primi due motivi del ricorso miravano a contestare il giudizio di responsabilità, sostenendo una violazione dell’art. 640 c.p. Tuttavia, secondo la Suprema Corte, tali censure non delineavano un effettivo vizio di legittimità, ovvero un errore nell’applicazione della norma giuridica. Al contrario, si risolvevano in una critica alla valutazione delle prove e alla ricostruzione della vicenda effettuata dai giudici di merito. La difesa, in sostanza, chiedeva alla Cassazione di sostituire la propria valutazione a quella delle corti precedenti, un’operazione preclusa in sede di legittimità. Questo ha portato a una inevitabile declaratoria di inammissibilità del ricorso per questi motivi.

La Genericità del Motivo sulla Pena

Il terzo motivo era volto a ottenere una pena più mite. Anche questa doglianza è stata giudicata inammissibile, ma per una diversa ragione: la sua assoluta genericità. La difesa si è limitata a invocare una sanzione più benevola senza individuare un profilo di illegittimità specifico nella decisione del giudice d’appello. La Corte ha sottolineato che, essendo la pena già stata fissata in termini molto vicini al minimo edittale, il semplice richiamo ai criteri generali dell’art. 133 c.p. costituisce una motivazione sufficiente e non censurabile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: il giudizio di Cassazione non consente una nuova valutazione delle risultanze processuali. È preclusa la possibilità di contrapporre una diversa lettura dei dati, anche se logica, a quella effettuata dal giudice di merito. Il ricorrente deve denunciare un vizio di legge, non un presunto errore nella ricostruzione storica dei fatti o nella valutazione dell’attendibilità delle prove.

Per quanto riguarda la pena, la Corte ha specificato che l’obbligo di motivazione del giudice sulla congruità della sanzione è inversamente proporzionale alla vicinanza della pena al minimo edittale. Più la pena si avvicina al minimo, più la motivazione può essere sintetica, fino a ritenersi sufficiente il mero richiamo ai criteri di legge quando la sanzione è di gran lunga più vicina al minimo che al massimo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame offre una lezione pratica fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Un ricorso, per avere possibilità di essere esaminato nel merito, deve essere tecnicamente impeccabile. Non può trasformarsi in un appello mascherato, volto a ottenere una terza valutazione dei fatti. I motivi devono essere specifici, pertinenti e devono indicare con precisione l’errore di diritto commesso dal giudice del grado precedente. Diversamente, il risultato sarà una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, invece di denunciare specifici errori di diritto (vizi di legittimità), si limita a contestare la ricostruzione dei fatti o la valutazione delle prove operate dai giudici di merito, oppure quando i motivi sono formulati in modo generico e non specifico.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove del processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti, non quello di ricostruire i fatti o di effettuare una nuova valutazione delle prove acquisite.

Cosa succede se si chiede una pena più bassa in modo generico?
Se la richiesta non individua uno specifico errore di legge nella determinazione della pena e, inoltre, la sanzione inflitta è già vicina al minimo previsto dalla legge, il motivo viene considerato generico e, di conseguenza, inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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