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Inammissibilità ricorso per recidiva: la decisione

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso contro l’applicazione della recidiva reiterata. La decisione si basa sulla natura fattuale delle doglianze e sulla logicità della valutazione della Corte d’Appello riguardo l’accresciuta pericolosità sociale del ricorrente, desunta dai suoi numerosi precedenti penali. L’inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso per Recidiva: Quando la Cassazione Chiude le Porte

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio dei limiti del giudizio di legittimità, in particolare quando si discute di recidiva e pericolosità sociale. La Corte di Cassazione ha confermato la regola secondo cui non è possibile rimettere in discussione le valutazioni di merito del giudice precedente, a meno che non siano palesemente illogiche. Affrontare un tema come l’inammissibilità ricorso significa comprendere i confini precisi entro cui un imputato può contestare una condanna davanti alla Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un soggetto, già gravato da numerosi precedenti penali, proponeva ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Ancona. La contestazione principale riguardava l’applicazione della recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale, un’aggravante che comporta un significativo aumento di pena. Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe errato nella sua valutazione, commettendo una violazione di legge e un vizio di motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 7627/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione (cioè non stabilisce se la recidiva fosse giusta o sbagliata), ma si ferma a un livello procedurale. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dal ricorrente non erano idonei a essere esaminati in sede di legittimità. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni dietro l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un principio cardine del nostro sistema processuale: la distinzione tra giudizio di fatto e giudizio di diritto. Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché:

1. Si basava su mere doglianze di fatto: Il ricorrente non contestava una errata applicazione della legge, ma la valutazione che il giudice di merito aveva fatto della sua situazione. In pratica, chiedeva alla Cassazione di riesaminare i fatti e giungere a una conclusione diversa, compito che non spetta alla Suprema Corte.
2. Era riproduttivo di censure già respinte: Gli argomenti presentati erano sostanzialmente gli stessi già valutati e rigettati dalla Corte d’Appello.
3. La motivazione della Corte d’Appello non era illogica: Il giudice di secondo grado aveva giustificato l’applicazione della recidiva sulla base della “interminabile serie di precedenti per reati specifici”, alternati a gravi reati contro il patrimonio, la persona e in materia di armi. Questa valutazione, secondo la Cassazione, non era né implausibile né manifestamente illogica, in quanto i precedenti indicavano chiaramente una “accresciuta pericolosità sociale”.

Le Conclusioni: le implicazioni pratiche

Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione: non è una terza istanza di giudizio. Non si può chiedere alla Suprema Corte di rivalutare le prove o di sostituire il proprio apprezzamento a quello dei giudici di merito. Il ricorso ha successo solo se si riesce a dimostrare un’effettiva violazione della legge o un vizio logico talmente grave da rendere la motivazione incomprensibile o contraddittoria. In mancanza di tali presupposti, come nel caso di specie, il risultato è una dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con l’ulteriore aggravio delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché costituito da mere doglianze in punto di fatto, ovvero critiche alla valutazione dei fatti già compiuta dalla Corte territoriale, e perché riproduceva censure che erano già state respinte con una motivazione non manifestamente illogica.

Come ha giustificato la Corte territoriale l’applicazione della recidiva?
La Corte territoriale ha giustificato l’applicazione della recidiva in considerazione della ‘interminabile serie di precedenti per reati specifici’, alternati a gravi reati contro il patrimonio, la persona e in materia di armi, ritenendo che il nuovo delitto fosse indicativo di un’accresciuta pericolosità sociale.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di € 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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