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Inammissibilità ricorso per motivi non specifici

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. I motivi sono stati giudicati generici e ripetitivi delle argomentazioni già respinte in secondo grado. Anche l’eccezione di prescrizione è stata rigettata perché il termine non era decorso al momento della sentenza d’appello, e l’inammissibilità del ricorso ha precluso ogni valutazione successiva.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso in Cassazione: Il Pericolo dei Motivi Generici

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla redazione degli atti di impugnazione, ribadendo un principio fondamentale della procedura penale: la specificità dei motivi. Un ricorso che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza una critica puntuale e argomentata della decisione impugnata, è destinato all’inammissibilità ricorso. Analizziamo la decisione per comprenderne le ragioni e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso e il Giudizio di Appello

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che confermava la responsabilità penale di un individuo per il reato previsto dall’art. 707 del codice penale (possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli). L’imputato, non rassegnato alla condanna, decideva di adire la Suprema Corte di Cassazione, affidando il suo ricorso a due motivi principali: la contestazione della sua responsabilità penale e il mancato rilievo dell’intervenuta prescrizione del reato.

L’Inammissibilità Ricorso per Mancanza di Specificità

Il primo motivo di doglianza è stato immediatamente stroncato dalla Corte per mancanza dei requisiti di specificità, come richiesto a pena di inammissibilità dall’art. 581 del codice di procedura penale.

La Critica Apparente alla Sentenza Impugnata

Secondo i giudici di legittimità, la mancanza di specificità non va valutata solo intrinsecamente, cioè per la genericità delle ragioni esposte, ma anche estrinsecamente. Un motivo è considerato ‘apparente’ quando non esiste una reale correlazione tra la complessità delle argomentazioni della sentenza impugnata e quelle, ben più semplici o ripetitive, addotte nel ricorso. In pratica, se il ricorso non affronta e smonta il ragionamento logico-giuridico del giudice di merito, si risolve in una critica sterile e non in una vera impugnazione.

La Reiterazione dei Motivi d’Appello

Nel caso specifico, il ricorrente si era limitato a riproporre pedissequamente le stesse lamentele già presentate in appello, che la Corte territoriale aveva ampiamente esaminato e motivatamente disatteso. Tale comportamento omette di assolvere alla funzione tipica del ricorso per cassazione, che è quella di una critica argomentata e mirata contro le specifiche ragioni della decisione che si contesta, non un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti.

La Questione della Prescrizione del Reato

Anche il secondo motivo, relativo alla presunta prescrizione del reato, è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha osservato che alla data della pronuncia della sentenza di appello (2 febbraio 2024), il termine di prescrizione quinquennale previsto per la contravvenzione contestata non era ancora decorso.

Un punto cruciale, richiamato dalla Corte, è un principio consolidato dalle Sezioni Unite: l’inammissibilità ricorso preclude al giudice di legittimità di rilevare un’eventuale prescrizione maturata successivamente alla data della sentenza impugnata. La declaratoria di inammissibilità ‘cristallizza’ la situazione giuridica al momento della decisione di secondo grado, impedendo di far valere cause di estinzione del reato sopravvenute.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ritenuto il primo motivo privo dei requisiti di specificità previsti dall’art. 581 cod. proc. pen., poiché le censure erano generiche e si limitavano a reiterare argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Per quanto riguarda il secondo motivo, è stato considerato manifestamente infondato. I giudici hanno verificato che il termine di prescrizione quinquennale per la contravvenzione non era ancora scaduto al momento della pronuncia della sentenza d’appello. Inoltre, hanno ribadito che la causa di inammissibilità del ricorso impedisce di considerare la prescrizione eventualmente maturata dopo tale data.

Conclusioni

La decisione in commento si pone come un severo monito sull’importanza di redigere ricorsi specifici, pertinenti e criticamente orientati verso le motivazioni della sentenza che si intende impugnare. La mera riproposizione di argomenti già vagliati, senza un’analisi puntuale dei vizi logici o giuridici del provvedimento, conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Tale esito non solo preclude l’esame nel merito delle censure, ma impedisce anche di far valere cause di estinzione del reato come la prescrizione. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, a conferma che un’impugnazione mal formulata comporta conseguenze concrete e onerose.

Quando un ricorso in Cassazione rischia di essere dichiarato inammissibile per mancanza di specificità?
Un ricorso è inammissibile quando i motivi sono generici, indeterminati o si limitano a ripetere le argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza sviluppare una critica argomentata e puntuale contro le specifiche motivazioni della sentenza impugnata.

Cosa succede se la prescrizione del reato matura dopo la sentenza d’appello ma il ricorso è inammissibile?
Secondo la giurisprudenza consolidata richiamata nell’ordinanza, la declaratoria di inammissibilità del ricorso impedisce alla Corte di Cassazione di rilevare e dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata successivamente alla data della sentenza impugnata.

Perché il motivo sulla prescrizione è stato ritenuto manifestamente infondato in questo caso?
Il motivo è stato ritenuto infondato perché, alla data della pronuncia della sentenza di appello (2 febbraio 2024), il termine di prescrizione di cinque anni previsto per la contravvenzione contestata non era ancora decorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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