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Inammissibilità ricorso per genericità: Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per furto pluriaggravato. Il motivo risiede nell’assoluta genericità dei motivi di appello, che non contenevano critiche specifiche al provvedimento impugnato ma solo argomentazioni astratte. La decisione conferma il principio secondo cui un’impugnazione, per essere valida, deve contenere censure puntuali e concrete. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso: quando un appello è troppo generico?

L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione in data 15 gennaio 2025 offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità delle impugnazioni nel processo penale. Il caso in esame dimostra come la presentazione di un appello basato su argomentazioni vaghe e astratte porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Questo principio è fondamentale per garantire l’efficienza e la serietà del sistema giudiziario, evitando che i gradi di giudizio superiori vengano investiti di questioni non adeguatamente definite.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato in primo grado per il reato di furto pluriaggravato. L’imputato aveva proposto appello, ma la Corte d’Appello competente lo aveva dichiarato inammissibile a causa della genericità dei motivi addotti. Non pago della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una presunta violazione di norme processuali da parte del giudice d’appello. In particolare, sosteneva che la Corte d’Appello avesse omesso di verificare la completezza della motivazione della sentenza di primo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. I giudici di legittimità hanno ritenuto l’impugnazione non solo manifestamente infondata, ma anche viziata dalla stessa genericità che aveva già portato alla sua bocciatura in secondo grado. La Corte ha sottolineato che il ricorso si limitava a formulare critiche astratte e indeterminate, senza mai confrontarsi specificamente con le ragioni esposte nel provvedimento impugnato. Questa carenza ha reso impossibile per i giudici valutare nel merito le doglianze del ricorrente.

Le motivazioni: la specificità come requisito essenziale dell’impugnazione

Il cuore della decisione risiede nel principio, consolidato in giurisprudenza, secondo cui un atto di impugnazione deve essere specifico. Non è sufficiente contestare genericamente una decisione; è necessario indicare con precisione quali parti della sentenza si ritengono errate e per quali ragioni giuridiche. Nel caso di specie, la Cassazione ha evidenziato come dall’esame degli atti processuali emergesse chiaramente l'”assoluta genericità dei motivi proposti” già nell’atto di appello. Il ricorrente non ha saputo articolare una critica puntuale e pertinente, limitandosi a denunciare una violazione di norme procedurali in modo astratto e slegato dal caso concreto. Di fronte a un’impugnazione così formulata, il giudice non ha altra scelta che dichiarare l’inammissibilità del ricorso, senza entrare nell’analisi del merito della questione. La condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende rappresenta la naturale conseguenza di un’azione giudiziaria che non rispetta i requisiti minimi previsti dalla legge.

Conclusioni: le implicazioni pratiche della decisione

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda impugnare un provvedimento giudiziario: la precisione e la specificità non sono meri formalismi, ma requisiti sostanziali. Un ricorso generico equivale a un ricorso inesistente, poiché non consente al giudice di esercitare la propria funzione di controllo. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la redazione di un atto di appello o di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi approfondita e critica del provvedimento impugnato, individuando in modo chiaro i vizi e supportandoli con argomentazioni giuridiche pertinenti. Per i cittadini, la decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a difensori competenti, in grado di tradurre le proprie ragioni in motivi di impugnazione efficaci e conformi alla legge, per evitare che un diritto venga vanificato da errori procedurali.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato e basato su motivi del tutto generici e astratti, che non contestavano in modo specifico la decisione della Corte d’Appello.

Quale era stato il motivo della prima dichiarazione di inammissibilità da parte della Corte d’Appello?
La Corte d’Appello aveva già dichiarato inammissibile il primo gravame per la medesima ragione: la ‘genericità dei motivi’, ovvero la mancanza di critiche specifiche alla sentenza di primo grado.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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