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Inammissibilità ricorso per espulsione: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un cittadino straniero contro la sentenza d’appello che confermava la sua colpevolezza per la violazione di un ordine di espulsione. La Corte ha ritenuto le censure infondate, confermando la corretta identificazione dell’imputato, la sua pericolosità sociale e la legittimità della recidiva pluriaggravata, data la sua manifesta indifferenza verso le decisioni giudiziarie.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso per Espulsione: La Cassazione Conferma la Pericolosità Sociale

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione valuti l’inammissibilità del ricorso quando le censure sollevate sono manifestamente infondate e ripetitive di questioni già adeguatamente decise nei gradi di merito. Il caso riguarda un cittadino straniero condannato per non aver ottemperato a un ordine di espulsione, il quale ha tentato di contestare la sentenza d’appello adducendo vizi di motivazione.

I Fatti del Caso: Violazione Persistente dell’Ordine di Espulsione

Il ricorrente era stato destinatario di un provvedimento di espulsione emesso dal Magistrato di sorveglianza, qualificato come misura di sicurezza a causa della sua accertata pericolosità sociale. Nonostante l’ordine, l’uomo non ha mai lasciato il territorio italiano. Anzi, nei due anni successivi all’espulsione, disposta nel 2021, ha continuato a delinquere, accumulando una condanna per resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e violazione della normativa sull’immigrazione.

La Corte d’Appello di Bologna aveva confermato la sua responsabilità, respingendo le richieste della difesa.

I Motivi del Ricorso e l’Inammissibilità

Il difensore ha presentato ricorso in Cassazione lamentando tre principali vizi:

1. Vizio di motivazione sull’identificazione dell’imputato: Si contestava la certezza sull’identità fisica del condannato.
2. Violazione di legge e vizio di motivazione sul mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si richiedeva una riduzione di pena.
3. Mancata esclusione della recidiva: Si contestava l’applicazione dell’aggravante della recidiva.

La Corte Suprema ha rigettato tutte le censure, dichiarando l’inammissibilità del ricorso perché le doglianze erano mere riproposizioni di argomenti già esaminati e motivatamente respinti dalla Corte d’Appello.

L’Identità dell’Imputato: Nessun Dubbio per la Corte

La Cassazione ha sottolineato che non esisteva alcuna incertezza sull’identità dell’imputato. Le sue generalità erano state confermate non solo dagli atti di polizia giudiziaria e dal provvedimento di espulsione, ma anche dall’autorità consolare tunisina. Inoltre, lo stesso imputato, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, aveva ammesso di essere il destinatario del provvedimento violato.

Il Diniego delle Attenuanti e la Conferma della Recidiva

Anche su questo punto, la Corte ha ritenuto corretta la decisione dei giudici di merito. Non vi erano margini per il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. L’imputato, definito ‘socialmente pericoloso’, non solo non si era mai allontanato dall’Italia, ma aveva continuato a delinquere. Questo comportamento è stato interpretato come sintomatico di una ‘accresciuta pericolosità’ e di una ‘sostanziale indifferenza verso il rispetto delle decisioni dell’Autorità giudiziaria’.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Cassazione si fonda sul principio che un ricorso non può essere accolto quando si limita a riproporre le stesse questioni di fatto già vagliate nei precedenti gradi di giudizio, senza individuare vizi logici o giuridici evidenti nella sentenza impugnata. La Corte ha stabilito che la valutazione della pericolosità sociale dell’imputato e la sua persistente condotta illecita giustificavano pienamente sia il diniego delle attenuanti sia la conferma della recidiva pluriaggravata. La violazione prolungata dell’ordine di espulsione, unita alla commissione di nuovi reati, è stata vista come una prova inequivocabile di indifferenza verso l’ordinamento giuridico e il suo effetto deterrente.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. Le censure devono riguardare vizi di legittimità e non possono limitarsi a una rilettura delle prove. La decisione di dichiarare l’inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale. La sentenza sottolinea l’importanza del rispetto dei provvedimenti giudiziari e le gravi conseguenze per chi, con la propria condotta, dimostra un totale disprezzo per le leggi dello Stato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure presentate erano doglianze di fatto, riproduttive di profili già adeguatamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, e non presentavano validi vizi di legittimità.

Quali elementi hanno impedito la concessione delle attenuanti generiche?
La concessione delle attenuanti generiche è stata impedita dalla accertata pericolosità sociale dell’imputato, dal fatto che non si è mai allontanato dall’Italia dopo l’ordine di espulsione e dalla commissione di ulteriori reati, dimostrando una persistente volontà di delinquere.

Come ha giustificato la Corte la conferma della recidiva pluriaggravata?
La Corte ha giustificato la recidiva ritenendola sintomatica di una ‘accresciuta pericolosità’ e di una ‘sostanziale indifferenza verso il rispetto delle decisioni dell’Autorità giudiziaria’. La violazione prolungata dell’ordine di espulsione, unita a precedenti condanne, ha reso corretta l’applicazione di tale aggravante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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