LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso per coltivazione non rudimentale

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da due individui contro una sentenza della Corte d’Appello di Lecce. I ricorrenti contestavano una condanna per coltivazione, ma i loro motivi sono stati respinti. La Corte ha confermato la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle Ammende, sottolineando la presenza di profili di colpa nella presentazione di un ricorso infondato, anche alla luce dell’uso di attrezzatura professionale per la coltivazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: La Cassazione e la Coltivazione Non Rudimentale

L’ordinanza della Corte di Cassazione Penale n. 19746/2025 offre uno spunto cruciale sull’inammissibilità ricorso in materia di coltivazione di sostanze illecite. Quando un ricorso è manifestamente infondato, non solo non viene esaminato nel merito, ma comporta anche conseguenze economiche significative per i ricorrenti. Questo caso evidenzia come la presenza di attrezzature professionali possa minare alla base le argomentazioni difensive, portando a una pronuncia di inammissibilità per colpa.

I Fatti del Caso

Due soggetti presentavano ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Lecce che li vedeva condannati. Le loro doglianze si concentravano su diversi aspetti:

1. Il cattivo stato di conservazione della sostanza sequestrata, a loro dire causato dal notevole lasso di tempo intercorso tra il sequestro (settembre 2017) e l’accertamento tecnico (dicembre 2017).
2. La natura del processo vegetativo delle piante, che al momento del sequestro era ancora in corso.

Tuttavia, un elemento fondamentale emergeva dagli atti: gli imputati disponevano di strumenti per una coltivazione tutt’altro che rudimentale. Tra questi figuravano lampade specifiche per la coltura, una bilancia professionale, un termometro per il controllo di temperatura e umidità, forbici da giardinaggio e buste per il confezionamento.

L’Ordinanza della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con una decisione sintetica ma chiara, ha dichiarato i ricorsi inammissibili. Di conseguenza, ha condannato entrambi i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, ciascuno al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende. La Corte ha ravvisato la sussistenza di ‘profili di colpa nella determinazione delle cause di inammissibilità’, un punto chiave per comprendere la severità della decisione.

Le Motivazioni della Decisione sull’Inammissibilità Ricorso

La motivazione della Corte si fonda sulla manifesta infondatezza dei motivi di ricorso, che rasentano la colpa. Dichiarare l’inammissibilità ricorso significa che i giudici non entrano nemmeno nel merito delle questioni sollevate, poiché le argomentazioni sono ritenute prive di pregio giuridico o palesemente smentite dalle prove. Nel caso di specie, la difesa basata sul processo vegetativo naturale e sul deterioramento del campione era in netto contrasto con l’evidenza di una coltivazione organizzata e professionale. La presenza di lampade, bilance di precisione e materiale per il confezionamento indicava un’attività strutturata e finalizzata a un risultato ben preciso, non una coltivazione amatoriale o trascurabile. Questo ha reso le argomentazioni difensive inconsistenti, portando la Corte a concludere che il ricorso fosse stato proposto con colpa, ovvero con una negligenza grave nel valutare le proprie possibilità di successo.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per cassazione non è uno strumento da utilizzare con leggerezza. Quando le argomentazioni sono deboli e contraddette dalle evidenze processuali, il rischio di una declaratoria di inammissibilità è molto alto. Tale esito non solo conferma la condanna precedente, ma aggrava la posizione del ricorrente con l’imposizione di ulteriori sanzioni economiche. La decisione sottolinea che l’analisi del contesto, come la professionalità degli strumenti utilizzati per commettere il reato, è determinante per valutare la fondatezza di un’impugnazione. Per gli operatori del diritto, ciò rappresenta un monito a valutare con estremo rigore i presupposti di un ricorso, per evitare di esporre i propri assistiti a conseguenze pregiudizievoli.

Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché il ricorso presenta difetti procedurali o è basato su motivi manifestamente infondati. La sentenza impugnata diventa quindi definitiva.

Perché i ricorrenti sono stati condannati a pagare una somma alla Cassa delle Ammende?
Questa sanzione viene applicata quando il ricorso è ritenuto inammissibile per colpa del ricorrente, cioè quando l’impugnazione è stata presentata senza una seria valutazione delle sue probabilità di accoglimento, risultando di fatto un’azione temeraria o negligente.

Quali elementi hanno indicato una coltivazione ‘tutt’altro che rudimentale’?
Secondo l’ordinanza, la presenza di attrezzature specifiche come lampade per la coltura, una bilancia professionale, un termometro per monitorare l’ambiente, forbici da giardinaggio e buste per il confezionamento ha dimostrato un livello di organizzazione non compatibile con una coltivazione amatoriale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati