Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14881 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14881 Anno 2025
Presidente: IMPERIALI NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a ANDRIA il 25/01/1982
avverso la sentenza del 09/04/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso presentato nell’interesse di NOME COGNOME ritenuto che il primo motivo di ricorso, con il quale si contesta la sussis degli elementi costitutivi del reato di cui all’art. 640 cod, pen., è privo d di specificità previsti, a pena di inammissibilità, dall’art. 581 cod. proc.
che, invero, la mancanza di specificità dei motivi deve essere apprezzata solo intrinsecamente, ovverosia per la genericità e indeterminatezza delle di fatto e diritto a sostegno della censura, ma anche estrinsecamen l’apparenza degli stessi allorquando, non essendovi correlazione tra la compl delle ragioni argomentate nella decisione impugnata e quelle poste a fondam dell’impugnazione, omettano di assolvere la tipica funzione di una c argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso;
che, nella specie, i giudici del merito hanno ampiamente vagliato e disat con corretti argomenti logici e giuridici (cfr. Sez. 2, n. 46437 del 27/ Metus, Rv. 285519 – 01; Sez. 5, n. 30726 del 09/09/2020, Giunchiglia, 279908 – 01; Sez. 2, n. 51551 del 04/12/2019, Rocco, Rv. 278231 – 01) doglianze difensive dell’appello, meramente riproposte in questa sede (si ve in particolare, pagg. 3 e 4);
considerato che il secondo motivo di ricorso, con il quale si contest mancata concessione della sospensione condizionale della pena, oltre ad es privo di concreta specificità, non è consentito in questa sede;
che, invero, nel caso di cosiddetta “doppia conforme”, la mancanza specificità del motivo deve essere apprezzata non solo per la sua genericità indeterminatezza, ma anche per l’assenza di correlazione tra la complessità ragioni argomentate nella decisione impugnata, per come integrata d confermate ragioni del primo giudice, e quelle poste a fondame dell’impugnazione, queste non potendo ignorare le esplicitazioni dei gi censurati, senza cadere nel vizio di mancanza di specificità;
che, inoltre, trattandosi di esercizio della discrezionalità attribuita a del merito, il diniego del beneficio di cui all’art. 163 cod. pen., basato su u prognostico negativo circa la futura astensione dal commettere ulteriori rea può costituire oggetto di ricorso per cassazione laddove la relativa dec sorretta da sufficiente motivazione, non sia stata frutto di mero arbit ragionamento manifestamente illogico;
che, peraltro, il giudice di merito, nel valutare la concedibilità del be non ha l’obbligo di prendere in esame tutti gli elementi richiamati nell’art. pen., potendo limitarsi ad indicare quelli da lui ritenuti prevalenti in sens alla sospensione, rimanendo disattesi e superati tutti gli altri da tale val
nel caso di specie, le doglianze difensive non si confrontano con tutte le che,
argomentazioni dei giudici censurati, così risultando prive del requisito di specificità previsto, a pena di inammissibilità, dall’art. 581 cod. proc. pen. (s
vedano, in particolare, pag. 4 dell’appello ed il giudizio espresso dalla sentenza di primo grado con riguardo alle modalità della condotta ed alla sua odiosità, nonché
all’assenza di segnali di resipiscenza, argomenti che il generico motivo di appello sul punto non ha confutato;
l’ultimo motivo di ricorso, con il quale si censura il mancato considerato che
proscioglimento dell’imputato ai sensi dell’art. 131-bis cod. pen., è
manifestamente infondato;
invero, ai fini del riconoscimento della causa di esclusione della punibilità
che, di cui all’art. 131-bis cod. pen., è necessaria la sussistenza di entrambi i
presupposti legali della particolare tenuità dell’offesa e della non abitualità del comportamento e, dunque, la mancata applicazione della causa di non punibilità
è da ritenersi adeguatamente motivata laddove il giudice del merito dia conto dell’assenza di uno soltanto dei presupposti richiesti, né è necessaria la disamina
di tutti gli elementi di valutazione previsti per la sussistenza di ciascun presupposto (cfr. Sez. 7, Ord. n. 10481 del 19/01/2022, Deplano, Rv. 283044 – 01; Sez. 3, n. 34151 del 18/06/2018, Foglietta, Rv. 273678);
che, nella specie, i giudici del merito hanno ampiamente esplicitato, con argomentazioni esenti da criticità giustificative, le ragioni del loro convincimento (si veda, in particolare, pag. 4);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 14 gennaio 2025.