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Inammissibilità ricorso penale: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso contro una condanna per evasione. I motivi sono stati giudicati meramente ripetitivi e infondati, confermando la non applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) a causa della gravità e non occasionalità della condotta. La decisione sull’inammissibilità ricorso penale ha anche confermato l’esclusione delle attenuanti generiche a causa della reiterazione dei reati.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Penale: Quando la Ripetizione dei Motivi non Paga

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione VII Penale, del 12 aprile 2024, offre un chiaro esempio di come la Suprema Corte affronta i ricorsi basati su argomentazioni ripetitive e manifestamente infondate. La decisione di dichiarare l’inammissibilità ricorso penale sottolinea l’importanza di presentare motivi di impugnazione solidi e non meramente reiterativi di quanto già esaminato nei precedenti gradi di giudizio. Analizziamo nel dettaglio questa pronuncia.

Il Caso in Esame: Un Appello contro una Condanna per Evasione

Il ricorrente si era rivolto alla Corte di Cassazione per contestare una sentenza della Corte d’Appello di Palermo, che lo aveva condannato per il reato di evasione, previsto dall’articolo 385 del codice penale. L’imputato aveva basato il suo ricorso su tre motivi principali: la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), l’erroneo mancato riconoscimento di un medesimo disegno criminoso con altre condotte e, infine, il diniego delle circostanze attenuanti generiche.

I Motivi del Ricorso e la loro Manifesta Infondatezza

La difesa dell’imputato ha tentato di smontare la sentenza di condanna appellandosi a istituti giuridici volti a mitigare la risposta sanzionatoria. In particolare, si è insistito sulla possibilità di considerare il fatto di ‘particolare tenuità’, sostenendo che l’offesa al bene giuridico tutelato fosse minima. Inoltre, si è cercato di unificare diverse condotte sotto un unico ‘disegno criminoso’ per ottenere un trattamento sanzionatorio più mite. Infine, si è richiesta la concessione delle attenuanti generiche, spesso invocate per adeguare la pena alle specificità del caso concreto.

L’Analisi sull’Inammissibilità Ricorso Penale della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato in toto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione di fondo risiede nel carattere ‘meramente reiterativo’ e ‘manifestamente infondato’ dei motivi proposti. Questo significa che le questioni sollevate erano già state valutate e respinte correttamente dalla Corte d’Appello, e il ricorrente non ha fornito nuovi elementi o interpretazioni giuridiche valide per rimetterle in discussione.

La Non Applicabilità dell’Art. 131-bis c.p.

La Corte ha stabilito che la sentenza impugnata aveva correttamente escluso l’applicabilità dell’articolo 131-bis c.p. La valutazione della Corte d’Appello, che aveva tenuto conto della ‘gravità del reato’ e della ‘non occasionalità della condotta’, è stata ritenuta immune da censure. Questi due elementi sono ostativi alla concessione del beneficio della particolare tenuità del fatto.

L’Esclusione del Disegno Criminoso e delle Attenuanti

Anche riguardo al secondo motivo, la Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito. È stato ribadito che la sussistenza di un medesimo disegno criminoso deve essere vagliata con attenzione, e la semplice vicinanza temporale tra i reati non è sufficiente a dimostrarla. Infine, la Corte ha considerato legittima l’esclusione delle circostanze attenuanti generiche, motivata dalla ‘reiterazione delle condotte’ da parte dell’imputato, un comportamento che denota una certa persistenza nel delinquere.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità. L’inammissibilità del ricorso è una sanzione processuale che scatta quando l’impugnazione non presenta i requisiti formali e sostanziali richiesti dalla legge. Nel caso di specie, il ricorso è stato considerato un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda, cosa non consentita alla Corte di Cassazione, che è giudice di legittimità e non di fatto. La Corte ha ritenuto che la sentenza d’appello fosse logicamente motivata e giuridicamente corretta in ogni sua parte, rendendo superfluo un riesame delle questioni.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chi intende ricorrere in Cassazione: non è sufficiente riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello. È necessario individuare vizi di legittimità specifici nella sentenza impugnata, come errori nell’applicazione della legge o vizi logici nella motivazione. La pronuncia conferma che la non occasionalità della condotta e la sua gravità sono elementi decisivi per escludere la non punibilità per tenuità del fatto. Inoltre, la reiterazione dei reati costituisce un valido motivo per negare le attenuanti generiche. La conseguenza per il ricorrente è stata non solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi proposti sono meramente reiterativi di argomentazioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio e, al contempo, manifestamente infondati.

Perché la Cassazione ha escluso l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito perché avevano correttamente valutato la gravità del reato e la non occasionalità della condotta, due elementi che, secondo la legge e la giurisprudenza consolidata, ostacolano l’applicazione di tale beneficio.

La ripetizione di condotte illecite può impedire la concessione delle attenuanti generiche?
Sì, la Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello fosse immune da censure nel punto in cui ha escluso le circostanze attenuanti generiche proprio a causa della reiterazione delle condotte da parte dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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