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Inammissibilità ricorso penale: i motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso penale avverso una condanna per false dichiarazioni. I motivi, ritenuti generici e volti a una nuova valutazione dei fatti, non criticano efficacemente la sentenza impugnata, portando alla condanna del ricorrente alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Penale: L’Importanza della Specificità dei Motivi

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi possa condurre a una declaratoria di inammissibilità del ricorso penale. Questo principio è fondamentale nel nostro ordinamento, poiché il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Analizziamo come la Suprema Corte ha applicato tale principio a un caso di false attestazioni a pubblico ufficiale.

I Fatti di Causa

Un soggetto veniva condannato in primo e secondo grado per il delitto previsto dall’art. 495 del codice penale, relativo a false dichiarazioni rese a un pubblico ufficiale. La Corte d’Appello di Genova confermava la sentenza di condanna. Avverso tale decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e l’Inammissibilità Ricorso Penale

Il ricorrente basava la sua difesa su due argomentazioni principali, entrambe respinte dalla Suprema Corte per manifesta infondatezza e mancanza di specificità.

Il primo motivo lamentava la violazione dell’art. 495 c.p. e un vizio di motivazione. Secondo la difesa, la Corte d’Appello non aveva valutato correttamente le prove. La Cassazione, tuttavia, ha rilevato come tale censura non si confrontasse realmente con la motivazione della sentenza impugnata. Invece di evidenziare vizi logici o giuridici, il ricorrente si limitava a sollecitare un nuovo e alternativo apprezzamento dei fatti, come l’attendibilità dell’individuazione fotografica, attività preclusa in sede di legittimità.

Il secondo motivo riguardava la presunta violazione degli artt. 133 e 62-bis c.p. in relazione al trattamento sanzionatorio. Il ricorrente contestava il mancato riconoscimento della prevalenza delle circostanze attenuanti generiche. Anche in questo caso, la Corte ha giudicato il motivo aspecifico, poiché si basava su assunti generici come il “corretto comportamento processuale” e la “non rilevante gravità” del fatto, senza muovere una critica effettiva e puntuale al ragionamento del giudice di merito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ribadisce un principio cardine del processo penale: il ricorso deve contenere una critica specifica e argomentata contro la decisione impugnata. Non è sufficiente riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di merito o chiedere alla Suprema Corte di riesaminare le prove. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e coerente, non di decidere nuovamente sul fatto.

La Corte ha ritenuto entrambi i motivi del tutto generici e privi di specificità, in quanto non contenevano una critica puntuale alle argomentazioni della Corte d’Appello. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Tale declaratoria ha comportato, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa ravvisata nell’aver proposto un’impugnazione palesemente infondata.

Conclusioni

Questa decisione sottolinea l’importanza per i difensori di redigere ricorsi per Cassazione che siano tecnicamente precisi e giuridicamente fondati. Un’impugnazione basata su motivi generici o volta a ottenere un inammissibile riesame del merito dei fatti non solo è destinata al fallimento, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche significative. L’inammissibilità del ricorso penale non è una mera formalità, ma una sanzione processuale che garantisce l’efficienza del sistema giudiziario e il rispetto dei ruoli tra i diversi gradi di giudizio.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato generico e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico quando non si confronta specificamente con le argomentazioni logico-giuridiche della sentenza impugnata, ma si limita a richiedere un riesame dei fatti o a formulare critiche astratte, senza individuare un vizio di legge o un’illogicità manifesta nella motivazione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso penale dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se l’inammissibilità è evidente e dovuta a colpa del ricorrente, viene disposta anche la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Per ottenere le attenuanti generiche è sufficiente invocare il proprio corretto comportamento processuale?
No, secondo quanto emerge dall’ordinanza, non è sufficiente. È necessario formulare una critica specifica e puntuale alla decisione del giudice di merito che ha negato le attenuanti, dimostrando perché tale valutazione sarebbe errata. L’uso di assunti generici, come il corretto comportamento processuale, è stato ritenuto inefficace e non idoneo a superare il vaglio di specificità richiesto dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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