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Inammissibilità ricorso patteggiamento: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso presentato contro una sentenza di patteggiamento per detenzione di stupefacenti e altro reato. La Corte ha stabilito che i motivi dell’appello, relativi a una presunta carenza di motivazione, non rientrano tra quelli consentiti dalla legge per impugnare un accordo di pena, come specificato dall’art. 448, comma 2-bis del codice di procedura penale. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a una sanzione pecuniaria di 4.000 euro.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Contro Patteggiamento: Quando è Inammissibile?

L’istituto del patteggiamento rappresenta una delle vie più comuni per la definizione dei procedimenti penali, ma quali sono i limiti per contestare la sentenza che ne deriva? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini dell’impugnazione, confermando la severità della legge riguardo l’inammissibilità del ricorso patteggiamento basato su motivi non consentiti. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere come e quando è possibile appellarsi a una sentenza frutto di un accordo tra accusa e difesa.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza del GIP del Tribunale di Bari, con la quale era stato ratificato un accordo sulla pena (patteggiamento) a carico di un individuo. Le accuse riguardavano la detenzione di 80 dosi di cocaina, reato che in fase di giudizio era stato riqualificato nell’ipotesi di minore gravità prevista dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti, e un ulteriore delitto previsto dall’art. 385 del codice penale.

Insoddisfatto della sentenza, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione da parte del giudice di primo grado.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso Patteggiamento

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile senza necessità di formalità, applicando l’articolo 610, comma 5-bis del codice di procedura penale. La decisione si fonda su un principio cardine introdotto dalla riforma del 2017: i motivi per cui si può impugnare una sentenza di patteggiamento sono tassativamente indicati dalla legge.

Le Motivazioni della Cassazione

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che il ricorso contro una sentenza di patteggiamento è consentito solo per un elenco ristretto di motivi, tra i quali non figura l’omesso assolvimento dell’obbligo di motivazione. Il ricorrente, nel caso di specie, aveva basato la propria impugnazione proprio su questo aspetto, rendendo di fatto il suo ricorso legalmente infondato e, quindi, inammissibile.

La Corte ha sottolineato che le modifiche legislative introdotte con la legge n. 103/2017 hanno avuto lo scopo preciso di deflazionare il carico giudiziario, limitando drasticamente le possibilità di appello per le sentenze di patteggiamento, che per loro natura si basano su un accordo tra le parti. Permettere ricorsi per vizi di motivazione vanificherebbe la ratio stessa dell’istituto.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche

L’ordinanza ha avuto conseguenze dirette e onerose per il ricorrente. A seguito della declaratoria di inammissibilità del ricorso patteggiamento, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, a versare la somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende. La Corte ha ritenuto che non vi fossero ragioni valide per esonerarlo da tale sanzione, in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186/2000), che prevede sanzioni per le impugnazioni inammissibili al fine di scoraggiare ricorsi pretestuosi.

Questa decisione ribadisce un messaggio chiaro: la via del patteggiamento, una volta scelta, limita fortemente le successive possibilità di contestazione. È fondamentale che la difesa valuti con estrema attenzione non solo la convenienza dell’accordo, ma anche i ristrettissimi margini di un’eventuale futura impugnazione.

È sempre possibile fare ricorso contro una sentenza di patteggiamento?
No, il ricorso è ammesso solo per motivi specifici e limitati, come previsto dall’art. 448, comma 2-bis del codice di procedura penale. Motivi generici come una presunta carenza di motivazione non sono considerati validi per impugnare un accordo di pena.

Cosa succede se un ricorso contro un patteggiamento viene dichiarato inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 4.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

Quali erano i reati oggetto dell’accordo di patteggiamento nel caso analizzato?
L’accordo riguardava il reato di detenzione di 80 dosi di cocaina, riqualificato nell’ipotesi di minore gravità secondo l’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990, e il delitto di cui all’art. 385 del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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