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Inammissibilità ricorso: no a mutamenti dei fatti

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per truffa. La Corte ha stabilito che la richiesta di riqualificare il reato era un tentativo mascherato di modificare i fatti accertati nei precedenti gradi di giudizio, una manovra non permessa in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso in Cassazione: Quando Cambiare i Fatti è Vietato

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro monito sui limiti del ricorso per la legittimità. Quando un appello tenta, anche in modo velato, di rimettere in discussione i fatti già accertati, la sua sorte è segnata: l’inammissibilità del ricorso. Questo principio fondamentale, che distingue il giudizio di merito da quello di legittimità, è stato ribadito con fermezza in un caso riguardante un’accusa di truffa.

I Fatti del Caso

Il ricorrente, precedentemente condannato dalla Corte d’Appello per il reato di truffa ai danni di un mediatore, ha presentato ricorso in Cassazione. La sua linea difensiva non si basava su presunti errori di diritto commessi dai giudici precedenti, ma sulla richiesta di una “riqualificazione del fatto”. In sostanza, chiedeva alla Suprema Corte di interpretare diversamente gli eventi per escludere la sussistenza del reato di truffa, alterando l’oggetto dell’inganno originariamente contestato.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto seccamente la richiesta, dichiarando il ricorso inammissibile. La Corte ha subito individuato la reale natura della doglianza del ricorrente: non una questione di errata applicazione della legge, ma un tentativo “surrettizio” – ovvero nascosto e ingannevole – di modificare il perimetro fattuale della vicenda. Una simile operazione non è consentita dinanzi alla Corte di Cassazione, il cui compito è verificare la corretta applicazione delle norme giuridiche, non ricostruire i fatti.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni dell’ordinanza sono concise ma estremamente chiare. La Corte ha sottolineato i seguenti punti chiave:

* Manifesta Infondatezza: La richiesta di riqualificazione è stata giudicata “manifestamente infondata” perché non proponeva una diversa interpretazione giuridica degli stessi fatti, ma mirava a introdurne di nuovi o a modificare quelli già accertati.
* Divieto di Mutamento del Perimetro Fattuale: La Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Non può rivalutare le prove o sostituire la propria ricostruzione dei fatti a quella dei giudici delle corti inferiori. Il tentativo del ricorrente di modificare l’oggetto dell’inganno per scardinare l’accusa di truffa è stato visto come un tentativo di trascinare la Corte in un’analisi di merito, che le è preclusa.
* Conseguenze dell’Inammissibilità: A causa della manifesta infondatezza del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista per scoraggiare ricorsi palesemente dilatori o pretestuosi.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa decisione rafforza un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione deve concentrarsi esclusivamente su questioni di diritto. Chi intende presentare ricorso deve articolare le proprie censure evidenziando errori nell’interpretazione o nell’applicazione della legge da parte dei giudici di merito. Qualsiasi tentativo di rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti, anche se mascherato da richiesta di riqualificazione giuridica, è destinato a fallire. L’ordinanza serve da promemoria: un ricorso temerario non solo non ha speranze di successo, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi lo propone.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, sotto la veste di una richiesta di riqualificazione giuridica del reato, tentava in realtà di modificare la ricostruzione dei fatti già accertata dalla Corte d’Appello, un’operazione non consentita in sede di Cassazione.

Cosa significa che il ricorso mirava a un “mutamento del perimetro fattuale”?
Significa che il ricorrente non contestava l’errata applicazione di una legge ai fatti accertati, ma cercava di presentare alla Corte di Cassazione una versione diversa degli eventi (in particolare, dell’oggetto dell’inganno) per sostenere che non si trattasse di truffa. Questo esula dai compiti della Suprema Corte.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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